martedì 31 dicembre 2024

“Gaza non sarà mai sconfitta!”: intervista al regista ebreo-argentino Norman Briski


Di Enrico Di Gregorio

Il Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia hanno intervistato il famoso regista ebreo-argentino Norman Briski sull’essenza della solidarietà con il popolo palestinese. “Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”, ha affermato.

Il 24 ottobre, il celebre regista ebreo-argentino Norman Briski ha stupito il pubblico del Premio cinematografico Martín Fierro con un potente discorso sulla Palestina.

“Gaza, Gaza, Gaza. Gaza non sarà mai sconfitta!” ha dichiarato all’auditorium gremito e alle telecamere che registravano l’evento.

“Non mi interessa se mi applaudono molto o poco, ma sento nel mio sangue, nei miei antenati, la mia solidarietà con un popolo che viene assassinato”, ha continuato il regista 86enne, la cui illustre carriera nel cinema dura da decenni. Il discorso di Briski ha scatenato un’ondata di persecuzione nei suoi confronti, sebbene il sostegno e la solidarietà che ha ricevuto abbiano superato di gran lunga la reazione negativa. Artisti e attivisti hanno rapidamente organizzato campagne in sua difesa, sostenendo fermamente la posizione morale del regista. In un’intervista congiunta con The Palestine Chronicle e il quotidiano brasiliano A Nova Democracia, Briski ha elaborato la motivazione alla base della sua forte solidarietà con il popolo palestinese. Ha sottolineato che coloro che oggi lottano per la libertà “devono essere palestinesi” e ha tracciato collegamenti tra le lotte anti-imperialiste in America Latina e l’attuale resistenza palestinese.

“Un vero ebreo difenderà il popolo palestinese”

Nel suo discorso, ha dichiarato con enfasi che Gaza non sarà mai sconfitta. Perché ne è così sicuro?

Perché è una causa dei giusti. E per la solidarietà dimostrata dagli studenti di tutto il mondo e da molti individui, compresi quelli della comunità ebraica pro-palestinese. L’idea che ciò che sta accadendo sia un genocidio è già stata ampiamente accettata. Naturalmente, un vero ebreo difenderà il popolo palestinese nella sua ricerca di pace e armonia, una coesistenza tra due popoli che hanno storicamente vissuto insieme e arricchito reciprocamente le proprie culture.

Hai elogiato anche altre lotte in giro per il mondo. Come vedi la relazione tra la lotta palestinese e le lotte latinoamericane contro il colonialismo e l’imperialismo?

Oggi, dobbiamo essere palestinesi. Proprio come dobbiamo essere Mapuche se siamo argentini, o neri se affrontiamo le disuguaglianze sopportate dai neri negli Stati Uniti. Dobbiamo allinearci a ogni lotta emancipatrice contro l’oppressione. È dovere di chiunque sia impegnato nella liberazione (o perché non chiamarla rivoluzione) stare al fianco di coloro che lottano per la libertà dal dominio.

Milano ecc. zone rosse - avanza lo stato di polizia moderno fascista

 Milano: Daspo urbani, multe e arresti in arrivo per gli abitanti. Istituite zone rosse a “macchia d’olio”

Dal 30 dicembre fino al 31 marzo, la città di Milano sperimenterà per la prima volta un provvedimento che impedirà a una parte degli abitanti della città di poter circolare liberamente per le sue vie. L’estensione delle politiche di controllo sociale continua

da Milano in Movimento

Nell’ambito dell’ultima riunione del Comitato Provinciale per l’ordine pubblico e la sicurezza, infatti, è stato adottato un pacchetto di misure che istituisce aree che saranno considerate inattraversabili per chi sarà considerato “un concreto pericolo per la sicurezza pubblica”. A firma del Prefetto di Milano Claudio Sgaraglia, questo provvedimento è stato presentato come “contingibile ed urgente ai sensi dell’articolo 2 del testo unico delle leggi di pubblica sicurezza (il Tulps), che dispone il  divieto di stazionamento alle persone che assumono atteggiamenti aggressivi, minacciosi o molesti, e siano già gravate da precedenti penali per alcuni tipi di reati“.
Si guarda ai reati in materia di stupefacenti, reati contro la persona (percosse, lesioni personali, rissa), furto con strappo, rapina, danneggiamento, invasione di terreni o edifici, porto abusivo di armi o di oggetti atti ad offendere.
Il provvedimento è un vero e proprio Daspo urbano, con ordine di allontanamento e divieto di ritorno per un tempo che sarà stabilito dal questore caso per caso.
Le infrazioni saranno punibili con l’arresto fino a 3 mesi, oppure 250 euro di multa.

L’intenzione chiara è quella di offrire uno strumento ulteriore alle Forze dell’Ordine nel controllo

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la redazione

lunedì 30 dicembre 2024

“I leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania" - info

“i leader della resistenza nel campo di Jenin” hanno proposto “uno sciopero globale in Cisgiordania per protestare contro l’assedio del campo da parte dei servizi di sicurezza dell’Autorità Palestinese”. 

