Bologna:
riaperto Via Zamboni 36 senza tornelli all'ingresso, ma la lotta non è ancora
finita! [Comunicato]
Riprendiamo
il Comunicato del Collettivo Universitario
Autonomo di Bologna
in merito alla notizia di stamane.
"Dopo mesi di chiusura e ormai alla fine
della sessione d' esami estiva l'Università si decide a riaprire la biblioteca
e le sale studio di Via Zamboni 36.
La situazione che ci si presenta è la seguente: il
corridoio d'entrata è libero, i tornelli che bloccavano l'accesso sono stati
disinstallati. Questa è la parziale vittoria delle importanti lotte portate
avanti in modo determinato da centinaia e centinaia di studenti e studentesse,
che dal primo giorno della loro installazione, ne hanno impedito il
funzionamento e per mesi hanno prodotto azioni di protesta e boicottaggio.
L'ingresso alla biblioteca non è limitato da dispositivi di controllo agli
accessi o guardioni e anche qui possiamo rivendicarci una parziale vittoria:
dovremo comunque monitorare che non venga controllato o impedito ad alcuno
l'accesso da parte dei lavoratori della stessa. L'accesso ai bagni funziona
però diversamente, è infatti aperto solo a chi possiede il badge universitario,
strumento che limita la fruizione di un servizio fondamentale e anche
l'utilizzo della sala lettura e che di conseguenza mette in difficoltà chi
frequenta la biblioteca per lo studio personale o agli iscritti all'Accademia
di Belle Arti. Ciò è inaccettabile, ma il cambiamento più grave consiste nella
chiusura della Sala Affreschi, prima attrezzata a sala studio con computer
utilizzabili liberamente e gratuitamente. L'aula ora chiusa di fatto elimina
molti posti per studiare diminuendo notevolmente la capienza di Zamboni 36. Se
possiamo dichiarare parziale vittoria rispetto all'eliminazione dei tornelli
all'ingresso, alcune modifiche non possono essere accettate. Non abbiamo paura
di continuare a lottare finché l'Università che frequentiamo ogni giorno e che
sosteniamo pagando migliaia di euro di tasse possa essere aperta e accessibile
a tutti e tutte. Dall'installazione dei tornelli alle continue sospensioni,
contro chi rivendica una zona universitaria a misura di studente, l'Alma Mater
di Bologna non si ferma a riflettere o dialogare sui bisogni e desideri
espressi con forza dai suoi iscritti, ma ragiona in termini di profitto e
repressione del dissenso. Questo atteggiamento deve cambiare e noi saremo
sempre pronti a metterci in gioco nel lottare in questa direzione!
Da Settembre continueremo a dare battaglia, contro le
sospensioni pesanti che colpiscono singoli elementi di lotte partecipate da
migliaia di studenti e studentesse, contro chi limita e vuole chiudere spazi di
aggregazione e socialità, contro chi vorrebbe la zona universitaria
disciplinata, militarizzata e attraversata solo da persone sottomesse alle
logiche economiche di competizione ossessiva, individualismo e
meritocrazia."
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