sabato 14 febbraio 2015

pc 14 febbraio - ILVA, AUTOTRASPORTATORI, INDOTTO: DA ROMA CIFRE GIA' ANNUNCIATE, TUTTO AFFIDATO AGLI EMENDAMENTI AL DECRETO... E GLI OPERAI DELL'INDOTTO RESTANO ANCORA SENZA SALARI

Partiamo dalle notizie date dai vari mass media, dai rappresentanti istituzionali presenti a Roma.
Quando il decreto Ilva-Taranto sarà convertito in legge, entro il 5 marzo, l'Ilva dovrebbe essere in grado, per i soldi che dovrebbero arrivare nelle sue casse, di pagare i fornitori. 
Le aziende dell'indotto, quindi, dovrebbero pazientare fino ad allora e sperare che gli emendamenti al decreto passino. Questi saranno completati e presentati martedì e giovedì il Senato voterà la conversione in legge del decreto che poi passerà alla Camera.

Stando alle dichiarazioni ufficiali del governo, del sindaco di Taranto, si dovrebbe stare tranquilli o addirittura entusiasti. Delrio: “l'Ilva avrà grande liquidità nelle prossime settimane”, il Sen. Tomaselli relatore del decreto Ilva: “ingenti risorse per il risanamento ambientale e la continuità produttiva e occupazionale”: Stefano poi sprizzava contentezza da tutti i pori.
In realtà, sui fondi, non ci sono novità, nè sull'entità, nè sul loro concreto arrivo ed utilizzo. 
Di questi fondi fanno parte i famosi 1.200 miliardi dei soldi sequestrati ai Riva (da utilizzare per gli interventi dell'Aia e per pagare i crediti delle aziende impegnate in questi lavori); a questi vanno aggiunti i 156 milioni di Fintecna (per cui però proprio ieri è arrivato il parere negativo della Commissione Bilancio del Senato per assenza di relazione tecnica), i 400 milioni della Cassa Depositi e Prestiti per la gestione ordinaria e gli investimenti produttivi. Infine ci sono 260 milioni di finanziamento ponte (per riattivare il circuito di pagamento per i fornitori), con 200 milioni di Intesa Sanpaolo e 60 milioni di di Unicredit. Così si arriva ai già annunciati 2 miliardi.

Ma ciò che non può dare effettiva assicurazione, a parte il fatto che, come già dimostrato, si tratta di

pc 14 Febbraio - Palermo: compagni di Radio Onda Rossa raccontano la loro recente esperienza a Kobane

                        

Report dell'assemblea e nostro intervento:

Ieri pomeriggio si è svolta un'interessante assemblea al Centro Zabut presso la residenza universitaria della ss Nunziata in cui Francesco e Cristina hanno raccontato la loro recente esperienza nel Kurdistan turco e siriano approfondendo certi aspetti dell'organizzazione politico-sociale nel quadro della cosiddetta esperienza del "Confederalismo democratico" in Rojava (Kurdistan occidentale o siriano) e approfondendo anche alcuni punti teorico-ideologici dell'elaborazione del  pensiero di Ocalan, leader storico del movimento indipendentista (adesso confederalista/"autonomista") curdo attualmente prigioniero nelle carceri turche in condizione di totale isolamento da circa 13 anni.
Cristina e Francesco alternandosi con molta fluidità nell'esposizione hanno aperto il loro racconto partendo proprio dal cambio di paradigma avvenuto recentemente nel pensiero politico di Ocalan: 
dalla sua fondazione nel 1977 il PKK (Partito Kurdo dei Lavoratori) già dal suo nome si colloca politicamente nel campo del socialismo unendo la lotta di liberazione nazionale alla lotta di classe dei lavoratori kurdi e alla lotta di genere ("Non ci può essere lotta di classe senza lotta al patriarcato" cit. Ocalan). Da quando Ocalan è stato incarcerato nel 2002, ha avuto la possibilità di concentrarsi maggiormente sull'approfondimento teorico di certi autori e pensatori libertari in particolare Focault e Bakunin, i quali hanno influito sul cambio di paradigma da un orientamento "marxista-leninista" ad uno più libertario per l'appunto, in tal senso è cambiato l'approccio circa l'analisi dello stato e l'abbandono della rivendicazione di uno stato-nazione per il popolo curdo sostituito dal concetto di "Confederalismo Democratico" che si può ricondurre alle teorie del municipalismo libertario e dell'autogestione. Viene aperta una parentesi facendo un breve excursus storico della questione curda:

pc 14 febbraio - STRAGE DI STATO DEGLI IMMIGRATI, LA CRIMINALE E IMPERIALISTA SOLUZIONE DI RENZI

Renzi, sulla linea di Salvini e peggio di Salvini, invece di raccogliere le denunce e proteste, anche della sua area, sulle gravissime e concrete responsabilità della nuova strage di più di 330 migranti dell'operazione Triton - che ha il preciso compito di non far avvicinare alle coste italiane i barconi, non salvarli in mare, mettendo gelidamente in conto decine, centinaia di morti certe di immigrati; Renzi continuando con la sua linea di dittatorello fascista che dice: 'voi parlate, ma poi decido sempre io..' - solo che quando è sulla vita di ragazzi, donne, bambini in uno Stato minimamente democratico e civile dovrebbe andare in galera; Renzi ora sta trovando la quadra per realizzare più di un obiettivo, come ha spiegato al vertice dei capi di Stato e di governo a Bruxelles: bloccare i migranti che partono verso l'Italia, l'Europa, rafforzare il ruolo dell'Italia nelle vicende della Libia, sostenendo la creazione di un governo di unità nazionale in buoni rapporti-affari con l'Italia, all'interno di un nuovo possibile attivismo imperialista militare nella zona.
E se questa "quadra" passa anche attraverso una sorta di accordo con le bande di miliziani "una tregua durature tra le bande di miliziani che oggi si spartiscono la Libia" (da Il Manifesto), tra cui vi sono coloro che gestiscono i traffici di immigrati, i campi di detenzione, le torture e gli stupri verso le donne, nessun problema, l'importante è "l'elemento di stabilità per l'intera area, del quale l'Italia per prima ne potrebbe giovare" (idem).
Nella Libia del dopo Gheddafi, si dimostra ancora una volta, dopo l'Irak, che l'intervento militare-politico degli Stati imperialisti, Usa-Europa e Italia, ha portato solo ad una devastazione, ad una guerra permanente, facendo della Libia la più grande prigione delle popolazioni migranti dell'area.

La solidarietà verso i migranti, la mobilitazione necessaria in Italia perchè si blocchi la criminale operazione Triton per impedire nuove stragi di Stato, deve andare di pari passo con la lotta contro l'imperialismo italiano, di cui oggi il governo Renzi è la criminale espressione.

pc 14 febbraio - India - l'operazione GREEN HUNT (caccia verde) è la caccia al maoista in India che non si arresta - ma suscita una vasta opposizione democratica e popolare

Condanniamo l’arresto da parte della polizia del Kerala di Thushar Nirmal Sarathy, segretario CRPP del Kerala e di Jaison Cooper, attivista del popolo!
Libertà immediata per Thushar Sarathy e di Jaison Cooper!


Venerdì, 30 gennaio è stato un giorno in cui la macchina repressiva dello stato del Kerala e la sua polizia illegale ancora una volta hanno dimostrato spudoratamente che non è possibile per loro rispettare per una volta la legge del paese quando hanno a che fare con qualsiasi tipo di dissenso politico. Se la storia dell’India da 1947 in poi ha dimostrato che i governi centrali che si sono succeduti hanno usato la polizia e gli apparati dello stato per colpire gli avversari politici, secondo le alleanze politiche del momento, è scandaloso notare che tutti i governi saliti al potere negli ultimi 68 anni sono hanno invariabilmente mantenuto uno stato di emergenza permanente di fronte all’opposizione politica popolare!
Il 30 gennaio 2015 la polizia del Kerala e il suo dipartimento speciale hanno arrestato sul suo posto di lavoro ad Ernakulam Jaison Cooper in e a Calicut l’avvocato Thushar Nirmal Sarathy, durante una conferenza stampa che annunciava una manifestazione in programma il giorno seguente contro le

pc 14 febbraio - In Parlamento il governo del moderno fascismo di Renzi in azione... ma non è l'opposizione in parlamento che lo può fermare, serve lo sciopero generale per la sua caduta!

