martedì 4 febbraio 2020

pc 4 febbraio - Brexit = imperialismo nazional populista

E’ bastato il primo giorno per far capire a chi si ostina a non capire che la scelta della Brexit è pilotata dall’ala più reazionaria nazional populista dell’imperialismo inglese, che venuta meno la pallida figura di Farage, ha trovato in Jhonson la faccia giusta, il Trump inglese, per marciare deciso verso un passo che avrà profonde ripercussioni nella contesa interimperialista in Europa e nel mondo.
Si va anche in Inghilterra verso la dittatura reazionaria aperta del capitale, all’insegna dell’attacco neo-thatcheriano, nonostante il populismo di maniera, alla classe operaia, alle masse popolari. Si va verso una nuova fase di oppressione imperialista verso l’Irlanda del Nord e probabilmente la Scozia. Si va alla mano libera al razzismo verso gli immigrati di tutte le parti del terzo mondo e alla xenofobia selvaggia anche nei confronti degli europei. Non certo, naturalmente, i capitalisti e i finanzieri da sempre insediati nel capitalismo inglese che avevano già fatto di Londra la loro capitale e della City la loro Borsa, ma gli studenti, i lavoratori. Per loro non c’è futuro.
L’imperialismo inglese tornerà attivissimo più che mai a fianco degli Usa in tutti gli scacchieri del
mondo e tornerà ad essere l’avamposto privilegiato della contesa imperialista Usa/Europa, con tutti gli annessi e connessi: protezionismo, guerra commerciale, mina interna ai paesi imperialisti europei e alla loro precaria unità.
Con la vittoria della Brexit e di Jhonson si consuma l’ennesima tragedia della classe operaia e delle masse popolari in Inghilterra, condotte allo sfascio dai laburisti e dai sindacati. Da Blair a Corbyn si è consumata un'altra pagina nera del laburismo come simulacro della difesa degli interessi anche tradeunionisti della classe operaia e delle masse popolari. 
E' necessario in Inghilterra ricostruire il sindacato di classe, come base necessaria di radicamento e 'strumento e scuola di guerra' della inevitabile ricostruzione del partito comunista, della quale vanno tenuti fuori coloro che hanno civettato - sia pure in nome di una giusta opposizione ai governi imperialisti dominanti nella UE- con la Brexit fascio/nazional/populista .

Ma la questione Brexit non è solo inglese è anche italiana. Come della stessa natura delle forze dell’imperialismo inglese sono i sostenitori in Italia nel campo dei partiti politici parlamentari, di parole d’ordini equivoche e ambigue, di “uscita dall’Euro”, “uscita dall’Europa' -
parole d’ordini peraltro da sempre della nuova destra fascista in Italia.
Lo stesso vale a sinistra con i sostenitori dell’ItalExit, o gli esaltatori del laburismo alla Corbyn.
Queste ultime forze non sono soltanto revisioniste e para socialdemocratiche, ma stratergicamente profondamente dannose nel nostro paese al movimento comunista, alla ricostruzione del partito comunista rivoluzionario, al sindacalismo di classe e alla lotta antimperialista coerente contro i governi imperialisti in Europa e il governo e lo Stato imperialista italiano.

Proletari comunisti – PCm Italia
4 febbraio 2020

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