"Come giovani, studenti e esseri umani ci viene difficile non solidarizzare con il popolo palestinese, vittima degli interessi imperialistici dell’occidente che sfrutta le politiche del governo israeliano"
Genova. Prosegue senza soluzione di continuità l’onda lunga delle occupazioni studentesche che in queste settimane si stanno alternando negli istituti superiori genovesi in linea con quanto succedendo in tutto il paese, con migliaia di studenti che continuano a protestare contro le scelte del governo in termini di politica economica, ambientale e geopolitica. Questa mattina a portare avanti la battaglia studentesca i ragazzi e le ragazze del Montale, che hanno occupato la scuola.
“Questa mattina noi, studenti del Liceo E. Montale di Genova, abbiamo deciso di occupare il nostro Istituto – si legge nella nota stampa diffusa insieme al collettivo Osa – La scelta è avvenuta a causa delle lamentele accolte da moltissimi studenti che sono particolarmente chiare: sistema scolastico
tossico, edifici non adatti alla vita scolastica, sicurezza degli edifici mediocre, scambi con l’estero troppo costosi e con prezzo fisso nonostante la meta e le attività svolte, il poco conto che viene dato alle nostre lamentele e la poca attenzione ai nostri bisogni, la mancanza di attività scolastiche e di incontri che possano essere realmente importanti per e interessare gli alunni. Inoltre riteniamo che questo modello scolastico pensi più a creare lavoratori che studenti e impartire concetti piuttosto che istruire al pensiero critico e al confronto”.Critiche anche per l’istituto dell’alternanza scuola-lavoro: “Un altro problema che è venuto fuori in diverse discussioni è il problema PCTO, uno strumento inutile se non per abituare gli studenti al lavoro precario e non pagato. Senza poi contare i rischi a cui sottopone gli studenti, come Lorenzo Parelli, nostro coetaneo, morto sotto una trave di metallo, mentre svolgeva il PCTO in un’azienda”.
E poi il tema sentito della guerra che con con la carneficina in corso a Gaza in questi mesi ha raggiunto livelli di intensità tremendi e inediti: “Come cittadini oltre che studenti protestiamo per un cambio radicale nel nostro sistema governativo che, invece di investire sulla scuola o sulla sanità pubblica, preferisce investire nelle guerre, sostenendo il genocidio che da più di settant’anni Israele sta compiendo nei confronti del popolo palestinese. Come giovani, studenti e esseri umani ci viene difficile non solidarizzare con il popolo palestinese, vittima degli interessi imperialistici dell’occidente che sfrutta le politiche del governo israeliano usando lo stato sionista come baluardo della democrazia occidentale. Uno stato quello di Israele che è da sempre ostacolo all’autodeterminazione dei popoli arabi e avamposto NATO in medio oriente, in cui l’Unione Europea e gli Stati Uniti non hanno mai esitato a sostenere un regime di apartheid violatore dei più basilari diritti umani”.
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