Renzi in cerca del plebiscito per il golpe

Renzi in cerca del plebiscito per il golpe

  • contropiano - Alessandro Avvisato

Quanto sta avvenendo alla Camera sulla riforma della Costituzione, è quasi un colpo di stato in forma pseudo-parlamentare. Le opposizioni sono fuori dall'aula; il Pd procede a tappe forzate sotto il comando del piccolo fuhrer - con la sua "minoranza interna" complice e questionante solo per "aspetti di metodo" - come se si stesse decidendo di un decreto sull'"eviscerazione dei polli", ossia di qualcosa di inessenziale per la vita democratica di un paese. E invece stanno cambiando le regole fondamentali, i princìpi base su cui poi si faranno le leggi, i regolamenti, si compenseranno - oppure no - i diversi poteri della Stato, si limiteranno le libertà fondamentali a partire dal totem della "governabilità". Ovvero dalla delegittimazione, per legge, della possibilità di opporsi, addirittura  in forma democratico-parlamentare. Figuriamoci in piazza...
Stanno scrivendo una riforma costituzionale a "maggioranza semplice", quindi obbligatoriamente da sottoporre a referendum confermativo. E proprio all'investitura referendaria sembra puntare il guitto

pc 14 febbraio - Alla Fiat di Pomigliano oggi sciopero dello straordinario - ma dentro bisogna far emergere chiara l'opposizione al fascismo padronale, combinato con il fascismo neocorporativo della maggioranza sindacale confederale

Mancano pochi giorni alle elezioni dei rappresentanti aziendali (Rsa) alla FIAT di Pomigliano d’Arco (NA) e il fronte sindacale è in pieno fermento. Ma lo scontro non riguarda solo questo voto e il tentativo di esclusione della Fiom in quanto organizzazione non firmataria del CCSL (Contratto Collettivo Specifico di Lavoro), ma la distribuzione del carico aggiuntivo di lavoro in fabbrica.
L’aumento di richieste delle FIAT Panda da consegnare entro la fine del mese ha portato i vertici aziendali a chiedere ai lavoratori di fare straordinario per prossimi i tre sabati di febbraio (oggi, 21 e 28). La Fiom vede questa richiesta dell’azienda come un tentativo di mettere in atto, per l’ennesima volta, il principio del divide et impera, di mettere i lavoratori gli uni contro gli altri: ci sono ancora 2000 lavoratori in CdS (Contratto di Solidarietà), questa l’obiezione della Fiom, perché non si istituisce un terzo turno – da attivarlo quando l’impennata di richieste lo rende necessario – nel quale impiegare questi lavoratori piuttosto che promuovere il sabato di straordinario? Con questa rivendicazione la Fiom ha deciso di indire uno sciopero di otto ore per oggi, primo dei tre “sabati straordinari”.  
...C'è una salita produttiva che richiede la produzione di più auto, anzichè chiedere straordinario per tre sabati consecutivi a lavoratori che hanno già ritmi sostenuti durante la settimana, noi abbiamo proposto un nuovo turno che chiami più persone al lavoro e consenta di rispondere più celermente alla domanda di mercato".  
.... è necessario fare di tutto perché il fronte dei lavoratori non venga spezzato e che ogni dispositivo per metterli gli uni contro gli altri – i cassintegrati contro quelli ancora in servizio, i “garantiti” contro i precari, i giovani contro i vecchi – va disattivato: perché far lavorare solo alcuni se si può lavorare meno e tutti?

pc 14 febbraio - La manifestazione di Napoli di solidarietà con le masse greche


A Napoli diverse centinaia di persone si sono concentrate a piazzale Berlinguer e hanno poi percorso via Toledo e si sono diretti al Comune per portare solidarietà agli occupanti di case sgomberati stamattina dalla scuola Belvedere. In seguito il corteo si è diretto alla Banca d’Italia e ne ha sanzionato l’ingresso con lanci di uova e di vernice rossa, per ribadire che noi non dobbiamo niente né alle banche né ai padroni, ma che, anzi, siamo in credito!

Al rifiuto del popolo greco - dei lavoratori, degli studenti, di tutti quelli che sono andati a finire in mezzo alla strada a causa delle crisi - di pagare il debito contratto dai loro padroni, prodotto di speculazioni finanziarie e ulteriormente aggravato dalle stesse politiche di austerità che avrebbero dovuto “salvare” il paese (le politiche di rientro imposte dall’UE), deve fare eco il nostro rifiuto, solo così possiamo rafforzarci a vicenda, stringere quel patto che potrà farci risollevare da anni di miserie e di sacrifici.
Nonostante quello che continuano a ripeterci i premier che in questi ultimi anni si sono avvicendati al potere non siamo “tutti sulla stespadroni site nu'debito - masters you are the debt!sa barca”, in questa crisi c’è chi si è arricchito e chi ha perso tutto, a loro speculazioni e profitto, a noi licenziamenti, compressioniedei salari, tagli alla spesa sociale.
Questo debito non è il NOSTRO debito, come non è il debito del popolo greco, è il debito di chi ci ha sfruttato, di chi vorrebbe costringerci ancora e chissà per quanto a stringere la cinghia. Noi siamo in credito, siamo in credito di scuole che crollano e ospedali che spariscono, di lavori sottopagati, di morti sotto le impalcature, sui barconi, per strada, nei campi: non abbiamo niente da pagare a nessuno, anzi dobbiamo avere, e tanto, e siamo pronti a passare all'incasso!

Basta con il ricatto del debito!
Solidarietà al popolo greco e a tutti i popoli che resistono!

pc 14 febbraio - CASALE MONFERRATO: LA LOTTA CONTRO I PADRONI ASSASSINI DELL'ETERNIT CONTINUA...

Giovedì dodici febbraio si tiene - presso il salone del Parco fluviale del Po, di Lungopo via Gramsci 10, a Casale Monferrato - a partire dalle ore 17:30, un'assemblea cittadina sul problema amianto; l'ordine del giorno è il seguente: giustizia Eternit bis, bonifica, fondo vittime amianto, benefici previdenziali, sanità e ricerca.
Ad aprire la giornata, davanti a circa trecento persone, è Bruno Pesce - storico sindacalista della Cgil - che, dopo aver spiegato le motivazioni dell'iniziativa, passa la parola a Romana Blasotti Pavesi: costei annuncia ufficialmente le proprie dimissioni dalla carica di presidente dell'Associazione familiari e vittime dell'amianto, a seguito dell'infame sentenza della Corte Suprema di Cassazione che ha mandato assolto il padrone dell'Eternit, Stephan Schmidheiny, dall'accusa di disastro ambientale doloso.
Appare utile segnalare come, al termine del breve discorso - nel corso del quale La Romana ha parole di affetto per tutti - dal pubblico viene srotolato uno striscione con scritto "Come te nessuno mai. Grazie Romana", mentre, subito appresso, viene letto un telegramma dell'onorevole Fabio Lavagno, di Libertà e Diritti-Socialisti Europei, che la ringrazia per tutto il suo immenso impegno.
Concluso questo passaggio, tanto doveroso quanto in qualche misura triste, interviene il già menzionato Bruno Pesce: costui si occupa di esplicitare ciò che potrà succedere nel processo bis, quello che vede il padrone svizzero imputato per la morte di oltre tremila cittadini - di cui 258 per comportamento che configura il dolo volontario - e la situazione delle bonifiche; la richiesta ufficiale è che il Governo in carica, a differenza di quanto deciso a suo tempo dall'esecutivo guidato dal Delinquente di Arcore, si costituisca parte civile.
A seguire tocca a Nicola Pondrano, anch'egli storico sindacalista della Cgil, presidente del Fondo vittime dell'amianto; egli ringrazia i parlamentari locali per essere riusciti a far approvare il comma 116 dell'articolo uno della Legge finanziaria, che prevede l'estensione dei benefici previdenziali a tutti coloro che sono stati colpiti dalla tragedia legata all'asbesto: non risparmia, inoltre, una critica feroce allo Stato borghese che è assai restio ad aprire i cordoni della borsa per dare seguito agli indennizzi già stabiliti dalla Magistratura.
Subito dopo interviene la dottoressa Daniela De Giovanni che fa il punto della situazione dal punto di vista della sanità e della ricerca.
In conclusione, tutti i relatori sottolineano la voglia di non mollare la battaglia: forse i padroni hanno vinto una battaglia, ma in sala nessuno ha alcuna intenzione di perdere la guerra senza combatterla sino in fondo.
Casale Monferrato (Al), 13 febbraio 2015

Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
http://pennatagliente.wordpress.com

pc 14 febbraio - Il MUOS di Niscemi si deve smantellare! Vinta una battaglia legale; Crocetta si deve dimettere. Contro lo strumento di morte e di guerra dell'imperialismo italiano e americano la lotta deve continuare...


