Dai compagni e compagne di proletari comunisti di Palermo
In alcune assemblee cittadine di militanti di diverse organizzazioni e singoli compagni avevamo proposto per il 25 aprile di quest’anno, in unità con realtà convergenti in 'Assemblea No guerra' (cobas confederazione, anarchici, Fca, singoli), un corteo alternativo a quello istituzionale indetto da ANPI e composto principalmente dall’Anpi, dal Pd e dalla Cgil, più i rappresentanti del governo regionale e comunale, tutti e due infarciti di deputati e consiglieri di FdI.
Una proposta oggettivamente fattibile, che avrebbe visto la partenza davanti al carcere come simbolo della repressione di Stato, di cui questo governo Meloni è ben rappresentante anche in salto di qualità, il passaggio da un quartiere popolare e un “incontro” a metà strada con l’altro corteo in termini eventualmente di contestazione... Ma la proposta è stata rifiutata per la scelta di partecipare al corteo istituzionale in particolare dei centri sociali Antudo (alcuni stanno con Cgil) e Anomalia (con collegamento a Usb), Officina del Popolo, giovani Fgc e Pcl che con posizioni opportuniste si accodavano.
Le motivazioni: avere più visibilità mediatica, prendersi la testa del corteo con il bandierone Palestina e "se è il caso contestare", esprimendo una sottovalutazione del governo Meloni, visto come gli altri e rientrante nelle destre generiche, e altre argomentazioni di basso livello, in particolare dagli arroganti giovani di Officina del popolo, del tipo “proponete il corteo alternativo per paura degli scontri?”
Abbiamo quindi deciso di partecipare al concentramento della manifestazione, posizionandoci a piazza Croci dove i compagni dei centri sociali avrebbero dovuto "prendere la testa del corteo…"
Abbiamo lavorato, non senza difficoltà, per organizzare la partecipazione dei lavoratori che vanno indietro oggettivamente, interni ad un andare indietro più generale della classe lavoratrice in questo paese e in questa fase. Il 24 avevamo fatto l'intervento ai cantieri Navali con invito per il 25 e diffusione Contro informazione rossoperaia. E il 25 una delegazione di lavoratori ha, grazie a questo lavoro, partecipato alla mobilitazione.
La mattina del 25, noi, i compagni dell’Assemblea no guerra e singoli siamo quindi andati a Piazza Croci, posizionandoci lungo la strada insieme comunque ai compagni centri sociali, ecc, presenti anche un gruppo di giovani di una scuola superiore.
Non abbiamo atteso però affatto gli altri o le azioni altrui ma abbiamo cominciato subito distribuendo i
nostri materiali e lanciando diversi slogan sul 25 aprile, contro la repressione, per la liberazione degli antifascisti Ilaria, Alfredo, Luigi, contro il governo Meloni e per la Palestina, alternandoci con i compagni di 'Assemblea No Guerra' e singoli, quindi abbiamo fatto vari interventi al megafono, lettura del volantino, ecc; vari giornalisti hanno fatto foto, in particolare alla locandina sulla Meloni, allo striscione.Non vi è stata alcuna contestazione da parte dei centri sociali né alcuna presa della testa del corteo che quando è iniziato aveva alla testa l’Anpi, un assessore di destra della Giunta Lagalla, altri esponenti politici alla Orlando maniera, e a seguire apparato Cgil, RC, Sinistra Italiana, poi i centri sociali con la bandiera Palestina e dietro di loro i militanti PD.
Al passaggio del corteo in particolare la nostra delegazione ha lanciato slogan fatti con gli altri compagni, brevi interventi contro il governo e sulla necessità di lottare ad ampio raggio contro questo governo, al fianco della Resistenza Palestina. Abbiamo contestato le bandiere del Pd accusati di essere anch'essi complici dei guerrafondai, servendo oggettivamente il governo Meloni corresponsabile del genocidio in Palestina. Non abbiamo quindi partecipato al corteo.
Nel corteo la presenza è stata abbastanza ridotta da parte di Anpi/Cgil (l’anno scorso erano il doppio), i numeri oggettivamente glieli hanno portati i centri sociali per arrivare a circa 500. Alcuni fumogeni durante il corteo e finale del corteo in piazza Massimo con la banda delle forze dell’ordine a suonare "Bella Ciao" e il bandierone Palestina sulle scale insieme ad Anpi e presidio Udi donne dietro le forze dell’ordine.
Non si poteva sfilare con chi deliberatamente non si oppone all'invio di soldi, uomini e armi nei teatri di guerra.
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