Dagli stabilimenti di Nola e Pomigliano, la protesta dei cassintegrati Fiat arriva a Melfi, dove gli operai saranno presenti il 13 e 14 febbraio.
I cassintegrati Fiat si stanno organizzando per estendere in tutta Italia la loro protesta.
Lo dice il fax inviato al commissariato di Melfi con il quale annunciano la loro presenza dalle ore 8,00 del giorno 13 febbraio alle ore 18,00 del giorno successivo, presso l’ingresso B dello stabilimento Fiat lucano, dove i licenziati da Pomigliano D’Arco monteranno una tenda, allo scopo di sensibilizzare e informare i colleghi della loro situazione da “confinati” nello stabilimento di Nola, oltre che per rendere nota la situazione giuridica, circa la loro sorte, rimandata a un anno, anziché quaranta giorni come la legge Fornero stabilisce. L’iniziativa ricadrebbe nella stessa giornata in cui è attesa un’altra visita, quella di Matteo Renzi, in occasione delle nuove assunzioni.
Le accuse sono pesanti, contro la Fiat e contro il sistema. I cassintegrati accusano i politici di operare a senso unico, a favore degli industriali e dei banchieri. Accusano i politici di mancare di rispetto ai lavoratori, allontanandosi sempre più dalla democrazia. La logica che li ha investiti è stata quella del “chi protesta viene licenziato”, e i cinque operai sono stati licenziati perché hanno protestato, seppur con ironia, contro la miseria e la disperazione di cui ogni giorno sono vittime.
Nello scorso giugno hanno contestato il suicidio di una loro collega e ora ne pagano le conseguenze. L’inscenato suicidio di Marchionne, infatti, con tanto di lettera di scuse e motivazioni, ha aggravato la loro posizione e ha causato la perdita ulteriore dei loro diritti e delle loro dignità, oltre che una violazione dell’art. 40 che sancisce lo sciopero e la protesta.
Da alcune ore, però, sembra smentita la presenza del Primo Ministro a Melfi nella giornata di venerdì, forse per evitare possibili scontri.
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