Muos di Niscemi, il Tar: pericoloso per la salute, stop ai lavori

I giudici della prima sezione del Tar di Palermo hanno accolto i ricorsi presentati dal comitato regionale di Legambiente e del comitato No Muos contro la realizzazione del Muos, il sistema di comunicazioni satellitari della marina statunitense in fase di ultimazione in Sicilia. Secondo i giudici il sistema sarebbe pericoloso per la salute dei cittadini. La sezione presieduta da Caterina Criscenti ha pubblicato oggi il dispositivo che origina dalla riunione dei cinque ricorsi presentati negli ultimi cinque anni.
Si tratta dei ricorsi con cui il Comune di Niscemi aveva chiesto l'azzeramento delle autorizzazioni rilasciate oltre tre anni fa dalla Regione per la costruzione dell'impianto satellitare (dichiarato improcedibile), quello del ministero della Difesa contro la revoca delle autorizzazioni e la sospensione dei lavori voluta dalla Regione lo scorso 29 marzo 2013 e il conseguente risarcimento (rigettati) quelli di Legambiente e dell'associazione No Muos Sicilia, in cui si chiedeva l'annullamento del provvedimento del 24 luglio 2013, con il quale la Regione revocava i provvedimenti di revoca delle

venerdì 13 febbraio 2015

pc 13 febbraio - Gruppo Fiat: licenziato "per sentito dire"? La persecuzione alla FIAT Cnh

(da Operaicontro)

E’ operaio in una grande fabbrica, dipendente da 20 anni.
La grande fabbrica si chiama Fiat Cnh, 20 anni a produrre sotto padrone.
Come tutti gli operai, ma a saldare. Significa avere tempi di lavoro.
Controllati al secondo.  Dentro un ciclo economico impostato dall’alto.
L’operaio in questione salda. Nelle linee si lavora fianco a fianco.
In saldatura No, non è possibile, si distanzia il lavoro
Ci sono postazioni individuali distanziate.

Poniamo che l’operaio viene poi distanziato dal suo stesso reparto.
Per Anni. In un altro capannone separato.
Dicevamo che per prendere il salario da 1200 euro
L’operaio deve saldare sette ore e mezza su 8 ore.
Questo avviene dagli ultimi 20 anni
Prima, ogni ora di lavoro, aveva almeno 10 minuti in pausa.
Non è come stare in posizione ovattata, dentro un ufficio
A lavorar di pensiero, con collaboratori di concetto, pari grado. 

C’è da muoversi e trasformare la materia, il metallo, fonderlo, saldarlo, farne l’ossatura
del trattore che non è altro che  profitto per Fiat, in un ciclo di circa 20 minuti, la portiera.
Dove l’unica cosa che è dato vedere al saldatore (con protezione scura) sono le scintille.
Trattasi di lamiere, ma anche di zinco, col piombo, col cromo, alluminii 
assembleare nell’ attrezzo tutti i pezzi del mosaico,chiudere i morsetti, e poi saldare.

Dunque è un lavoro con macchinario, diretto. In Mano la torcia.
C’e’ una macchina saldatrice, c’e’ un attrezzo, c’e’ una postazione.
Ci sono preliminarmente da fare operazioni quotidiane per iniziare a saldare
A partire dai d.p.i, dispositivi di protezione individuale, scarpe, guanti, tuta ignifuga, occhiali ecc ecc
Tutti i D.P.I. ,attrezzi e materiali, devono essere presenti, accessibili e in buono stato.
Ma nella fabbrica non è mai cosi’, si lavora con mancanze tutti i giorni, di ogni tipo…
Quando l’attrezzo non è in buono stato in teoria si fà il fermo macchina, ma non è mai cosi’…

Se qualcuno dall’esterno guarda le carte che produce Fiat  e sono fascicoli voluminosi
tutto sempra perfettissimo ideale, iso 9000-10000-14400
un paradiso sulla terra, hanno speso milioni di euro per cartelloni giganti
con dei bei giovanotti e giovanotte in tuta bianca felici, anzi Happy, di lavorar per Fca-Fiat
E’ la nuova onda precaria Marchionniana-Renziana. Turbo-ondata.

Spesso però, c’e’ qualcosa che non và, che non torna, è cronaca quotidiana (seppur nascosta)
che la sicurezza come la salute degli operai e dei lavoratori nei luoghi di lavoro non è osservata…

E non tanto per mancanza di regole, ma perchè la produzione deve fare profitto, e questo vale per i “datori di lavoro”, sopra la dignità e i corpi degli operai. Datori di che cosa non è dato sapere. Forse per la società stessa nel suo complesso che assegna agli operai la parte di vittima sacrificabile agli interessi di profitto, dei padroni degli azionisti, e delle loro aziende. Cosi’ che la pensa  e non è solo l’operaio in lotta licenziato, tanti altri seguono, si informano da fonti dirette, e sono insieme a lui.

Politici, preti, giornalisti, tecnici esterni alla fabbrica come magistrati; sindacalisti spesso e volentieri assecondano e giustificano, come interessi globali, ciò che generale e globale non è, ma parzialissimo: La Volontà dei Padroni nella ricerca di un Profitto quanto piu’ possibile estorcibile a chi lavora, un furto.
E Furto rimane. Cio’ che è essenziale è spesso invisibile agli occhi perchè è, appunto “mediato” socialmente” dalle classi intermedie tra i produttori diretti, gli operai, e i padroni ultimi, le grandi organizzazioni aziendali e le organizzazioni sindacali in Fiat un pò troppo marcatamente colluse con l’azienda.

Ma Facciamo un esempio; Se si entra in autostrada, in teoria per i veicoli è consentito di andare a 120 all’ora. Ma poi nel corso del giorno, o per traffico, per condizioni variabili, o per altri eventi, spesso prevedibili nessuno corre sopra la media delle condizioni possibili, e certamente questo non provoca nessun disagio.
A meno che non si stà nella corsia di sorpasso in presenza di camion a 50 all’ora in discesa sull’A1.
Bisogna esser kamikaze, nessuno lo farà, meglio andar piano che si va sano e lontano…

Se si comprende il parallelismo, e non è difficile, essendo un paese di auto private, possiamo cercar di capire il proseguio, ci sono, ad ondate, nella storia alla Fiat operai licenziati con motivi disciplinari, considerati delittuosi.
E’ ad esempio stato considerato delittuoso bloccare una linea di produzione, uno sciopero col megafono, rispondere ai capi. Anni di processo, con volte e giravolte giuridiche e processuali, lo scontro intanto si sposta dalla fabbrica a poco a poco, e si tiene fuori questi operai per anni. In questo caso siamo alla seconda incredibile sequela di “processi”,  che è costretto ad affrontare l’operaio nel senso che già una volta fù licenziato per “voluta lentezza recidiva nella produzione”  nel Luglio 1997 passaggio dal governo Prodi a quello D’alema.  Sfortunatamente dopo 4 anni e 4 processi la Fiat non provò mai questo. In quell’occasione l’operaio saldatore fu’ reintegrato nel febbraio 2002, in tempo per partecipare alla lotta contro l’abolizione del art 18 del governo Berlusconi, tutti ricorderanno i 3 milioni a Roma del 23 Marzo 2002. 

Ora la Fiat ritorna sul delitto e lo si licenzia per “sentito dire” con 3 provvedimenti di contestazione
lo si accusa non di questioni inerenti il lavoro, ma di aver consumato parole offensive verso un direttore, un capo-officina e una “cruimira”. Senza tante contestualizzazioni, questa volta lo si accusa di insubordinazione. E quale sarebbe? Di aver detto, avuto condotte non consone verso 3 esponenti aziendali nel corso di 3 momenti, racchiusi in 2 giorni.

Una Giudice Va-Va, ha (dopo circa 2 anni) avv-alla la tesi aziendale.
Dissente col giudice d’urgenza che, 3 mesi dopo il licenziamento ultimo del 28 ottobre 2011,
aveva già dal Gennaio 2012, reintegrato l’ operaio. L’onere della prova dell’ abuso di potere Fiat sarebbe a carico del licenziato scrive la Giudice dopo anni che ” si è provato”  che o  Non si e’ provato che…
Tutta una macedonia scritta pessimamente che in realtà a ben vedere si riduce in:  Quello ha detto, e quell’altro ha risposto. Parliamo di Condotte che succedono in tutte le fabbriche tutti i giorni
Senza dar corso neanche a Multe di 1 ora. Sfidiamo su questo chiunque…
Ma evidentemente è la new-wave, nuova onda Renzi e Marchionne, fanno tutto loro, veloce, veloce
E guai chi si azzarda a frenare i manovratori…

CONCLUSIONI:

E cosi’ che l’operaio con una reintegra in tasca, passa inevitabilmente ad una Giudice Va-va, che ha portato il processo verso la farsa. Prendendo per oro colato le tesi (diffamatorie alla persona) della Fiat contro l’operaio, riducendo, minimizzando e offuscando le testimonianze operaie che pure al processo hanno preso la parola(cosa non scontata, sono venuti almeno 5-6 operai) inascoltati in questo grado, sui punti più importanti, sicurezza sul lavoro ecc ecc…

Ma sanno bene gli operai della fabbrica, e ancor meglio gli intervenuti a favore dell’operaio licenziato che non è con un fascicolo di una ventina di pagine di cui 15 di verbali precedenti, che ce la si puo’ cavare dando torto all’operaio, sempre e comunque, colpevole in tutto di insubordinazione.
Basta vedere in pochi giorni cosa succede nel gruppo Fiat, una fabbrica ferma da 4 giorni
Ma in questo caso non son gli operai a scioperare a protestare, il silenzio nella società è totale.
E’ condannata nella storia una società che giudica gli operai che lottano come mal-fattori nel frattempo consumandone, scartandone, senza freni, le sue forze migliori.
Se la base materiale è la carta legale in difesa del profitto, gli operai troveranno nella loro lotta 
di emancipazione e nel loro lavoro la giusta sentenza per gli estorsori, sfruttatori, e per i loro complici. Condanna senza riserve! Sotto qualunque veste si nascondano.

