sabato 14 febbraio 2015

pc 14 febbraio - India - l'operazione GREEN HUNT (caccia verde) è la caccia al maoista in India che non si arresta - ma suscita una vasta opposizione democratica e popolare

Condanniamo l’arresto da parte della polizia del Kerala di Thushar Nirmal Sarathy, segretario CRPP del Kerala e di Jaison Cooper, attivista del popolo!
Libertà immediata per Thushar Sarathy e di Jaison Cooper!


Venerdì, 30 gennaio è stato un giorno in cui la macchina repressiva dello stato del Kerala e la sua polizia illegale ancora una volta hanno dimostrato spudoratamente che non è possibile per loro rispettare per una volta la legge del paese quando hanno a che fare con qualsiasi tipo di dissenso politico. Se la storia dell’India da 1947 in poi ha dimostrato che i governi centrali che si sono succeduti hanno usato la polizia e gli apparati dello stato per colpire gli avversari politici, secondo le alleanze politiche del momento, è scandaloso notare che tutti i governi saliti al potere negli ultimi 68 anni sono hanno invariabilmente mantenuto uno stato di emergenza permanente di fronte all’opposizione politica popolare!
Il 30 gennaio 2015 la polizia del Kerala e il suo dipartimento speciale hanno arrestato sul suo posto di lavoro ad Ernakulam Jaison Cooper in e a Calicut l’avvocato Thushar Nirmal Sarathy, durante una conferenza stampa che annunciava una manifestazione in programma il giorno seguente contro le
crescenti violazioni dei diritti fondamentali del popolo. Allo stesso tempo, la polizia ha fatto irruzione nelle residenze di Thushar Sarathy, dell’avvocato Manuel Joseph, attivista popolare e di signora Jolly Chirayath, fondatrice del Collettivo delle Donne e artista militante. Dalla casa di Thushar Sarathy la polizia ha portato via diversi documenti, senza neppure preoccuparsi di registrare la lista degli oggetti "sequestrati". A chi si trovava nelle residenze non è stato neppure mostrato un mandato di perquisizione. Col moltiplicarsi dei casi di impunità, questi sono diventati il segno distintivo della polizia e delle agenzie investigative di tutta l’india cui la polizia del Kerala non vuole essere diversa, non si può che prevedere una polizia che cerca di incriminare e perseguire, tutti coloro che guardano criticamente alle politiche del governo. Per la polizia, le libertà fondamentali sancite dalla costituzione di quella che appariva come la più grande democrazia sembravano, sono permanente sospese per ogni effetto pratico, in nome de l’ interesse nazionale”, la “sicurezza nazionale” e infine, ma non meno importante, di quell’arma di distruzione di massa che è lo “sviluppo”.
La campagna discredito contro attivisti per i diritti civili, intellettuali e attivisti popolari in Kerala era stata lanciata con largo anticipo con la pubblicazione di una cosiddettanota di attenzione” fatta circolare appositamente dalla polizia in cui erano presenti le foto della maggior parte dei più noti attivisti dei diritti civili e attivisti del popolo. Il nome dell’avv. C’era anche il nome dell’avvocato Thushar Sarathy, insieme a quello di altri noti difensori delle libertà civili di quello Stato, che si accusavano di lavorare a favore o per conto di un'organizzazione clandestina, il PCI (Maoista). Di a fronte delle pubbliche proteste contro questo attacco deliberato dello Stato volto a reprimere i movimenti popolari, la polizia e il governo si sono messi sulla difensiva, compreso il ministero degli Interni che non ha negato confermato la veridicità di questa nota.
Ma a quel punto la campagna mediatica di diffamazione di questi attivisti era ormai in moto e ha preparato il terreno per la caccia alle streghe. Che questa non sia altro che l’ennesima caccia alle streghe contro chi si schiera dalla parte dei più poveri, dei diseredati e della maggioranza discriminata è evidente dalle stesse dichiarazioni dei funzionari di polizia, che strillano a circa le pubblicazioni “sequestrate” nella residenza di Thushar. Il modo più fascista di incriminare qualcuno è perseguirlo per le sue opinioni e la polizia del Kerala non fornisce alcuna prova del fatto che Thushar usasse quelle pubblicazioni per diffondere le idee del PCI (Maoista), organizzazione clandestina. Inutile dire che l’avvocato Thushar Sarathy è stato accusato secondo le sezioni 10 e 13 dell’illiberale UAPA (normativa per la prevenzione delle attività illegali, ndt), mentre a Jaison Cooper è stato imputato per la sezione 13b dello stesso. È stato riferito che per Jaison Cooper è stata deciso che resti in custodia della polizia per i prossimi 6 giorni.
Il fatto che Thushar sia stato una voce a difesa dei diritti dei lavoratori, degli adivasi, dei musulmani e degli altri settori emarginati e discriminati lo rende uno dei bersagli più ricercati tanto per governo del Kerala quanto per quello di Narendra Modi a Delhi, uno pronto a voltare loro le spalle nell’interesse del popolo. Oltre ad essere il segretario della sezione del Kerala del Comitato per la Liberazione dei Prigionieri Politici, Thushar è anche segretario del Janakiya Manushyavakasha Prasthanam (Forum Popolare per i Diritti Umani). Jaison Cooper è un blogger e attivista popolare di spicco, anche lui voce ascoltata a difesa dei diritti del popolo. Gli attivisti per i diritti civili sono la coscienza della società, in quanto nelle loro azioni di solidarietà riflettono l'angoscia e le preoccupazioni di vasti settori delle masse, e dei poteri costituiti che tirano dritto per consegnare le risorse e la ricchezza del popolo agli interessi del capitale privato devo metterle a tacere ad ogni costo.
In epoca di globalizzazione, liberalizzazione e privatizzazione lo sviluppo è diventato questione di interesse nazionale”, anche se è sempre più chiaro che questo è esclusivo interesse delle grandi imprese, nazionali e multinazionali. Lo sviluppo è diventata questione di ordine pubblico. Chi parla contro questo modello di sviluppo è contro i cittadini. E sono di conseguenza bersaglio della legge e della polizia. Che molte delle questioni sollevate dall’avvocato Thushar e Jaison siano anche richieste a difesa dei diritti garantiti dalla Costituzione indiana non conta se vanno contro gli interessi del capitale privato nazionale e internazionale.
È importante che tutti i democratici dell’India facciano sentire la loro voce contro la criminalizzazione del dissenso e delle aspirazioni del popolo. È importante che tutti noi prendiamo ci uniamo qui e ora nella richiesta della liberazione di Jaison Cooper e Thushar Nirmal Sarathy! Occorre stare all’erta a difesa del diritto dei prigionieri a non essere torturati e che il loro diritto al silenzio non sia violata dalla polizia che cercherà di estorcere confessioni. Dobbiamo condannare l'atteggiamento spudorato dello Stato che rende impossibile la vita agli attivisti del popolo, sottoponendoli a trattamenti disumani, assediando le loro case con perquisizioni senza mandato. Dobbiamo esigere un'azione rigorosa contro questi funzionari di polizia, sono sempre pronti a calpestare i diritti fondamentali del popolo in nome della sicurezza.

In Solidarity, SAR Geelani– President; Amit Bhattacharyya–Secretary General; Sukhendu Bhattacharjee–Vice President; Sujato Bhadra- Vice President; MN Ravunni– Vice President; PA Sebastian—Vice President; Prof. P Koya–Vice President, Rona Wilson –Secretary, Public Relations

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