In un comunicato stampa congiunto, Hamas, Jihad islamica e Fronte popolare per la liberazione della Palestina avevano affermato quanto segue:

“* Chiediamo alla leadership dell’Autorità Nazionale Palestinese di invertire immediatamente la repressione a Jenin, che serve solo al nemico israeliano. Chiediamo il ritiro immediato delle forze di sicurezza e del personale dell’Autorità Nazionale Palestinese dal campo profughi di Jenin e la revoca dell’assedio imposto.

* Chiediamo la formazione di un comitato nazionale superiore che includa tutte le componenti della società palestinese per porre fine all’aggressione in corso a Jenin e nel suo campo, impedire che questi eventi si diffondano in altre aree e proteggere la pace pubblica e comunitaria.”

E’ stato il Washington Post a rendere ufficiale, da parte dei super-padroni statunitensi, che “con l’operazione Jenin, l’Autorità Palestinese sta cercando di dimostrare la propria capacità di gestire la sicurezza nelle aree limitate che controlla in Cisgiordania”, in modo da accreditarsi per il futuro a “governare la Striscia di Gaza dopo la guerra” in funzione anti-Hamas e anti-Resistenza, pro-Israele e pro-Stati Uniti/UE. Ma nel contempo il Washington Post nota che dentro il campo profughi di Jenin “ci sono ancora militanti [dei gruppi della Resistenza] che vagano liberamente”, che il loro schiacciamento non è stato ancora completato. Ed è realmente così, dal momento che i militanti dei gruppi armati stanno resistendo a questa vile operazione al servizio dello stato sionista, e che un certo numero di appartenenti agli stessi “servizi di sicurezza” dell’ANP stanno lasciando le fila di questa polizia coloniale – finora, infatti, afferma la Brigata di Jenin, l’ANP ha arrestato 237 membri delle proprie stesse “forze di sicurezza” che si sono rifiutati di partecipare all’operazione fratricida. Abbas, però, fa sapere un anonimo funzionario ANP, porterà fino in fondo l’ordine dato, cioè ricevuto, “imporrà la sua autorità, e non si potrà tornare indietro”.

Tutto ciò avviene nel mentre le milizie dei coloni moltiplicano le aggressioni e i pogrom contro i villaggi palestinesi; nel mentre si intensificano su una serie di città minori della Cisgiordania bombardamenti e attacchi con carri armati dell’esercito di Israele; e nel mentre droni israeliani sorvolano lo stesso campo di Jenin, “città nel nord della Cisgiordania, centro di una nuova generazione di lotta palestinese” (come la definisce lo stesso Washington Post). Una nuova generazione amata anche fuori da Jenin, se è vero che in questi giorni nel campo di Tulkarem, tanto per

Musk - Le posizioni che esprime sono un crimine in ogni paese del mondo e come tali devono essere considerate

Difende gli estremisti nazisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

Musk difende gli estremisti di Afd con un commento sulla Welt am Sonntag. Giornalista dà le dimissioni

La decisione di Eva Marie Kogel, responsabile della pagina delle opinioni. Nell’articolo il miliardario ribadisce che solo il partito di Weidel può salvare la Germania

La denuncia dell’Euro-Med Monitor: testimonianze orribile di esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan

infopal

L’Euro-Mediterranean Human Rights Monitor rivela testimonianze orribili riguardanti esecuzioni sul campo, molestie sessuali e trattamenti degradanti durante l’attacco israeliano all’ospedale Kamal Adwan nel nord di Gaza:

“Abbiamo ricevuto testimonianze orribili riguardo ai crimini gravi commessi dall’esercito di occupazione contro i civili durante l’assalto all’ospedale Kamal Adwan e alle aree circostanti ieri, venerdì.

“I crimini includevano omicidio premeditato, esecuzioni sul campo e aggressioni sessuali e fisiche contro donne e ragazze da parte del personale medico e delle donne sfollate nella regione.

“Secondo le testimonianze che abbiamo raccolto, durante l’attacco all’ospedale, le forze di occupazione hanno commesso una serie di crimini orribili, tra cui far esplodere bombe robotiche vicino a numerose case abitate, provocandone il crollo e uccidendo civili al loro interno.

“I crimini includevano soldati di occupazione che eseguivano esecuzioni sul campo contro civili, alcuni dei quali erano feriti e altri portavano bandiere bianche.

“L’esercito di occupazione ha arrestato decine di donne e ragazze, le ha sottoposte a pratiche pericolose equivalenti a molestie sessuali e le ha trattate in un modo che ha degradato la loro dignità umana, aggredendole picchiandole e costringendole a togliersi l’hijab e i vestiti.

“Le forze di occupazione hanno costretto tutti coloro che si trovavano nella zona a evacuare con la forza e a lasciare il Governatorato di Gaza Nord, e ne hanno rapito dozzine, compresi membri del personale medico e di servizio.RispondiRispondi a tutti”.

domenica 29 dicembre 2024

pc 29 dicembre - Dopo la manifestazione di Chieti contro la Leonardo spa, grande corteo ieri a Teramo ancora contro guerra, genocidio e repressione. Info da SRP-AQ

Si è concluso con un grande corteo ieri a Teramo il ciclo di iniziative e mobilitazione organizzato da varie realtà del territorio abruzzese e marchigiano contro guerra, genocidio e repressione.