OPERAI CONTRO - SEZIONE MODENA

pc 13 febbraio - Alessandria - Condannato in primo grado attivista del movimento No Tav - 21 ferbbraio manifestazione contro la repressione del movimento NOTAV

Condannato in primo grado ad un anno di reclusione e al pagamento di 2.500 euro a Cociv Claudio Sanita, uno degli attivisti del movimento No Tav Terzo Valico per il blocco del cantiere e il taglio delle reti a Novi. L'accusa è di danneggiamento, interruzione di pubblico servizio e violenza privata. Decade l'accusa di rapina


ALESSANDRIA – Una condanna pesante quella inflitta dal giudice dei tribunale di Alessandria a Claudio Sanita (nella foto), uno dei leader del movimento No Tav Terzo Valico.
La notizia delle sentenza, emessa ieri dal tribunale, è stata lanciata dallo stesso sito del movimento. “Un anno di reclusione o, in alternativa due anni di libertà vigilata, al pagamento di 2.500 Euro al consorzio Cociv e di 500 Euro nei confronti di uno degli operai presenti in cantiere. Ha altresì concesso la sospensione condizionale della pena se verranno versate entro 60 giorni le somme dovute”.
Decade l'accusa di rapina, derubricata a violenza privata. La rapina avrebbe consistito nello strappare una macchina fotografica ad un operaio del cantiere di Novi dove il movimento aveva organizzato un “blitz”, lo scorso marzo, per bloccare i lavori. La macchina fotografica, in realtà, era solo caduta ed era stata ritrovata poco dopo.
Per gli stessi fatti, Sanita è stato sottoposto alla misura cautelare di divieto di ingresso in otto comuni, tra cui quello in cui risiedono i genitori.
Caduta almeno l'accusa di rapina, sono rimaste in piedi le altre. Le richieste del pubblico ministero erano, inizialmente, di 2 anni e due mesi di reclusione e un risarcimento di 20 mila euro a Cociv e 5 mila all'operaio. Gli avvocati hanno già annunciato di voler presentare ricorso in appello e la richiesta di revoca delle misure cautelari, che potrebbe essere discussa già nei prossimi giorni.
“Per prima cosa un grazie agli avvocati Laura Tartarini e Alessandro Gorla che con la solita professionalità e umanità si sono occupati del caso. Quando anni fa abbiamo iniziato la lotta contro la costruzione del Terzo Valico avevo messo in conto che sarebbe potuto arrivare questo giorno – ha detto Sanita - Nessun rimorso, nessun passo indietro, continuiamo tutte e tutti a testa alta la lotta contro il Terzo Valico. Siamo esclusivamente colpevoli di amare e difendere la nostra terra”.

pc13 Febbraio - Il nuovo governo tunisino espressione di "unità nazionale" dei settori reazionari della borghesia tunisina


E' disponibile un ampio reportage scritto da un nostro compagno che ha vissuto 4 mesi in Tunisia e l'opuscolo "Dalla rivolta della primavera araba alla rivoluzione proletaria. Stralci di incontri con i rivoluzionari maoisti tunisini nel maggio/giugno 2014". Per richiedere entrambi i materiali contattare redblock@alice.it

Meno di 10 giorni fa è entrato in carica il nuovo governo tunisino uscito fuori dalle elezioni tenute con la nuova costituzione "democratica" del periodo post-ben Ali. 
Poco più di 3 mesi fa in un altro nostro articolo commentavamo i risultati elettorali (LEGGI ARTICOLO QUI) prevedendo 2 alternative: o un governo a guida Nidaa Tounes formato in base al principio dell'anti-islamismo come fattore di polarizzazione delle forze laiche o un governo di unità nazionale con Ennahdha. 
Infine Habib Essid, nuovo primo ministro ed esponente dell'ex regime di Ben Ali, dopo un primo tentativo fallito nella prima direzione, lo scorso 4 Febbraio ha formato un governo di unità nazionale formato da 4 partiti oltre a Nidaa Tounes: il partito islamista di Ennahdha, l'Unione Patriottica Libera partito populista fondato e guidato dal magnate Slim Rihai e vicino politicamente a Ennahdha, il partito liberale Afek Tounes e infine il Fronte di Salvezza Nazionale. 
Un esecutivo di centro-destra che ha ottenuto la fiducia in parlamento con 166 voti favorevoli, 30

pc 13 febbraio - Processo Arcadia: contro la repressione poliziesca, solidarietà al compagno ferroviere Bellomonte e a tutti i compagni inquisiti! Salta l'impianto accusatorio


L'accusa del pm De Angelis che nel 2006 portò all’arresto di numerosi militanti della sinistra indipendentista sarda è una montatura poliziesca e lo afferma persino il giudice. Ora l'impianto persecutorio dovrà essere riformulato!


PROCESSO ARCADIA – UDIENZA DEL 9 FEBBRAIO 2015

Il Presidente del Tribunale ha respinto tutte le eccezioni proposte dai difensori.
Ordina, però, al Pubblico Ministero De Angelis, di precisare – riformulandoli – i capi d’imputazione a partire dal reato associativo.
L’ordine del Presidente della Corte d’Assise significa per il P.M.:

    1. Specificare dove, come e quando si siano costituite le Associazioni sovversive NPC e OIR;
    2. Quali ruoli (il Capo o i Capi e gli aderenti) dentro le due Associazioni;
    3. Sono state eliminate le elucubrazioni (le farneticazioni) della Digos (definite dal De Angelis “parte integrante del “capo d’imputazione”) dal “capo d’imputazione;
    4. Riscrittura dei capi d’imputazione e discussione degli stessi nella prossima udienza del 25 maggio 2015 (CHI ha ordinato CHE COSA a CHI e quando …);
    5. Acquisizione dei verbali dello sbobinamento delle intercettazioni effettuato dai periti della Procura;
    6. Consentite eventuali controperizie sulle intercettazioni, da parte degli imputati.

    La riscrittura dei capi d’imputazione, di fatto, riapre il processo. Cioè, vi è la certezza che il processo dovrà essere celebrato, ma non prima di una precisa definizione dei capi d’imputazione da parte di Paolo De Angelis. Il P.M., cioè, dovrà ridefinirli in maniera soddisfacente (chi, quando, dove, come e perché e con i testimoni che giustificherebbero le sue tesi … ).
    Una bella grana per il P.M.
    De Angelis era evidentemente convinto, di poter aprire il processo con capi d’imputazione totalmente generici ed esclusivamente suffragati dalle farneticazioni pregiudiziali della Digos, “vaneggiamenti” e sovrapposizioni più attenti allo scontro territoriale fra i diversi uffici Digos che all’accertamento delle verità “oggettive” dell’inchiesta.

pc 13 febbraio - NO all'intervento dell'imperialismo italiano in Ucraina!

Il ministro della Difesa Roberta Pinotti: “C’è stata la richiesta da parte della Nato di prolungare per altri quattro mesi la missione dell’Aeronautica italiana in Lituania e noi abbiamo dato la nostra disponibilità”.

L’Italia rafforza il proprio ruolo nel conflitto Nato-Russia

di Antonio Mazzeo

 L’annuncio della ministra Roberta Pinotti è giunto al termine del vertice dei Ministri della Difesa della Nato, tenutosi a Bruxelles il 5 e 6 febbraio scorso. L’Italia continuerà dunque ad essere in prima linea perlomeno sino ad agosto nelle operazioni aeree anti-Russia con quattro caccia multiruolo Eurofighter “Typhoon”, nell’ambito della Baltic Air Patrol (BAP), la missione Nato di pattugliamento e sorveglianza dello spazio aereo delle Repubbliche baltiche. “Era prevista una rotazione con un altro paese che doveva sostituirci, ma la Lituania si sente rassicurata dalla continuazione della nostra presenza”, ha spiegato Pinotti.

