Noi, organizzazioni
e individui firmatari, ci siamo uniti per
formare il "Comitato per la difesa e
liberazione del compagno Hem e
tutti gli altri prigionieri politici".
Da tempo sentivamo la necessità di un tale comitato, che
si è fatta più che mai necessario nella situazione attuale, quando
ogni forma di dissenso e protesta contro lo Stato viene sempre più
criminalizzata. Per la comunità studentesca della JNU, questa
criminalizzazione del dissenso è molto vicina. Il compagno Hem, ex
studente di questo campus, da un anno e mezzo langue nella prigione
centrale di Nagpur. Contrariamente a quanto sostenuto dalla polizia,
è chiaro che è stato praticamente rapito (tre giorni prima del suo
arresto ufficiale), brutalmente torturato in custodia e tenuto in
isolamento per più di 6 mesi dopo aver partecipato a proteste dentro
carcere – fatti che ha rivelato nella sua recente lettera aperta
dalla prigione centrale Nagpur. Nel frattempo gli sono stati negati i
minimo diritti costituzionalmente garantiti, a cui ogni prigioniero
politico ha diritto. Grazie alle disposizioni del draconiano UAPA, la
polizia ha impiegato più di 6 mesi per produrre un atto di accusa
contro di lui e la sua richiesta di libertà su cauzione è stata
discussa solo nel settembre 2014, vale a dire quasi 13 mesi dopo il
suo arresto, presso il Tribunale di Aheri, che l’ha respinta.
Intensificando la nostra campagna
per la liberazione di un nostro compagni
e collega che è stato fianco a fianco con noi
in tante lotte, comprendiamo che
il suo non è un caso isolato
Mentre le classi dirigenti del paese, in particolare sotto l'attuale governo BJP capeggiato dalla NDA, si allinea sempre più al grande capitale e alle forze feudali e intensifica l’oppressione sulle masse lavoratrici, allo stesso tempo si va armando con una pletora di leggi draconiane per reprimere la resistenza del popolo. Oggi le carceri di questo paese, dal Maharashtra al Jharkhand, al Chattisgarh, al Bengala Occidentale, all’Odisha, sono riempite di Dalit, Adivasi, musulmani e attivisti popolari, di intellettuali, attivisti per le libertà civili, studenti e insegnanti che si sono segnalati per la solidarietà con i movimenti popolari e schierato contro l'oppressione statale. Ciò che è accaduto a Hem, nel recente passato è capitato anche noti difensori delle libertà civili e attivisti politici, come Binayak Sen, Sudhir Dhawale, Abhay Sahoo, Manorma Devi, Jitan Marandi, Arun Ferreira, Vernon Gonzalvez, attivisti del Kabir Kala Manch e altri ancora. Simile sorte è toccata ai lavoratori della Maruti, ancora dietro le sbarre. Nei soli distretti Dantewada e Bastar in Chattisgarh, più di 1300 sospetti attivisti del PCI sono stati arrestati, marchiati come maoisti. Siamo stati tutti testimoni di come un professore della DU, il Dr. GN Saibaba sia stato rapito in pieno giorno da agenti in borghese della polizia del Maharasthra e poi incriminato con analoghe accuse preconfezionate. La stessa storia si è ripetuta a Vizag, per un professore dell’Andhra University e ora contro noti due attivisti del Kerala - Jaison Cooper e Thushar Sarathy.
Mentre le classi dirigenti del paese, in particolare sotto l'attuale governo BJP capeggiato dalla NDA, si allinea sempre più al grande capitale e alle forze feudali e intensifica l’oppressione sulle masse lavoratrici, allo stesso tempo si va armando con una pletora di leggi draconiane per reprimere la resistenza del popolo. Oggi le carceri di questo paese, dal Maharashtra al Jharkhand, al Chattisgarh, al Bengala Occidentale, all’Odisha, sono riempite di Dalit, Adivasi, musulmani e attivisti popolari, di intellettuali, attivisti per le libertà civili, studenti e insegnanti che si sono segnalati per la solidarietà con i movimenti popolari e schierato contro l'oppressione statale. Ciò che è accaduto a Hem, nel recente passato è capitato anche noti difensori delle libertà civili e attivisti politici, come Binayak Sen, Sudhir Dhawale, Abhay Sahoo, Manorma Devi, Jitan Marandi, Arun Ferreira, Vernon Gonzalvez, attivisti del Kabir Kala Manch e altri ancora. Simile sorte è toccata ai lavoratori della Maruti, ancora dietro le sbarre. Nei soli distretti Dantewada e Bastar in Chattisgarh, più di 1300 sospetti attivisti del PCI sono stati arrestati, marchiati come maoisti. Siamo stati tutti testimoni di come un professore della DU, il Dr. GN Saibaba sia stato rapito in pieno giorno da agenti in borghese della polizia del Maharasthra e poi incriminato con analoghe accuse preconfezionate. La stessa storia si è ripetuta a Vizag, per un professore dell’Andhra University e ora contro noti due attivisti del Kerala - Jaison Cooper e Thushar Sarathy.