Un corteo preceduto venerdì da un partecipato presidio fuori la Leonardo spa a Chieti contro l'azienda complice nel genocidio in Palestina e in tutti i teatri di guerra. Un presidio che poi si è mosso in corteo verso la stazione, con molti interventi su guerra, genocidio e repressione interna, che hanno anche raccolto diversa approvazione dalle persone affacciate dai palazzi o per strada.

Manifestazione del 27 contro la Leonardo a Chieti


Corteo del 28 a Teramo

Il corteo di Teramo ha visto la partecipazione di oltre 500 persone di tutte le età, che nonostante gli ostacoli imposti dalle autorità sin dal suo annuncio, hanno attraversato con determinazione le vie della città, intonando slogans contro il genocidio in Palestina e la complicità in esso e nella repressione del governo fascista Meloni.

Dapprima infatti, secondo la Questura, questo corteo non doveva proprio esserci, poi non doveva passare per il centro, infine doveva essere relegato a vie per lo più  secondarie e buie. Ciò però non ha scoraggiato le tante persone che vi hanno preso parte e a fine corteo, in una piazza secondaria, anche l'ultimo tentativo di volerci avvicinare al centro cittadino è stato respinto.

Così alcune decine di compagne/i, alla spicciolata, si sono ritrovate/i nella piazza centrale della città, proprio quella che doveva essere evitata come la peste dalle autorità.

È stato riaperto lo striscione, accese torce e fuochi d'artificio, mentre il normale passeggio si fermava per capire quello che stava avvenendo ed ascoltare gli interventi sul genocidio in Palestina, le guerre imperialiste, la repressione.


Riprendersi quello spazio ha voluto dire anche questo: se la repressione avanza, si combatte proprio mettendo in campo quelle pratiche che vorrebbero zittire.






Intervento di una compagna di Pescara

Intervento dell3 compagn3 di FG e CM L'Aquila


Intervento di SRP L'Aquila

Intervento di Tiziano Lovisolo

Il servizio di LAQTV:

BRESCIA: OLTRE MILLE PERSONE AL PRESIDIO ANTIFASCISTA, CARICHE DI POLIZIA SUI MANIFESTANTI


Oltre un migliaio gli antifascisti e le antifasciste in piazza Vittoria sabato 28 dicembre a Brescia per rispondere alla chiamata dell’Assemblea Permanente Antifascista contro le ripetute provocazioni di alcuni gruppi fascisti locali avvenute nelle ultime settimane: dalla sfilata del 13 dicembre tra Brescia Due e la stazione Fs  fino all'”aperitivo tricolore” previsto in un bar di piazza Vittoria proprio sabato 28 dicembre, vietato nelle ultime ore dalla Questura.

Il divieto di manifestare in piazza Vittoria era stato però notificato dalla polizia anche al presidio antifascista. Le realtà bresciane che compongono l'”Assemblea Permanente Antifascista” hanno deciso di ritrovarsi comunque in piazza Vittoria per una conferenza stampa nonostante il diniego, mentre i fascisti (una cinquantina) hanno ripiegato dentro la loro sede in via B. Croce.

Mentre in piazza Vittoria era in corso la conferenza stampa con gli interventi di esponenti delle realtà antifasciste, intorno alle 17.30 i manifestanti hanno aperto alcuni striscioni, tra cui quello di csa Magazzino47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca con la scritta: “La vera sicurezza è questa qua. Casa, diritti, dignità!

Celere, carabinieri e funzionari della Questura si sono avvicinati immediatamente e hanno provato a strappare lo striscione e alcuni cartelli dalle mani dei manifestanti.

Di fronte al rifiuto delle antifasciste e degli antifascisti all’ordine di mettere via gli striscioni e i cartelli, i reparti anti sommossa di polizia e carabinieri hanno più volte caricato e manganellato i presenti.Dopo aver resistito alle cariche in modo compatto e mantenendo la propria presenza in piazza Vittoria, alle ore 18.30 è partito un corteo antifascista in centro storico, che si è chiuso nel quartiere popolare del Carmine.

radio onda d'urto

Milano, per il 64° sabato, ancora in corteo per la Palestina


 



venerdì 27 dicembre 2024

Criminali sionisti giù le mani dal csa Vittoria, la solidarietà alla resistenza del popolo palestinese non si tocca

 Comunicato di solidarietà csa Vittoria

La vile provocazione ai compagni del Vittoria di Milano oltre alla necessaria solidarietà e vicinanza come compagni deve portare tutto il movimento di solidarietà con la Palestina ad una risposta adeguata a queste intimidazioni. A partire dal denunciare le coperture di istituzioni e governo fascista Meloni che con la loro politica sono complici del genocidio dello stato nazi-sionista di Israele e alimentano il clima di criminalizzazione verso chi si schiera apertamente con la resistenza in Palestina.