La missione dei caccia italiani nel Baltico ha preso il via il 1° gennaio dall’aeroporto militare di Šiauliai, in Lituania. I caccia, gli equipaggi e il personale provengono dal 4° Stormo dell’Aeronautica di Grosseto, dal 36° Stormo di Gioia del Colle (Bari) e dal 37° Stormo di Trapani-Birgi. Le forze armate italiane hanno assunto il comando della BAP a cui sono assegnati anche quattro caccia Mig-29 delle forme armate polacche schierati a Šiauliai, quattro Eurofigheter spagnoli di base nell’aeroporto di Amari (Estonia), quattro cacciabombardieri belgi F-16 a Malbork (Polonia).


pc 13 febbraio - Libertà per il compagno Hem e i prigionieri politici in India - un appello di diverse associazioni operaie e studentesche

Noi, organizzazioni e individui firmatari, ci siamo uniti per formare il "Comitato per la difesa e liberazione del compagno Hem e tutti gli altri prigionieri politici". Da tempo sentivamo la necessità di un tale comitato, che si è fatta più che mai necessario nella situazione attuale, quando ogni forma di dissenso e protesta contro lo Stato viene sempre più criminalizzata. Per la comunità studentesca della JNU, questa criminalizzazione del dissenso è molto vicina. Il compagno Hem, ex studente di questo campus, da un anno e mezzo langue nella prigione centrale di Nagpur. Contrariamente a quanto sostenuto dalla polizia, è chiaro che è stato praticamente rapito (tre giorni prima del suo arresto ufficiale), brutalmente torturato in custodia e tenuto in isolamento per più di 6 mesi dopo aver partecipato a proteste dentro carcere – fatti che ha rivelato nella sua recente lettera aperta dalla prigione centrale Nagpur. Nel frattempo gli sono stati negati i minimo diritti costituzionalmente garantiti, a cui ogni prigioniero politico ha diritto. Grazie alle disposizioni del draconiano UAPA, la polizia ha impiegato più di 6 mesi per produrre un atto di accusa contro di lui e la sua richiesta di libertà su cauzione è stata discussa solo nel settembre 2014, vale a dire quasi 13 mesi dopo il suo arresto, presso il Tribunale di Aheri, che l’ha respinta.
Intensificando la nostra campagna per la liberazione di un nostro compagni e collega che è stato fianco a fianco con noi in tante lotte, comprendiamo che il suo non è un caso isolato

pc 13 febbraio - NO TAV... chi è a favore della TAV diffama il movimento - 21 febbraio tutti alla manifestazione

Il senatore Esposito a giudizio. Diffamò quattro No Tav

Esposito a processo per diffamazione a quattro No Tav

Li aveva definiti" violenti e teppisti". Il parlamentare in aula: "Spero che questa vicenda faccia capire a qualcuno che la magistratura non li perseguita"

Il senatore Stefano Esposito (Pd) è comparso in tribunale, a Torino, per l'apertura di un processo in cui è imputato di diffamazione ai danni di quattro No Tav. Il parlamentare è chiamato a rispondere del contenuto di un articolo pubblicato sul suo blog l'8 dicembre 2011 a commento di scontri avvenuti quel giorno in Valle di Susa.
"Anche oggi - aveva scritto - il circo dei violenti e dei teppisti capitanati da Askatasuna (un centro sociale - ndr) si è radunato per fare l'unica cosa che conoscono, attaccare la polizia". Esposito si era poi augurato che venisse perseguito "a norma di legge" chi "aveva pianificato e diretto le azioni violente", indicando alcune persone con nomi e cognomi.

pc 13 febbraio - Contro la protesta razzista al consiglio comunale di Genova

Cep, l'Associazione Rom contro la manifestazione del quartiere: “Razzisti”

Uno striscione esposto in sala Rossa durante il consiglio comunaleUno striscione esposto in sala Rossa durante il consiglio comunale

Genova - «Cartelli di chiara matrice razzista con frasi e volantini per una manifestazione non consentita a Palazzo Tursi». Marcello Zuinisi, il legale rappresentate dell'Associazione Nazione Rom, ribadisce con forza le critiche alla manifestazione di circa sessanta persone dei quartieri popolari sulle alture di Genova ieri in consiglio comunale per un confronto con l'assessore alle politiche per la casa Emanuela Fracassi sul progetto di collocare nelle vie del Cep e di Voltri 2 quattro famiglie di origine rom da via Adamoli.
«I rom non sono nomadi, è ora che venga chiarito una volta per tutte. Si tratta di persone che vivono a Genova e nel nord Italia ormai da anni, parlano in dialetto e sono integrati. Lo spostamento da via Adamoli nelle nuove case messe a disposizione dal Comune è semplicemente una misura di accoglienza, scrivere “No ai rom nei nostri quartieri” è una frase che ferisce e non sta né in cielo né in terra, sia nelle forme, con una manifestazione non autorizzata, sia nei contenuti. E' un gravissimo segnale di cui abbiamo subito informato i responsabili della Digos. E ora siamo pronti a presentare un esposto in procura per istigazione all'odio razziale».

pc 13 febbraio - Gli operai buttano giù la porta del consiglio comunale a Tursi

Oms Ratto, la rabbia degli operai. Giù una porta a Tursi, vigilessa ferita

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Incandescente il clima in consiglio comunale. 'Da sei mesi siamo senza stipendio'. Spintoni e urla. Una porta a vetro va in pezzi
Scoppia la rabbia dei lavoratori Oms Ratto. Urla in consiglio comunale e tra gli spintoni va in pezzi il vetro di una porta che fa da filtro tra l'area aperta al pubblico e gli uffici comunali. Una scheggia di vetro ferisce una vigilessa che tentava di respingere l'assalto degli operai. E' stata accompagnata in ospedale.
Il clima a Tursi è incandescente; la relazione dell'assessore allo Sviluppo economico Emanuele Piazza e del vicesindaco Stefano Bernini sull'incontro di ieri in Regione non ha per nulla convinto gli operai. "Non ci siamo capiti, noi vogliamo certezze, stiamo parlando perdita di posti di lavoro di cento e passa posti di lavoro", gridano infuriati i dipendenti di Oms Ratto, indotto di Esaote elettromedicali.
L'assessore Piazza non ha nascosto che il Comune "ad oggi non è in grado di dare risposte definitive. Il nostro impegno è di procedere alla verifica di quello che saranno gli accordi tra Esaote e Elemaster e sulle prospettive di sviluppo di Esaote. Quando queste verifiche saranno completate protemo valutare se sussistono i motivi di inteesse pubblico per le decisioni sul disegno urbanistico dell'area".
E' allora che scoppia la rivolta: "Da sei mesi siamo senza stipendio", urla un lavoratore del pubblico e un altro gli aggiunge: "Basta che siano tutelati gli interessi della Coop".
I lavoratori rumoreggiano e tra gli spintoni va in pezzi il vetro di una porta che fa da filtro tra l'area aperta al pubblico e gli uffici comunali. Una scheggia di vetro colpisce una vigilessa che tentava di respingere l'assalto degli operai. E' stata accompagnata in ospedale per suturare la ferita.

pc 13 febbraio - Il simbolo della lotta all’Eternit: “Troppa ingiustizia, lascio” - la Rete nazionale per la sicurezza e salute sui posti di lavoro e sul territorio gli esprime la massima solidarietà

Romana Blasotti Pavesi: “Stremata dalla sentenza di assoluzione, continuate voi”

Romana Blasotti Pavesi davanti alla Corte di Cassazione, Roma, 19 novembre 2014: 85 anni portati benissimo, nonostante i cinque lutti che l’amianto ha causato alla sua famiglia, la signora che guida l’Associazione Familiari e Vittime dell’Amianto stamani è arrivata in Cassazione accompagnata dal figlio Ottavio Pavesi
10/02/2015
silvana mossano
casale monferrato
La Romana lascia. Giovedì, in assemblea pubblica, annuncerà che non ce la fa più a continuare a rivestire il ruolo di presidente dell’Associazione Famigliari e Vittime Amianto. Lo è stata per ventisette anni, simbolo vivente che ha fatto il giro del mondo, persino nei villaggi dell’Amazzonia.
Adesso è stanca. Sì, pesano gli 86 anni che compirà il 3 marzo, ma più di tutto è stata la sentenza della Cassazione, che ha buttato nel cestino della prescrizione il maxiprocesso Eternit, ad averla stroncata. «Da quella sera a Roma, sto male» confida. Anche fisicamente: «Lo strascico è una brutta congiuntivite».
«Verdetto ingiusto»
«È stata una grande ingiustizia - dice con amarezza -. Che, poi, mi domando: cosa vuol dire ingiustizia? Cosa mi sarei aspettata? Eh, non è facile!». Le domande si moltiplicano. Lei, che non ha mai accettato nulla senza sforzarsi di capire (fin da quando le dissero che suo marito Mario, ex operaio dell’Eternit, sarebbe morto di mesotelioma perché il cancro dell’amianto ancora non perdona), adesso ha «perso il sonno», sommersa da interrogativi.
«Ci hanno tagliato fuori»
«Come faccio - dice a voce alta - ad accettare che non c’è stata giustizia per le vittime? Che, per via della prescrizione, sono come “sparite”? Ma quei giudici sapevano bene che cosa è accaduto a Casale? La loro sentenza ci ha tagliato fuori».
In che senso? Si siede, le gambe pesano. «Ci hanno tolto tutte le possibilità di vedere riconosciuto un colpevole della tragedia che c’è stata e che continua». Poi il dubbio: «Non si poteva prevedere dall’inizio? Ci siamo illusi oppure c’era qualche possibilità e non è stata tenuta in conto?». Non trova pace Romana Blasotti Pavesi che, quando, nell’88, fu nominata presidente Afeva, era una «vedova dell’amianto». Poi, nel ’90 ha perso la sorella, e il figlio di sua sorella, una cugina e, nel 2004, la figlia Maria Rosa. «Così bella!». Tutti per mesotelioma.

