Avevamo ragione noi, solo noi il 12 aprile con il nostro volantino e la nostra posizione allo sciopero e manifestazione di Torino, così come al presidio alla Stellantis di Melfi nella stessa giornata, purtroppo con gli operai restati a casa con un breve messaggio, come sempre, dell’ultimo momento.
Abbiamo fatto un racconto di questa giornata su questo blog. Abbiamo riportato l’opinione e le posizioni di operai presenti alla manifestazione di Torino, in particolare di area Fiom; cose che in parte condividiamo e in parte no.
In particolare abbiamo detto che i sindacati confederali tutti, Fiom compresa, non avrebbero dato alcuna continuità alla lotta e che anzi erano pronti, e la Fiom in testa, a tornare al Tavolo con Tavares e governo per firmare accordi che dessero via libera ai piani di Stellantis di cassintegrazione permanente, anticamera di esuberi, di uso flessibile e selvaggio di operai secondo le sue esclusive esigenze, ecc.
Sul corpo ancora caldo di questo sciopero i sindacati confederali a Mirafiori firmano un accordo che ferma sostanzialmente la fabbrica a tempo indeterminato, e il massimo che riescono a fare è passare dalla cassintegrazione ai contratti di solidarietà.
1200 operai, quindi, vengono fermati fino agli inizi del mese di agosto, con riduzione delle ore di lavoro fino all’80%. Ma in realtà la fabbrica resterà chiusa fino a settembre, e sono tutti gli operai impiegati sulla linea della ‘500 elettrica’. Al di là degli esuberi, pianificati e certi - checchè ne dicano i sindacati firmatari - compresi i nuovi travestimenti da “esodi volontari”, è il taglio salariale che è
pesante: 20% del salario in meno in una situazione in cui gli operai sono già alla frutta. E’ una tappa dalla miseria relativa alla miseria assoluta.Le motivazioni di Stellantis sono sempre le stesse: la crisi di mercato. Il nostro volantino già dice tutto su questo, ed è l’unica stampa che meriterebbe di essere letta e usata come arma di organizzazione e di base per una piattaforma operaia e una lotta che parta da un NO a Stellantis e ai suoi accordi.
Ma in questo particolare momento è importante smascherare la Fiom che ha la lingua biforcuta e torna al Tavolo e a firmare gli accordi proprio per questo. E’ ipocrita la posizione di Lazzi, segretario Fiom di Torino: “Abbiamo firmato esclusivamente per garantire il sostegno al reddito delle maestranze”. In realtà è un passaggio armi e bagagli sul fronte del sindacato collaborazionista. Prima si firma una resa ai piani del padrone e poi si ritorna a dire le solite cose: “serve un nuovo modello per Mirafiori… Siamo molto preoccupati per l’incertezza che vive lo stabilimento più importante d’Italia”, “se a questo punto il governo non interviene velocemente si mette a rischio lo stabilimento”, “si chiede di essere convocati dal Ministro Urso”, altro fenomeno che insieme al suo governo si fa la campagna elettorale sulla pelle degli operai minacciando l’arrivo dei cinesi, che diventa un ulteriore alibi a sostegno dei piani e dei cosiddetti “ricatti” di Stellantis.
Siamo alla continuità della ‘crisi di mercato’, peraltro dentro i piani già illustrati di concentrazione della produzione in altri paesi del mondo, dal Brasile alla Polonia dove ci sarebbe un clima più favorevole ai profitti aziendali. Per chiarezza, in Brasile ci sarebbe il governo di falsa sinistra di Lula, mentre negli altri paesi i governi sono di destra, ma tutti sono pronti a stendere tappeti dorati alle multinazionali.
Che dire poi di quello che sta succedendo a Melfi? Qui sono innanzitutto gli operai dell’appalto che stanno lottando per salvare il posto di lavoro e il salario, ma guidati da sindacati che al massimo sollecitano il governo regionale a dare soluzioni inevitabilmente fuori dal perimetro Stellantis.
Anche a Melfi, dove peraltro i sindacati agiscono ognuno per conto proprio e gli operai è come se fossero senza sindacato, nell’attivo dei delegati della Fim Cisl il segretario Evangelista dice: “Per essere protagonisti del futuro è fondamentale comprendere i cambiamenti in atto. Nei prossimi 10 anni si verificherà una trasformazione sostanziale nel settore automobilistico, perciò è essenziale prepararsi per ciò che verrà”. Vale a dire: preparatevi ad essere buttati fuori dalla fabbrica e a cercarvi un lavoro. E’ la voce del padrone che parla.
Il punto chiave è cominciare a raccogliere operai e operaie che non ci stanno, a costruire organizzazione di classe, piattaforma operaia.
Prima questo cammino comincerà e prima ci sarà possibilità di resistere e contrattaccare.
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