È in questo contesto che si rendono possibili e impuniti questi attacchi, così come la repressione con fogli di via, ultimo quello ad Hannoun dell'API, e arresti di compagni come il caso di Anan Yaneesh ancora detenuto nelle carceri italiane.

Tutto questo non ci intimorisce ma rafforza le giuste motivazioni della nostra lotta per andare avanti fino alla vittoria con la resistenza palestinese e per una nuova resistenza nel nostro paese contro guerra imperialista e moderno fascismo.

proletari comunisti Bergamo Milano 

MILANO: INTIMIDAZIONI E MINACCE SIONISTE AL CENTRO SOCIALE VITTORIA. MASSIMA SOLIDARIETÀ ALLE/AI COMPAGNE/I

 da radio onda d'urto

Intimidazioni e minacce a compagne e compagni del Centro Sociale Vittoria di Milano, presi di mira da un’escalation di atti vandalici e messaggi intimidatori che sembrano provenire da gruppi sionisti.

Il CSA Vittoria è stato oggetto di provocazioni sin dall’ottobre 2023. Queste però sono aumentate dopo l’iniziativa dell’agosto 2024 alla presenza di Ismail e Halima Abusalama, coppia di militanti della sinistra palestinese riuscita a uscire dalla Striscia di Gaza.

Gli attacchi al centro sociale milanese sono stati diversi negli ultim mesi, con diversi metodi: dallo strappo di locandine all’incisione di stelle di David sui muri.

Nella notte tra il 26 e il 27 dicembre si è verificato un nuovo episodio. Sono stati strappati uno

NO all'estradizione di Gino in Ungheria - campagna internazionale

Gino è stato arrestato in Francia il 14 novembre 2024 a seguito di un Mandato di Arresto Europeo (MAE) emesso dall’Ungheria poiché accusato di aver aggredito alcuni neo nazisti a Budapest in occasione delle manifestazioni indette contro la parata nazista denominata giornata dell’onore.

A partire dall’arresto di Gino decine di collettivi, gruppi, e singoli individui si sono attivati in tutta Europa dimostrando solidarietà.

Gino al momento si trova recluso presso il Centro Penitenziario di Frenes (Parigi). Il 18 dicembre si è tenuta un’udienza in cui il Giudice ha rinviato al 15 gennaio 2025 la decisione sulla sua estradizione e ha negato la richiesta dei domiciliari motivando tale scelta con il pericolo di fuga.

È importante che da qui alla prossima udienza al Tribunale di Parigi prevista per il 15 Gennaio la campagna di solidarietà e sostegno raggiunga sempre più persone e accumuli sempre più forze.

Stellantis contro i padroni e il governo a loro servizio

pc 26 dicembre - Sulla situazione in Palestina intervista a un medico di Bergamo originario di Gaza

 

Calendario 2025 di proletari comunisti - per riceverlo: pcro.red@gmail.com

 

giovedì 26 dicembre 2024

La Formazione operaia su 'Stato e rivoluzione' di Lenin riprende il 2 gennaio

 

Un manifesto sempre valido ieri come oggi

Più agenti e militari nelle classi. La scuola militarizzata di Valditara

Poliziotti, protocolli e concorsi

Valerio Cuccaroniinsegnante da il Domani

Il protocollo d’intesa, firmato il 21 novembre ma finora non pubblicato, tra ministero dell’Istruzione e Dipartimento per la pubblica sicurezza del ministero dell’Interno, punta a «contribuire alla formazione dei giovani, promuovendo la cultura della legalità e del rispetto delle regole, perché diventino protagonisti responsabili della propria vita e cittadini consapevoli della società civile».

Ma cosa si farà per raggiungere questo obiettivo? Si scopre leggendo l’articolo 2 dell’atto, dove i ministri Giuseppe Valditara e Matteo Piantedosi si impegnano a promuovere, per i prossimi tre anni, «un programma pluriennale di attività volto alla promozione e alla diffusione della cultura della legalità, del rispetto delle regole, del dialogo tra le culture e della conoscenza della Carta costituzionale, promozione dei temi dell’educazione e sicurezza stradale». È evidente quanto stridano questi proclami, in particolare quello sul protagonismo giovanile, mentre il 51,4% dei ragazzi soffre in modo ricorrente di stati di ansia o tristezza prolungati, secondo un sondaggio dell’Autorità garante per l’infanzia e l’adolescenza. Si moltiplicano le iniziative per portare nelle scuole esercito e polizia ma invece di soldati e poliziotti ci vorrebbero più docenti, più psicologi e più fondi per ridurre il numero di alunni per classe.

Caro Babbo militare

Oltre che per le forze dell’ordine, il governo cerca proseliti tra le nuove generazioni anche per rimpolpare le forze armate ed ecco spuntare un bando per il miglior tema sul Militare italiano. Il ministero dell’Istruzione ha infatti lanciato il concorso nazionale sul ruolo delle Forze armate e del

mercoledì 25 dicembre 2024

Il genocidio palestinese e la narrazione dei mass media imperialista e filosionista

Da 14 mesi i caccia israeliani bombardano Gaza, una striscia di territorio costiero di appena 360 km² di superficie popolata da più di due milioni di abitanti. Le vittime ufficiali degli incessanti attacchi israeliani contro la popolazione civile sono 46.000 di cui almeno la metà bambine/i.

