Renzi, incassata la presidenza della Repubblica e
quasi certo del passaggio parlamentare della riforma istituzionale e
legge elettorale, visto l'attuale sbrandellamento del centrodestra,
torna all'attacco per conto di padroni e finanza degli interessi dei
proletari e delle masse popolari.
Punta a realizzare una riforma della giustizia che
salvi tutti i padroni, Berlusconi in testa, e una riforma fiscale che
legalizzi l'evasione fiscale – sempre con Berlusconi in testa.
Questa compattezza reazionaria nell'interesse di tutti i padroni è
pronta a tradursi in nuove leggi su pensioni, lavoro, diritti,
servizi sociali, sanità, scuola, che portino all'incasso le esigenze
dei padroni e ne permetta la marcia trionfale.
Renzi sabato va a Melfi per riaffermare il segno
effettivo del suo governo, usando a suo favore la crisi che spinge i
lavoratori sotto il tallone di ferro dello sfruttamento, della
precarietà, della rinuncia ai diritti, che trova nella politica
della maggioranza del sindacalismo confederale il suo puntello.
A questa azione non ci può che essere una sola
reazione, la costruzione della lotta generale, ricostruendo il
sindacalismo di classe e di massa e sviluppando la guerra di classe.
Diventa sempre più difficile e impossibile difendere
lavoro e diritti, salari e condizioni di vita e di lavoro senza
sbarrare la strada alla politica e di Renzi e il rovesciamento
dell'attuale governo dei padroni.
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