Crediamo che a tutti
quanti sono stati incarcerati in
forza di queste leggi draconiane, a causa
della loro ideologia politica o
per aver partecipato a movimenti
popolari dovrebbe, per lo meno, essere
riconosciuti lo status di prigionieri politici e
garantiti i diritti costituzionalmente sanciti
- compresi il diritto a un processo rapido e
alla libertà provvisoria. Al contrario, in realtà,
vediamo come lo Stato prolunghi deliberatamente la carcerazione, in
attesa di udienze che non si tengono, e anzi moltiplichi gli arresti
di attivisti politici, senza produrre né testimoni né prove. I
prigionieri sono tenuti in isolamento per mesi, per impedirgli di
socializzare con gli altri. Di recente, lo Stato ha perfino adottato
il processo in videoconferenza, in modo a da non produrre i
prigionieri politici neppure davanti alle Corti per le udienze. Nel
febbraio di quest'anno, migliaia di prigionieri nelle carceri in
Maharasthra, Jharkhand e Odhisa, sono ormai da 9 giorni in sciopero
della fame (in larga parte taciuto dai media) per protestare contro
questa prassi. Abbiamo visto più volte come alla maggior parte di
quelli incriminati con queste leggi draconiane sono stati liberati su
cauzione e infine assolti solo dopo anni e anni di carcere. Tutti
questi fatti rendono ben chiaro che questi arresti e detenzioni sono
di natura squisitamente politica – evidentemente volti a impedire
che gli attivisti politici si organizzino contro le politiche
antipopolari dello Stato.
Diverse organizzazioni e comitati per i
diritti democratici e civili si sono espresse a difesa dei diritti
dei prigionieri politici. Alcuni di esse hanno anche
fornito assistenza legale a
questi prigionieri. Ma in
un momento in cui sono sotto attacco il
movimento degli studenti, l’organizzazione e
l’attivismo degli nei movimenti popolari fuori
dell’università, in questo paese come
in tutto il mondo, è necessario
un comitato di studenti per fronteggiare
questi attacchi. Questo è particolarmente urgente dato
che su uno dei nostri compagni di studio, Hem, continua ad accanirsi
il peso degli apparati dello Stato, della polizia, dei tribunali e
delle autorità carcerarie. Questo comitato è un passo verso la
costruzione di una grande solidarietà contro la repressione di Stato
verso l'attivismo politico.
Compito di questo comitato sarà
realizzare una campagna politica all'interno e fuori del campus,
contro la crescente repressione delle voci del dissenso. È in questo
contesto che abbiamo ritenuto necessario un comitato della comunità
studentesca a difesa di tutti quei prigionieri politici arrestato per
aver preso parte ai movimenti di massa che sfidano le strutture di
potere dominanti; dei singoli attivisti che sono stati di presi di
mira e colpiti dagli apparati dello Stato in forza di leggi speciali
o anche ordinarie. Questo comitato lancerà un’ampia campagna
politica per i loro diritti in quanto prigionieri politici - diritto
alla libertà provvisoria, a un processo limitato nel tempo, a
presenziare alle udienze, a temere pubblicazioni, a non essere
torturati in custodia e tutti gli altri diritti democratici e civili.
Il comitato sarà composto da individui e organizzazioni culturali e
politiche di sinistra e progressiste. I piani futuri di azione
saranno definiti attraverso meccanismi trasparenti e democratici.
All India
Students
Association
(AISA),
All India
studenti
Federation
(AISF),
Birsa
Ambedkar
Students
Association
(BAPSA),
Campus
Front of
India
(CFI),
Dastak,
democratica
Students Union,
IPTA,
Jagriti
Natya
Manch,
Janrang,
Jan
Sanskritik
Manch,
Krantikari
Naujawan
Sabha
(KNS),
Revolutionary
culturale
anteriore (RCF),
studenti
Federation of
India
(SFI),
The New
materialisti
(TNM),
Emirati
Dalit
studenti
Forum
(UDSF)
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