Ma questa è solo la cifra dei morti registrati dalle strutture sanitarie in loco, ormai quasi tutte distrutte, e non può tener conto né di quanti sono sepolti sotto le macerie, né di quanti muoiono in conseguenza delle ferite, della fame, delle malattie.

Secondo stime diverse ed avvalorate da autorevole letteratura scientifica (per esempio la rivista inglese di  medicina Lancet) potrebbero essere già più di 200.000 mila.

Anche ieri notte un raid israeliano sulla tendopoli di sfollati di #Nuseirat ha causato decine di morti.

Ed anche stavolta i media mainstream occidentali hanno riservato poche righe distratte all’ennesima

La manifestazione di Parigi per la liberazione di Georges Abdallah del 21 dicembre - info

Liberez Georges Abdallah ! Communiqué de la CUpLGIA après la manifestation nationale du 21 décembre


Chers amis, chers camarades,

retour sur un succès unanime de la manifestation nationale pour la libération de Georges Abdallah, appelée par la Campagne Unitaire, ce samedi 21 décembre 2024, deux jours après l’audience à la cour d’appel dont le délibéré est annoncé dans deux mois, pour le 20 février.

 Alors que comme parfois, certains s’obstinent à reprendre les chiffres a minima que pourrait communiquer la police, très nombreux sont ceux qui ont comptabilisé dans le parcours et annoncent aujourd’hui sur les réseaux 4000 manifestants, venus de partout en France mais aussi de Belgique et d’Allemagne.

Nombreuses ont été les sections de la Campagne Unitaire et de la Fédération Syndicale Etudiante à avoir fait le déplacement que ce soit de Nantes, de Rennes, de Toulouse, de Montpellier, de Marseille, de Nice, de Caen, de Limoges, de Saint-Etienne, de

lunedì 23 dicembre 2024

proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio


proletari comunisti riprenderà le sue normali pubblicazioni quotidiane dal 10 gennaio - In questo periodo naturalmente pubblicheremo comunque post informativi, di denuncia e di mobilitazione se necessari ai proletari e masse popolari.

la redazione

domenica 22 dicembre 2024

pc 22 dicembre - Report dall'assemblea “𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚: 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞” tenutasi a Palermo

 Abbiamo partecipato all’assemblea pubblica organizzata dai rappresentanti delle comunità palestinesi nei giorni scorsi, un’assemblea che è stata divisa in due parti 

Questo l’invito: “𝐏𝐚𝐥𝐞𝐬𝐭𝐢𝐧𝐚: 𝐚𝐭𝐭𝐮𝐚𝐥𝐢𝐭𝐚̀, 𝐩𝐨𝐥𝐢𝐭𝐢𝐜𝐚 𝐝𝐢𝐫𝐢𝐭𝐭𝐨 𝐢𝐧𝐭𝐞𝐫𝐧𝐚𝐳𝐢𝐨𝐧𝐚𝐥𝐞”
La comunità palestinese di Palermo, "Voci nel Silenzio", anche a seguito di un’ampia discussione all'interno del “Coordinamento di solidarietà con il popolo palestinese”, invita tutta la cittadinanza solidale con la causa palestinese ad un dibattito aperto a tutte le realtà, enti e singole persone per analizzare storie, fatti e processi dell’attuale lotta per la liberazione della Palestina. L'obiettivo è tentare di tracciare una sintesi condivisa fra tutti/e. E anche quella di dare voce alla comunità palestinese sul genocidio in corso e sulle azioni da porre in essere per contrastarlo.


L’assemblea si è aperta con un forte saluto solidale a Luigi Spera, presente, dopo la scarcerazione dal carcere di Alessandria, ieri 20 dicembre è iniziato a Palermo il processo. 

La prima parte dell’assemblea ha visto in particolare gli interventi dei rappresentanti palestinesi, partendo da un excursus storico fino ad oggi della questione Palestina ed entrando poi nel merito di oggi e su cosa è necessario e urgente fare. 

Uno degli interventi del rappresentante palestinese di “Voci nel Silenzio”

In questa parte dell’assemblea poi è stata data possibilità ai presenti di intervenire
L’intervento del compagno di proletari comunisti


E’ stato diffuso ai rappresentati della comunità palestinese e ai presenti il comunicato/valutazione di pc sulla grande manifestazione di Roma del 30 novembre.

L’assemblea si è conclusa con la volontà di continuare un percorso di azione e lotta condiviso a sostegno del popolo palestinese, per tutti i popoli oppressi e contro il governo Meloni.

pc 22 dicembre - Leonardo factotum della difesa europea, parla Cingolani - una sorta di promemoria per la lotta del nuovo anno

 Il 15 dicembre Roberto Cingolani, amministratore delegato di Leonardo, ha rilasciato a La Repubblica un’intervista che mette in fila tutti i tavoli su cui Leonardo sta lavorando. In epoca di guerra, più o meno dichiarata, è necessario dare parola ai produttori di armi, affinché legittimino il loro operato nell’opinione pubblica.