pc 13 febbraio - No a una seconda guerra in Libia - appello

APPELLO
NO AD UNA SECONDA GUERRA IN LIBIA!
di Angelo del Boca e Alex Zanotelli


L'abbattimento del regime di Gheddafi ha riportato la Libia al clima politico ed economico di due secoli fa, prima della colonizzazione italiana e ancora prima della presenza ottomana. In altre parole, si è tornati ad una tribalizzazione del territorio. Scomparsi i confini amministrativi, ogni tribù difende le proprie frontiere e sfrutta le risorse petrolifere.
Non c'è alcun dubbio che Muammar Gheddafi è stato un crudele dittatore, ma nei suoi 42 anni di regno ha mantenuta intatta la nazione libica, l'ha dotata di un forte esercito e di un'eccellente amministrazione al punto che il reddito pro-capite del libico era il più alto dell'Africa e si avvicinava a quello dei paesi europei. Ma soprattutto ha dato ai libici una fierezza che non avevano mai conosciuto.

pc 13 febbraio - Solidarietà alla Grecia... SI... ma la fiducia in Syriza e la mobilitazione dell'ex sinistra opportunista è fuori luogo - corrispondenza da Genova

DA GENOVA, SOLDARIETA' ALLA GRECIA
Mercoledì undici febbraio, a partire dalle ore 17:30, si è tenuto a Genova - in piazza Raffaele De Ferrari - un presidio in solidarietà con la popolazione greca.... Niente di radicale, per la carità, ma qualcosa che possa “far sognare” gli strati sociali più deboli, ed evitare così che le masse possano organizzarsi in funzione della fondazione di un vero Partito Comunista che lavori per rovesciare il sistema capitalista vigente.
Chi scrive arriva sul luogo dell’adunata alle 17:15, e nota subito quali sono i soggetti politici presenti: ci sono gli attivisti dell’Altra Liguria, supportati da molti personaggi legati a Sinistra Anticapitalista, da quelli del Movimento Federalista Europeo, del Circolo Culturale Proletario, e dei pacifisti dell'Ora in silenzio per la pace.
Nel corso del pomeriggio sono diverse centinaia coloro che si presentano sul luogo dell’adunata; alla fine, però, nessuno fa niente fuori dal politicamente corretto, rendendo terribilmente noiosa questa giornata che avrebbe potuto essere invece un momento di lotta politica di notevole importanza.
Genova, 12 febbraio 2015

pc 13 febbraio - Si organizza in Italia la campagna a sostegno dei prigionieri politici brasiliani - l'adesione di Soccorso rosso proletario - info srpitalia@gmail.com


CAMPAGNA RACCOLTA FONDI E SOSTEGNO ALLE LOTTE IN BRASILE

Documento sulla campagna di appoggio alle/ai perseguitate/i politiche/i per reati sociali in Brasile in particolare riguardo alle mobilitazioni di giugno 2013 contro l’aumento del prezzo del biglietto dell’autobus, poi continuate con le mobilitazioni contro la Fifa World Cup 2014 e con varie lotte sindacali e nelle favelas. Il documento si basa sulla rielaborazione di alcuni comunicati della campagna #EuApoioOs23 redatti dalla Commissione dei Genitori e Familiari dei Prigionieri e Perseguitati Politici – Rio de Janeiro.

A Rio de Janeiro la lotta iniziata nelle giornate di giugno 2013 non è finita: il 2014 è stato caratterizzato da una persecuzione politica comparabile a quella sperimentata durante il regime militare iniziato nel 1964. Il 2013 verrà ricordato per le manifestazioni oceaniche iniziate in protesta dell’aumento dei biglietti dei mezzi di trasporto, poi amplificatesi in risposta alla violenza poliziesca, alle dure condizioni di vita nelle favelas e ai megaprogetti di cui beneficiano i pochi soliti noti. Durante le manifestazioni ci sono stati numerosi arresti arbitrari di cui il più eclatante è avvenuto ad ottobre 2014 quando centinaia di persone sono state arrestate colpevoli di essersi sedute sui gradini del municipio di Rio de Janeiro al termine di una manifestazione in

giovedì 12 febbraio 2015

pc 12 febbraio - Protesta degli operai alla Fiat Sata di Melfi

Dagli stabilimenti di Nola e Pomigliano, la protesta dei cassintegrati Fiat arriva a Melfi, dove gli operai saranno presenti il 13 e 14 febbraio. I cassintegrati Fiat si stanno organizzando per estendere in tutta Italia la loro protesta. Lo dice il fax inviato al commissariato di Melfi con il quale annunciano la loro presenza dalle ore 8,00 del giorno 13 febbraio alle ore 18,00 del giorno successivo, presso l’ingresso B dello stabilimento Fiat lucano, dove i licenziati da Pomigliano D’Arco monteranno una tenda, allo scopo di sensibilizzare e informare i colleghi della loro situazione da “confinati” nello stabilimento di Nola, oltre che per rendere nota la situazione giuridica, circa la loro sorte, rimandata a un anno, anziché quaranta giorni come la legge Fornero stabilisce. L’iniziativa ricadrebbe nella stessa giornata in cui è attesa un’altra visita, quella di Matteo Renzi, in occasione delle nuove assunzioni. Le accuse sono pesanti, contro la Fiat e contro il sistema. I cassintegrati accusano i politici di operare a senso unico, a favore degli industriali e dei banchieri. Accusano i politici di mancare di rispetto ai lavoratori, allontanandosi sempre più dalla democrazia. La logica che li ha investiti è stata quella del “chi protesta viene licenziato”, e i cinque operai sono stati licenziati perché hanno protestato, seppur con ironia, contro la miseria e la disperazione di cui ogni giorno sono vittime. Nello scorso giugno hanno contestato il suicidio di una loro collega e ora ne pagano le conseguenze. L’inscenato suicidio di Marchionne, infatti, con tanto di lettera di scuse e motivazioni, ha aggravato la loro posizione e ha causato la perdita ulteriore dei loro diritti e delle loro dignità, oltre che una violazione dell’art. 40 che sancisce lo sciopero e la protesta.
Da alcune ore, però, sembra smentita la presenza del Primo Ministro a Melfi nella giornata di venerdì, forse per evitare possibili scontri.

pc 12 febbraio - La propaganda fascista ha sempre cercato di infangare la resistenza partigiana

da contropiano
Una verità rovesciata 
di Sergio Cararo 
.
Rinviata la trasmissione a Porta a Porta con la storica Alessandra Kersevan che ha decostruito le versioni di regime sulle Foibe.
Una battaglia di verità e giustizia perseguita da anni e ostacolata in ogni modo dai fascisti e dalle autorità. o...
Su Porta a Porta si doveva discutere delle Foibe, uno dei temi sui quali il neofascismo ha cercato di imporre una versione rovescista della storia approfittando di diciotto anni di governo e del disarmo ideologico della sinistra. Tra gli invitati ci sarebbe stata anche Alesandra Kersevan, storica e titolare della casa editrice Kappa Vu di Udine che da anni documenta la storia nascosta dei lager fascisti e delle persecuzioni contro le minoranze slovene e gli antifascisti ulla frontiera di Gorizia e nel Triveneto.
Una battaglia coraggiosa che la Kersevan, insieme ad altri storici giovani e meno giovani come Claudia Cernigoi, Sandi Volk, Giacomo Scotti, Davide Conti, hanno condotto con grande coraggio e rigore subendo spesso l'ostracismo delle autorità e le aggressioni dei fascisti.

Pubblichiamo qui di seguito una intervista con Alessandra Kersevan di straordinaria chiarezza e utilità*
A Trieste la storia non comincia il 1° maggio 1945… Sì, Sembra un'osservazione banale, eppure di fronte a tante cose che sono state scritte in questi anni sulle vicende del confine orientale occorre chiarire e ricordare che il fascismo in questa regione è stato più violento che in qualsiasi altra parte d'Italia: sloveni e croati, oltre

pc 12 febbraio - FORMAZIONE OPERAIA: IL DENARO OSSIA LA CIRCOLAZIONE DELLE MERCI

Nel 3° capitolo, intitolato “Il denaro ossia la circolazione delle merci”, Marx analizza le varie funzioni del denaro: Misura dei valori, scala dei prezzi, mezzo di circolazione, mezzo di pagamento, denaro mondiale…
Questa analisi ha a che fare con gli alti e bassi, con le oscillazioni dei prezzi delle merci, con la “mancanza di denaro”, le crisi e altri fenomeni dell’economia.

Cominciamo dalla funzione come misura dei valori.

“In questo scritto presuppongo sempre – dice Marx - per semplicità, che l'oro sia la merce denaro.”

