da Contropiano, 15 luglio
Carcerati, ad Amburgo, in seguito alle proteste contro il G20, ci sono anche tre siciliani, di cui due sono di Catania, dove, ieri pomeriggio, si è tenuto un presidio in prefettura per chiederne la scarcerazione. “Un presidio autorizzato – ha denunciato Claudia Urzì, del coordinamento nazionale USB Scuola, nel suo intervento al presidio – ma, nonostante ciò, la prefetta si rifiuta d’incontrare la delegazione di questo presidio. E’ un gesto gravissimo, che, come risultato immediato, alimenta tensione. Anche perchè non c’è alcuna spiegazione ufficiale, ma solo un “no” giunto attraverso la Digos. Siamo cittadini, e come tali, dobbiamo essere ascoltati. E’ gravissima questa decisione della prefetta! E, invece, d’incontrare la nostra delegazione, le istituzioni fanno arrivare anche i celerini. La risposta è sempre la stessa, e si chiama “polizia”. In queste ore, da Amburgo a Catania, chiari elementi polizieschi causano la sospensione dello stato di diritto e il divieto preventivo a manifestare, elementi che evidenziano la rappresentazione oligarchica di una Unione Europea separata dai cittadini e che tratta il dissenso schierando agenti, eserciti e mezzi corrazzati come in una guerra civile. La decisione della prefetta di Catania è sconcertante, ma non ci sorprende. Comunque, noi da qui non ci muoviamo. Non ci muoviamo, vogliamo salire in prefettura, vogliamo i nostri compagni liberi”.
In seguito alla fermezza delle compagne e dei compagni presenti al presidio, a cui si sono uniti anche dei cittadini passanti, tutti murati da un muro di celerini, agenti della Digos e carabinieri, un compagno avvocato è stato ricevuto in prefettura, consegnando un documento, realizzato dal presidio , dove si chiede l’intervento delle istituzioni italiane per tirare fuori i compagni italiani dalle galere tedesche.
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