Il quadro delineato da Cingolani è quello che vede Leonardo assumere sempre più la funzione di pilastro del riarmo europeo, nell’orizzonte di un ruolo maggiormente attivo di Bruxelles nella competizione globale, e della sua proiezione negli scenari di tensione in tutto il mondo. Il ruolo, insomma, che vuole assumere una compiuta potenza imperialista.

Il conflitto in Ucraina ha segnato una svolta in questa direzione, perché ha rotto lo stallo, pur sempre dinamico e non privo di conflitti, che aveva segnato le relazioni tra le grandi potenze fino a pochi anni fa. “Multidominio interoperabile” è la definizione che il dirigente d’azienda ha dato all’approccio di sicurezza globale onnicomprensivo che il colosso italiano vuole seguire.

Significa fare la propria parte in un modello integrato, sempre più declinato sulle esigenze di guerra, in cui vanno di pari passo sviluppi bellici, cybersicurezza, autonomia energetica e alimentare.

Su quest’ultima la UE, che non possiede grandi risorse, sta lavorando tra accordi con paesi africani e il Mediterraneo allargato, dal Sahel al Golfo Persico.

Sui primi punti, invece, Leonardo vuole essere la punta di diamante di una comunità europea che, per Cingolani, deve comunque fare i conti al più presto con i soliti problemi di frammentazione delle politiche e delle filiere.

Anche per questo il colosso di piazza Monte Grappa vuole diventare “un’azienda sempre più internazionale e interconnessa che come prodotto centrale avrà la sicurezza globale“.

L’ex ministro italiano ha fatto degli esempi, che rendono tutto più chiaro: se “l’esigenza attuale è garantire che tutte le piattaforme dialoghino“, allora accanto ad aerei ed elicotteri ci sono i servizi spaziali e satellitari che garantiscono le comunicazioni, le strumentazioni elettroniche e i supercomputer per lo sviluppo digitale e la cybersicurezza.

Ma la protezione dei dati informatici vale anche in periodo di pace, i satelliti permettono importanti salti di qualità anche in usi civili, come nell’agricoltura di precisione e nella climatologia. “Abbiamo messo in piedi una tecnologia che opera su tutti i domini, ossia in terra, in cielo e spazio, nel mare e nel digital continuum“, ha detto Cingolani.

Se volessimo dirlo in altri termini, meno spendibili forse per i media mainstream, Leonardo ha messo in piedi una serie di divisioni di lavoro che toccano in maniera diffusa ognuno dei settori fondamentali della vita civile e militare della UE, mettendoli in sinergia per rispondere alle mire strategiche di Bruxelles.

Quella che è apparsa su La Repubblica è la rappresentazione plastica migliore di cosa implica il dual use che abbiamo avuto negli ultimi mesi. Con in più l’esplicitazione dell’elemento politico-strategico, che non è compreso nel semplice riconoscimento della possibilità di utilizzo sia per fini civili sia per fini militari di alcune tecnologie e strumentazioni.

Perché dire che questa intersezione tra vari settori e ambiti può essere riassunta in “sicurezza globale“, e farlo dire al vertice di un’impresa bellica significa, da una parte, che l’intero modello sociale e produttivo verrà ripensare intorno al complesso militare-industriale; dall’altra, che dunque le priorità politiche saranno decise in base alla politica estera.

Ripensare l’economia continentale secondo una prospettiva di guerra e spingere sul keynesismo anche per dare legittimità all’avventurismo bellico contro coloro che sono identificati come nemici. E dunque tutte quelle realtà che, in forme varie, vogliono perseguire relazioni e percorsi di sviluppo differenti da quelli imposti dall’imperialismo euroatlantico.

Ad ogni modo, Leonardo si occupa innanzitutto di armi e armamenti, e dunque Cingolani elenca i progetti che rappresenteranno la spina dorsale dell’attività dell’azienda per i prossimi anni, e che avranno un ruolo fondamentale anche nel disegnare la fisionomia della difesa europea, dalla terra allo spazio. Una breve disamina può essere utile per non perdersi le prossime notizie in merito.

L’accordo con Rheinmetall per un nuovo carro armato, secondo Cingolani, “è la prima chiara dimostrazione che si può creare uno spazio europeo della difesa a livello industriale“.

Il Panther tedesco e il digitale italiano verranno uniti per creare un mezzo nuovo e capace di competere sui campi di battaglia del futuro, almeno per come sono immaginati dopo l’esperienza ucraina.

C’è poi una frase che, di nuovo, parla di come lo sviluppo tecnologico sia tutt’altro che neutrale. Per quanto riguarda la mancanza di competenze necessarie, Cingolani afferma: “quando mi occupavo di scienza prendevo ricercatori dalla Cina o dall’Iran: sulla tecnologia di Leonardo non lo puoi fare per questioni di sicurezza“, perché serve a muovere guerra proprio a quei paesi.