Oggi, come sappiamo, l’oro non è più la merce-denaro per eccellenza perché è stato sostituito dalla carta moneta a corso forzoso, secondo leggi emanate dagli Stati (nessuno oggi può andare in banca e chiedere di cambiare la propria carta moneta in oro). L’oro oggi da un lato è una “merce normale” quando viene usato in gioielleria e in certi settori dell’industria, e dall'altro è diventato un “bene rifugio”, cioè le banche, le istituzioni finanziarie e i ricchi lo comprano e lo conservano (per rivenderlo al momento in cui possono trarci un profitto) soprattutto nei momenti di crisi e quando non riescono ad ottenere adeguati profitti per i loro investimenti in altri settori dell’economia.

Ma per la spiegazione dei meccanismi di fondo del sistema capitalistico l’analisi della funzione del denaro spiegata attraverso la merce-oro mantiene la sua piena validità.
Marx ribadisce infatti che il denaro non è “magico”: “La prima funzione dell'oro consiste nel fornire al mondo delle merci il materiale della sua espressione di valore ossia nel rappresentare i valori delle merci come grandezze omonime, qualitativamente identiche e quantitativamente comparabili. Così esso funziona come misura generale dei valori: e solo in virtù di questa funzione l'oro, che è la merce equivalente specifica, diventa, in primo luogo, denaro”. Infatti, “Le merci non diventano commensurabili per mezzo del denaro. Viceversa, poiché tutte le merci come valori sono lavoro umano oggettivato, quindi sono commensurabili in sé e per sé, possono misurare i loro valori in comune in una stessa merce speciale, ossia in denaro. Il denaro come misura di valore è la forma fenomenica necessaria della misura immanente di valore delle merci, del tempo di lavoro.”

pc 12 febbraio - Quasi 400 morti . . .


Quasi 400 morti e l'uomo dell'uranio impoverito parla ancora una volta senza sapere quello che dice . . . o forse lo sa fin troppo bene!

Ancora un altro gommone con un centinaio di vite umane a bordo affondato nel Canale di Sicilia. I morti oscillano dai 300 ai 400 (nel totale dei 4 gommoni) secondo le testimonianze dei superstiti, partiti sabato da Tripoli con altri tre gommoni con a bordo almeno cento persone su ogni mezzo. Tra loro anche i profughi morti assiderati nonostante il soccorso della Guardia costiera al largo di Lampedusa. . . per le autorità non c'è niente di provato perché non sono stati ancora trovati relitti e corpi.
I pochi superstiti dicono che non volevano partire a causa del brutto tempo ma che i trafficanti di vite umane, li hanno minacciati, armi in mano e costretti a salire sui gommoni della morte – uno dopo l'altro sono affondati tutti
E' stata una tragedia, un incubo . . . che lo dica uno dei superstiti è triste realtà ma che queste parole escano dalla bocca del neo eletto presidente della repubblica renziana . . .pardon “italiana”, ci sembra chiaramente un insulto: ricordiamo ancora la storia dell'uranio impoverito!
E ancora vomitevole sentire che certe considerazioni escano dalla bocca del moderno fascista Matteo Renzi a Skytg24 : “ . . . è spiacevole utilizzare certe vicende per strumentalizzare in modo cinico quello che accade, da destra e da sinistra" ha aggiunto il premier in merito alle polemiche sull'operazione Triton. "Se guardiamo ai dati, non è che con Mare Nostrum non si moriva e adesso si muore. Chi pone il problema Mare Nostrum o Triton è come quello che guarda al dito e non alla luna". Per il premier, "se vogliamo mettere fine al Mediterraneo come cimitero la priorità è risolvere il problema in Libia".
E già . . . e proprio lì che lui ha la testa . . . vuole ricreare un impero coloniale (?!?)

Egli utilizza tutto a suo uso e consumo – non ha remore di alcun tipo – una vita umana vale meno di una sigaretta . . . ma la colpa è sempre degli altri: Berlusconi Docet.

pc 12 febbraio - No Tav. Chiesti quasi 30 anni per la manifestazione alla Geovalsusa

Geovalsusa

Diciannove No Tav indagati per la manifestazione dell’agosto 2012 alla ditta Geovalsusa a Torino. Ultime udienze e le richieste di condanna da uno a due anni per gli attivisti.
Massimo Bonato on 11/02/2015 - 09:23 in Resistenze
              


Ancora processi per i No Tav. Si avvia verso la conclusione anche il processo che ha come teatro l’occupazione dei locali della Geovalsusa, a Torino.
Il 24 agosto 2012 la sede della ditta coinvolta nei lavori al cantiere per la linea Torino-Lione a Chiomonte, in Val di Susa, venne occupata da alcuni attivisti. Dopo pochi mesi, l’inchiesta che ne seguì portò alla denuncia di 19 No Tav con conseguenti misure cautelari, arresti domiciliari e divieti di dimora nel capoluogo piemontese.
Il 10 febbraio il Pm Manuela Pedrotta ha chiesto per i 19 imputati pene tra i due anni e due mesi e un anno e quattro mesi di reclusione – quasi 30 anni complessivi –, per violazione di domicilio, violenza privata, danneggiamento, resistenza a pubblico ufficiale.
Anche il giornalista Davide Falcioni, presente durante l’azione e sentito prima come teste è finito tra gli indagati; per lui, la Pm ha chiesto che vengano trasmessi gli atti in Procura.

mercoledì 11 febbraio 2015

pc 11 febbraio - L'ILVA AL CENTRO DELLA INCONCILIABILITA' EPOCALE TRA SISTEMA DEI PADRONI E INTERESSI DEI LAVORATORI E MASSE POPOLARI

E' il governo Renzi che con il primo decreto dell'anno 2015 ha decretato il fallimento della più grande fabbrica siderurgica, per poterla svendere ai nuovi padroni, alla Mittal che quasi sicuramente vince la partita rispetto ai padroni italiani - Marcegaglia - che vorrebbe mantenere una presenza dello Stato non avendo soldi a sufficienza, o ai padroni della Federacciaio che vorrebbero mantenere la presenza dei Riva.
La svendita dell'Ilva comporta che venga separata la vecchia gestione (con debiti, risarcimenti, bonifiche) dall'attuale. Si salva per i nuovi padroni la parte che può dare profitto e si pilota la distruzione di una rilevante fetta della fabbrica con tutto quello che contiene compresi gli operai.

Non c'è da aspettare per vedere gli effetti nefasti per gli operai di questo decreto.
I salari degli operai dell'appalto Ilva fino a gennaio, vanno di fatto anch'essi - attraverso il congelamento dei crediti delle aziende - nella "massa dei debiti".
Nel processo Ilva, grazie proprio all'applicazione del decreto del governo Renzi le società Ilva sono state escluse dai risarcimenti, togliendo di fatto dal banco degli imputati il capitale come soggetto collettivo e mettendo al riparo i suoi profitti.

L'operazione Ilva mostra in maniera esemplare come lo Stato sia solo al servizio del capitale, nella sua distruzione e nella sua corsa ai profitti.
L'Ilva, la più grande fabbrica del paese e tra le maggiori in Europa e nel mondo, è al centro di una contraddizione epocale tra gli interessi avidi del capitale e gli interessi al lavoro, al salario, alla salute, alla vita degli operai e delle masse popolari.
Per questo il governo dei padroni ha chiuso l'anno 2014 con il Jobs act e ha aperto il 2015 con il decreto sulla fabbrica, unica oggi, dopo gli anni "d'oro" della Fiat ad occupare 20mila operai.
L'intervento dello Stato, alla faccia dei cantori della "nazionalizzazione" serve solo per socializzare le perdite e privatizzare i profitti.

Anche il processo Ilva mostra esemplarmente il sistema del capitale. Tra gli imputati, infatti, ci sono tutte le espressioni del sistema economico, politico, istituzionale, dai grandi capitalisti, ai loro agenti, da tutti i rappresentanti delle Istituzioni politiche regionali, provinciali e locali, a esponenti delle "forze dell'ordine", dai politici e dirigenti degli Enti che dovevano controllare, fino ai vertici della Chiesa - mancano solo i vertici dei sindacati confederali e il quadro del sistema borghese sarebbe completo.

Tutto questo fa della grande questione Ilva, oggi, una questione nazionale, di cui tutte le forze che si riferiscono alla classe dei lavoratori dovrebbero occuparsi.

pc 11 febbraio - VERSO LO SCIOPERO GENERALE COSTRUITO DAL BASSO

Avviamo una campagna per lo sciopero generale costruito dal basso, dai posti di lavoro, dalle realtà in lotta dei lavoratori.
Uno sciopero generale per fermare i provvedimenti di aperto attacco alle condizioni di lavoro e ai diritti dei lavoratori; per la caduta del governo Renzi.
Il governo Renzi è forte perchè rappresenta oggi tutti i padroni. Per questo non è modificabile e i suoi provvedimenti non sono migliorabili se non si ferma e non si rovescia.
La caduta di Renzi è fondamentale per difendere salari, lavoro, diritti. Nessuno può illudere o illudersi del contrario.

