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“Su invito della Repubblica Araba d’Egitto e con il generoso patrocinio del presidente Abdel Fattah el-Sisi, e in continuità con gli sforzi dei mediatori in Egitto, Qatar e Turchia per porre fine alla guerra a Gaza e affrontarne le conseguenze — più recentemente i risultati del ”Vertice di pace di Sharm el-Sheikh” dell’ottobre 2025 — diverse fazioni palestinesi hanno tenuto una riunione nella capitale egiziana, Il Cairo, per discutere gli sviluppi della causa palestinese e la seconda fase del piano del presidente Trump per porre fine alla guerra nella Striscia di Gaza, nel quadro della preparazione di un dialogo nazionale globale volto a salvaguardare il progetto nazionale e ripristinare l’unità nazionale.
I partecipanti hanno aperto la riunione salutando il popolo palestinese in patria e nella diaspora, in particolare il nostro popolo a Gaza, nonché i martiri, i prigionieri e i feriti, in segno di apprezzamento per la loro fermezza e i loro sacrifici, e sottolineando la necessità di proseguire tutti gli sforzi per porre fine alle loro sofferenze e realizzare un futuro migliore per il nostro popolo e la causa nazionale.
I partecipanti hanno inoltre rinnovato il loro apprezzamento per gli sforzi arabi, islamici e internazionali, compresi quelli del presidente Trump, volti a porre fine alla guerra a Gaza.
Le forze palestinesi hanno affermato che la fase attuale richiede una posizione nazionale unitaria e una visione politica nazionale basata sull’unità di parola e di destino, nonché il rifiuto di ogni forma di annessione e sfollamento a Gaza, in Cisgiordania e a Gerusalemme.
Hanno condannato l’approvazione preliminare da parte della Knesset della legge sull’applicazione della sovranità israeliana sulla Cisgiordania, considerandola una pericolosa aggressione all’identità e all’esistenza palestinese, e hanno elogiato la decisione del presidente Trump di fermare questa mossa e la sua promessa di non permettere che si ripeta. Hanno sottolineato che l’unità nazionale è la risposta decisiva a queste politiche e che devono essere prese tutte le misure necessarie per raggiungerla.
I partecipanti hanno concordato quanto segue:
1) Sostenere e continuare ad attuare l’accordo di cessate il fuoco, compreso il ritiro delle forze di occupazione dalla Striscia di Gaza, la completa revoca dell’assedio imposto su di essa, l’apertura di tutti i valichi, compreso quello di Rafah, l’ingresso di tutti i beni umanitari e medici necessari e l’avvio di un processo di ricostruzione globale che ripristini la vita normale nella Striscia e ponga fine alle sofferenze della popolazione.
2) Consegnare l’amministrazione della Striscia di Gaza a un comitato palestinese temporaneo composto da “tecnocrati” indipendenti della Striscia, che gestirà la vita quotidiana e i servizi essenziali in collaborazione con i fratelli arabi e le istituzioni internazionali, sulla base della trasparenza e della responsabilità nazionale. Sarà istituito un comitato internazionale per supervisionare il finanziamento e l’attuazione della ricostruzione della Striscia, affermando al contempo l’unità del sistema politico palestinese e la decisione nazionale indipendente.
3) Adottare tutte le misure necessarie per mantenere la sicurezza e la stabilità in tutta la Striscia e sottolineare l’importanza di emanare una risoluzione delle Nazioni Unite relativa alle forze internazionali temporanee da costituire per monitorare il cessate il fuoco.
4) Chiedere la fine di tutte le forme di tortura e violazioni contro i prigionieri nelle carceri dell’occupazione e la necessità di obbligare l’occupazione a rispettare le leggi e le convenzioni internazionali pertinenti, sottolineando che la causa dei prigionieri rimarrà in cima alle nostre priorità fino a quando non otterranno la libertà.
5) Continuare il lavoro congiunto per unificare le visioni e le posizioni per affrontare le sfide che la causa palestinese deve affrontare, compreso l’appello a convocare una riunione urgente di tutte le forze e fazioni palestinesi per concordare una strategia nazionale e attivare l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina – l’unico rappresentante legittimo del popolo palestinese – per includere tutte le componenti e le forze attive del nostro popolo.”
Le fazioni hanno sottolineato l’urgenza del momento e si sono impegnate a fare della riunione del Cairo un punto di svolta verso una vera unità nazionale. Hanno ribadito il loro impegno a difendere i diritti dei palestinesi, tra cui l’autodeterminazione, la creazione di uno Stato con capitale Gerusalemme e il diritto al ritorno. Hanno inoltre ringraziato l’Egitto e i mediatori per il loro sostegno alla causa palestinese.
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