Ora, che prima non ci fossero preoccupazioni rispetto alla condivisione di informazioni e studi con i paesi citati non è vero, ci sono sempre state. Semmai è interessante che vengano citati proprio quei due paesi, Iran e Cina, a ribadire che la fase è cambiata e i legami con essi vanno considerati, appunto, una questione di sicurezza nazionale e che la scienza non è un terreno dove la politica non ha casa.

Per quanto riguarda i cieli, Cingolani ammette che sui droni sono rimasti indietro, anche se stanno mettendo a disposizioni le capacità digitali di Leonardo in programmi di collaborazione con altri produttori. C’è poi il convertiplano AW 609 (un ibrido tra un aereo e un elicottero).

Oggi solo la statunitense Bell e l’azienda di piazza Monte Grappa possiedono questo tipo di tecnologia, e il prototipo italiano dovrebbe ottenere presto la certificazione come mezzo civile. “Poi valuteremo le applicazioni militari“, aggiunge ovviamente Cingolani, perché ormai non c’è conquista che non debba essere messa a disposizione di una politica di potenza.

Ma il vero fiore all’occhiello, nel dominio dell’aria, sarà il Global Combat Air Programme (GCAP). Si tratta di un caccia stealth di sesta generazione, che sarà invisibile ai radar e attraverso il quale si potrà controllare in remoto una flotta di droni senza pilota: una “portaerei che sta in cielo“, ha detto Cingolani.

Una settimana fa è stata firmata la joint venture tra l’italiana Leonardo, la britannica BAE Systems e la nipponica Mitsubishi, mostrando la volontà di assecondare un assetto euroatlantico (allargato al Giappone) per l’aereo che dovrebbe sostituire il parco dei mezzi dei paesi coinvolti, a partire dal 2035.

I costi previsti per lo sviluppo dei droni e del software che dovrà gestire lo sciame di dispositivi si aggirano sui 100 miliardi di euro, per questo per Cingolani i sauditi sarebbero i benvenuti nel progetto: “hanno voglia di creare un’industria aeronautica, che può legarsi al programma GCAP e metterli al centro del grande mercato mediorientale“, e hanno molti soldi da spendere.

C’è anche la concorrenza del FCAS, un consorzio tra Francia, Germania e Spagna per creare un caccia dalle caratteristiche simili al GCAP. Ma per l’amministratore delegato italiano gli altri alleati europei sono in ritardo rispetto alla nuova joint venture che coinvolge Leonardo, e inoltre, come detto già tempo fa, in realtà i due programmi non sono necessariamente in contraddizione tra di loro.

Infine, la space economy, in particolare i servizi satellitari con usi “che vanno dalla difesa alla geologia, all’agricoltura alla geolocalizzazione“. Per questo settore, Cingolani auspica una maggiore apertura al privato e più ampie e forti alleanze europee, facendo a meno di particolarismi nazionali.

Il messaggio di fondo è ancora quello: serve creare un complesso militare-industriale europeo, che non sia poi solamente militare ma metta in collegamento tutti i settori principali e maturi del ciclo capitalistico così come funziona oggi. Non c’è nessuna divisione tra civile e militare, tutto serve unicamente a vincere lo scontro della competizione globale.


pc 22 dicembre - Intervista a Mohammad Hannoun, presidente dell'Associazione Palestinesi in Italia

pc 22 dicembre - Dal corteo per la Palestina di sabato a Milano



Sabato 21 dicembre il corteo è stato più partecipato e tutti gli interventi 
si sono concentrati sulla necessità dell'unità delle forze palestinesi 
sulla Resistenza e contro ANP, ma anche sulla necessità dell'unità in Italia 
contro il governo Meloni complice del genocidio.

sabato 21 dicembre 2024

pc 21 dicembre - Raccolta delle trasmissioni di ORE 12 Controinformazione rossoperaia - In uscita il 5° fascicolo da luglio a dicembre 2024

Per richiedere i precedenti fascicoli: pcro.red@gmail.com  



pc 21 dicembre - Un po' tardiva ma la risposta è arrivata Brescia Antifascista!

Venerdì 20 dicembre a Brescia imponente  risposta antifascista al corteo fascista e xenofobo di venerdì 13 dicembre – con 300 fascisti locali (e di Verona, Bergamo, Cremona e Mantova) in zona Stazione – e alle svastiche vergate su muri e monumenti del centro storico, un paio di giorni fa. Una svastica è comparsa anche sul basamento della statua della “Bella Italia”, a pochi passi dalla stele dei Caduti di piazza della Loggia che ricorda la strage fascista, di Stato e della Nato del 28 maggio 1974, con 8 morti e 102 feriti durante una manifestazione antifascista.

L’appuntamento antirazzista e solidale era per le 17.30 in piazza Rovetta, lanciato da Anpi e Cgil e a cui hanno aderito decine e decine di organizzazioni differenti, comprese le realtà antagoniste, seppur con proprie parole d’ordine. Le migliaia e migliaia di persone arrivate sono ben presto esondate in piazza Loggia. Da lì lo spezzone antagonista – Magazzino 47, Diritti per tutti e Collettivo Onda studentesca – è partito in corteo, con diverse migliaia di persone, arrivato nelle stesse strade percorse dai fascisti la scorsa settimana.