Nello stesso tempo lo sciopero generale è necessario per unire le forze del sindacalismo di classe. Se tutte le forze si uniscono in uno sciopero generale possono più facilmente unirsi per un sindacato di classe e di massa

pc 11 febbraio - IN REALTA' I MIGRANTI MORTI SAREBBERO QUASI 400! I LORO ASSASSINI SONO LO STATO ITALIANO E I GOVERNI EUROPEI

L'operazione di Frontex-Triton fortemente voluta in Italia dal criminale Min. Alfano e da tutto il governo Renzi è direttamente responsabili di queste morti. Si tratta di assassinii coscienti.
Il governo libico e i governi imperialisti europei si danno la mano per perpetrare queste stragi. 

STOP all'operazione Triton!

(Da La Repubblica) - Gli ultimi salvati sono arrivati questa mattina all'alba sul molo Favaloro. E la loro testimonianza fa crescere in maniera drammatica il numero delle vittime della domenica di bufera nel Canale di Sicilia... non c'era solo il gommone con i 105 migranti, 29 dei quali morti di freddo.... ma altri due gommoni, a bordo di uno c'erano solo due migranti, sull'altro erano in sette. Troppo pochi... E le prime dichiarazioni dei sopravvissuti, fanno ipotizzare una tragedia immane: "Sul secondo gommone abbiamo visto morire oltre duecento persone", raccontano. L'Unhcr conferma: 232 vittime. Poi un'altra testimonianza... C'era una quarta imbarcazione - dice il sopravvissuto - anch'essa con un centinaio di persone a bordo. In tutto dunque i gommoni sarebbero stati quattro e i profughi imbarcati 460. Se così fosse le vittime sarebbero molte di più, oltre 400.

"Non volevamo partire, c'era brutto tempo. Ma i trafficanti umani di hanno costretti sotto la minaccia delle armi e non avevamo altra scelta. Siamo partiti a bordo di quattro gommoni in 460, ma uno dei gommoni, durante la traversata, è affondato e sono morti tutti i profughi a bordo. Tra loro c'erano anche tre bambini. E' stata una tragedia, non avrei mai immaginato di vivere un incubo del genere"... "Ci tenevano chiusi in un magazzino alla periferia di Tripoli - raccontano - e ci dicevano di aspettare prima di partire. Aspettavano il momento giusto. Poi, sabato, senza preavviso, sono venuti. Erano tutti armati e ci hanno costretti a lasciare quel campo per raggiungere una spiaggetta di Tripoli"...
I 460 immigrati, tra cui anche donne e minori, sono così arrivati sulla spiaggia e sono stati ammassati, secondo il loro racconto, su quattro gommoni. "Ci hanno dato complessivamente dieci taniche di benzina per la traversata - raccontano ancora - e ci hanno spinti sui gommoni con la forza, nonostante il brutto tempo. Ci avevano assicurato che il tempo sarebbe migliorato... "A poche miglia dalla Libia - racconta un altro testimone - uno dei quattro gommoni è affondato con oltre cento persone a bordo. Un altro gommone si è sgonfiato davanti e l'altro imbarcava acqua....".

pc 11 febbraio - Ucraina: l'Unione Europea alimenta la guerra con investimenti per miliardi

Mentre nelle dichiarazioni pubbliche tutte le parti: Stati Uniti, Russia, Ucraina, Germania, Italia, Francia ecc. si dicono pronte a “soluzioni pacifiche” per la guerra in corso in Ucraina, l'Unione europea “intende organizzare ad aprile una 'Conferenza dei donatori' per raccogliere fondi a favore dell'Ucraina” come riporta la Repubblica di ieri. “L'obiettivo è raccogliere almeno 15 miliardi di dollari per rilanciare l'economia del Paese, ridotta ai minimi termini dall'inizio della crisi con la Russia”. 15 miliardi di dollari oltre quelli, altri 17 miliardi, che già il Fondo monetario internazionale ha approvato nel 2014.

L'Ucraina, che aveva già chiesto la conferenza un anno fa, però ha fatto sapere che di miliardi ne vuole 35 “per evitare il tracollo”, mentre l'Unione europea dice che “I fondi saranno vincolati al fatto che Kiev sia in grado di definire un dettagliato piano di investimenti da finanziare” e quale piano di investimenti può mai elaborare in questo momento l'Ucraina, se non quello di un ulteriore rafforzamento militare?!

pc 11 febbraio - Ilva - indotto ilva - processo ilva serve l'autonomia operaia, il sindacalismo di classe, la guerra di classe in fabbrica in città al tribunale - da tarantocontro.blogspot.com


 

stipendi operai ilva salvi - invece per gli operai delle ditte ancora niente, ma acconti, promesse

giovedi ore 6 portineria appalto ilva  presidio informativo
giovedi ore 18 incontro con la stampa via rintone22
info 347-5301704

operai dell'indotto mandati a casa dai sindacati confederali senza soluzioni
blocchi stradali sospesi grazie anche all'indegna campagna contro i blocchi di' liberi e pensanti e usb
soldi ancora niente  o troppo pochi per tanti operai

senza soluzioni reali
lo slai cobas per il sindacato di classe taranto propone a tutti gli operai indipendentemente dalla tessera sindacale di riprendere i blocchi della 106 e di via appia da martedi 17 febbraio e di manifestare in corteo con concentramento alle imprese ore 6 giovedi 19 febbraio

slai cobas per il sindacato di classe ilva appalto taranto
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ilva - il decreto renzi in parlamento

ilva - il decreto renzi in parlamento, gli emendamenti non risolvono nulla  
abbiamo cassa integrazione, avremo esuberi
non avremo nè sicurezza, nè ambientalizzazione - nè giustizia, nè risarcimenti
solo l'autonomia operaia e la lotta autorganizzata dei lavoratori deve cambiare le cose in fabbrica, in città, nel tribunale - giovedi 19 febbraio  ore 9.30 manifestazione di protesta al processo ilva - caserma dei pompieri 


slai cobas per il sindacato di classeilva
via Rintone 22 taranto 347-1102638
slaicobasta@gmail.com

martedì 10 febbraio 2015

pc 10 febbraio - Ma chi è realmente questo Faraone?

Abbiamo cercato nelle varie enciclopedie e certo non 

ci siamo scordati di dare una bella controllata tra gli 

innumerevoli Faraoni d'Egitto . . . nulla, neanche il 

Faraone renziano sembra essergli parente!

Su LiveSicilia leggiamo questo:

Dai socialisti alla lista di Crocetta, Faraone, il consigliere in manette.

Sono tranquillo, le dico che non potrò mai essere indagato”, dichiarò Giuseppe Faraone a LiveSicilia, la scorsa estate. Oggi, il consigliere comunale del Megafono e candidato alle regionali con la lista del governatore, è stato arrestato per tentata estorsione. Il sindaco di Palermo, Leoluca Orlando, avvia la procedura per la costituzione di parte civile nel processo. Il Comune: "Parte civile".

Crocetta scrive a Palazzo delle Aquile: "Faraone non rappresenta il Megafono".

Pino Faraone, 69 anni, ex assessore alla Provincia di Palermo - tra il 2008 e il 2010 aveva la delega ai Beni culturali, polizia provinciale e controlli ambientali

Che Faraone fosse un grande maestro nell'arte del trasformismo, non lascia dubbi e per questo ci interessa vedere chiaro su questo tanto discusso e chiacchierato rapporto con la lista “NOI CON SALVINI” la sua ultima casacca politica, che il leader leghista smentisce!

A noi sembra strano che Huffington Post del gruppo espresso, scriva : Dopo aver militato nell'Udc, nella lista 'Amo Palermo' e poi con Crocetta, recentemente il signor Pino aveva aderito al nuovo movimento 'Noi con Salvini',
non perché questo giornale ci sia particolarmente caro, quanto perché la sua caratura, lo obbliga in un certo senso a ben informarsi.
Nonostante le querele che Salvini minaccia, la notizia sembra vera e sempre su questo giornale notiamo una foto di adesione con la scritta “ 2 componenti – Megafono Noi con Salvini – Capogruppo Giuseppe Faraone” – Giorgio Calì sarebbe l'altro.


                                       FOTO TRATTA DA HUFFINGTON POST

. . . comunque per chi volesse togliersi il dubbio su quanto abbiamo detto ci permettiamo di linkare la pagina di Huffington Post http://www.huffingtonpost.it/2015/02/09/giuseppe-faraone_n_6643200.html.

Ancora una volta ci tocca concludere con sdegno e vomito per quanto riguarda determinati personaggi che rappresentano il succo della classe borghese e per dare una nota di ironia a quanto scritto, concludiamo dicendo che è vero che noi Siciliani esportiamo grandi cervelli in tutto il pianeta ma è anche vero che i peggiori personaggi politici li coltiviamo sulle sponde del fiume ORETO.