Il riassunto della mobilitazione antifascista di Brescia nel servizio del Giornale Radio con Marco, inviato della Redazione di Radio Onda d’Urto.

 

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(nel video, dell’Anpi Scuola Brescia, il corteo di movimento partito da piazza Loggia)

LE CORRISPONDENZE.

Ore 19 – Il corteo di movimento, molto compatto, è arrivato in via Corsica, quella immortalata nel video – ripreso da media locali e nazionali – del corteo di 300 fascisti del 13 dicembre, per mostrare visivamente “di chi è Brescia, città antifascista. Siamo dieci volte loro”, è stato scandito dall’impianto di amplificazione del corteo di Magazzino 47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca. Marco, della Redazione, in diretta.

Ore 18.30 – Il corteo di movimento, ingrossato con migliaia di persone, marcia verso le zone (stazione Fs e via Corsica) percorse dal corteo di 300 fascisti venerdì scorso. In testa il grande striscione “La vera sicurezza è questa qua: fuori i fascisti dalle città. Casa, diritti, dignità”.

Ore 18.15 – Molte migliaia di persone – 10 mila secondo le prime stime –  riempiono tutta piazza Loggia. Lo spezzone antagonista si muove in corteo spontaneo verso via X Giornate e il centrale corso Zanardelli.

Ore 18 – Si svuota piazza Rovetta, la folla – cresciuta ancora nei numeri, con diverse migliaia di presenti in continua crescita – tracima in piazza Loggia, dove si trova la stele dei Caduti della Strage fascista, di Stato e della Nato del 28 Maggio 1974. In testa lo spezzone di csa Magazzino 47, Diritti per Tutti e Collettivo Onda Studentesca (

Ore 17.45 – In piazza anche esponenti dell’Amministrazione comunale e i consiglieri di maggioranza (di centrosinistra), mentre quelli di destra hanno votato contro alla richiesta (comunque approvata) di sospendere per un’ora il Consiglio comunale in corso a palazzo Loggia.

ORE 17.30 – In piazza, prima del via ufficiale della mobilitazione, ci sono già abbondantemente oltre un migliaio di persone.

ORE 17 – Militanti antifasciste e transfemministe hanno realizzato un flash mob sulla statua della Bella Italia, punto di riferimento per decine di iniziative organizzate negli ultimi anni da Non Una Di Meno. 



pc 21 dicembre - AMAZON è SCIOPERO!

Autisti e magazzinieri di Amazon negli USA sono in sciopero. É il più esteso sciopero nella storia dell’azienda negli Stati Uniti.

L’interruzione del lavoro è causata dalla non volontà di Amazon di riconoscere il sindacato dei teamsters, accettando di conseguenza di contrattare con la Union  migliori condizioni retributive e di sicurezza.

Amazon è la seconda azienda nella lista di Fortune 500 ed è una delle multinazionali che ha investito di più nelle strategie anti-sindacali a livello mondiale, mentre i teamsters sono una delle realtà sindacali

pc 21 dicembre - Gli operai lottano... ogni tanto vincono... Gli operai di Forlì

Gli operai di Forlì occupano la fabbrica e vincono la vertenza

Lavoravano per 12 ore al giorno percependo uno stipendio adeguato a otto ore lavorative, privati di qualsiasi livello di sicurezza e l’alloggio previsto in realtà coincide con lo stesso capannone senza riscaldamento con i materassi buttati a terra. Gli operai hanno bloccato lo stabilimento di mobili e allestito un presidio davanti all’azienda.

da Radio Blackout

La vertenza che vede protagonisti gli operai pakistani reclutati a Prato da una ditta, la Sofalegname, che produce mobili imbottiti a Forlì è stata seguita dal sindacato sociale Sudd Cobas, di seguito un commento del compagno che abbiamo intervistato:

“Questi lavoratori già li conoscevamo in parte. Sono condizioni simili a quelle che troviamo spesso nel

pc 21 dicembre - Le comunità palestinesi - Lettera aperta ad Abu Mazen e alla leadership dell’Autorità Palestinese a Ramallah

Ciò che sta accadendo oggi nella nostra amata Palestina in termini di crimini, guerre di genocidio e pulizia etnica per mano dell’esercito occupante sionista e di branchi di coloni, con la partecipazione dell’alleanza imperialista e dei suoi seguaci e strumenti nella regione, richiede tutti ad avere una rilettura radicale, sia nelle performance politiche e militari che nelle traversie del movimento di massa e nella lotta dei popoli solidali con noi.

Ciò richiede che le persone leali in patria e nella diaspora prendano l’iniziativa per riunirsi, formulare le linee generali per l’imminente confronto con l’occupante e formulare politiche che consentano al nostro popolo e ai suoi amici di impegnarsi dietro le fila della resistenza all’occupazione. proteggere la patria e innalzare lo spirito combattivo ovunque, sia con il sostegno diretto che indiretto.

Ciò che accade oggi in Cisgiordania è esattamente il contrario, dove tutto ciò che è utile e resistente,