Sulla turbolenta situazione in
Brasile riportiamo l’editoriale del giornale A Nova Democracia.
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Brasile - Intervento militare e
colpo di stato
Editoriale – Giornale A Nova
Democracia.
Anno XVI, n. 205 – prima quindicina
di marzo 2018
Il decreto federale di intervento
militare a Rio de Janeiro, che copre tutto il settore della sicurezza, tra cui
polizia civile, vigili del fuoco e sistema carcerario, è un ulteriore passo
verso il colpo di stato militare controrivoluzionario che prepara una futura e
inevitabile insurrezione popolare che già tormenta l'asse Washington-Brasilia.
In definitiva, è un ballon d’essai
nella preparazione dell'opinione pubblica nazionale e internazionale per lo
stesso.
Una quadriglia composta dal
presidente e del suo ministro della Difesa, due bambolotti ventriloqui,
circondati da due generali, ha fatto l'annuncio di un intervento militare in
uno scenario di crisi generalizzata. Lì, la supremazia dell'esercito sul dirigente
demoralizzato esprime chiaramente il completo fallimento del sistema politico
di uno stato in aperta decomposizione.
Le forze armate di un paese sono
la forza principale del suo Stato, il potere di fatto e, quindi, l'ultima
istanza per garantire la legge e l'ordine imposto dalle classi dominanti - nel
caso del Brasile, la grande borghesia e i proprietari terrieri al servizio
degli imperialisti, principalmente yankee - come coloro che mantengono storicamente
la nostra sottomissione nazionale.
Rio de Janeiro è la vetrina del
Brasile, all'interno e all'esterno del paese, e la sede della Rete Globo,
egemone nel monopolio dei media che pretende l'ultima parola in termini di politiche
pubbliche applicate allo Stato e la difesa degli interessi del
"mercato" e dell'imperialismo.
Dall'inizio dell'operazione
"Lava Jato" [Operazione Autolavaggio, nome dato all’inchiesta per
corruzione contro i massimi dirigenti dello Stato, ndt] abbiamo denunciato
l'azione di una "mano nascosta" nella gestione della campagna
anti-corruzione, con l'obiettivo immediato di ripulire la facciata delle
principali istituzioni dello Stato, usurate e demoralizzate di fronte all'opinione
popolare, e salvare il sistema dal completo rigetto del popolo, come attesta la
crescente astensione elettorale (oltre ai voti nulli e bianchi), dalla
trasformazione in sollevazione aperta. Tale gestione operata dal Ministero
Pubblico e Giudiziario, segretamente centralizzata da certa parte dell’Alto
Comando delle FF.AA., è ispirata dall'Ambasciata Yankee e conta sulle notizie strombazzate
della Rete Globo.
L'alto comando delle forze armate
ha cercato l’intervento militare dopo lo svuotamento dell’Operazione "Lava
Jato", la cui ondata di denunce ha colpito i tre rami del governo e le
cupole delle sigle del partito unico, ma con l'operazione "salvare il
governo Temer" necessaria per l'attuazione delle "riforme"
antipopolari vendi-patria dell'imperialismo, ha portato, in sostanza,
all'impunità dei vertici della mafia delle politiche ufficiali.
Tutto come previsto. Con il
fallimento a Rio dell'operazione congiunta con il PM per il mantenimento della
"legge e ordine", il prossimo passo sarebbe un intervento diretto
nello stato con la centralizzazione del comando nelle mani delle FF.AA. Macchinazione
simile a quella che si applica ai processi di privatizzazione, quando la
società "vittima" viene rovinata per essere poi privatizzata.
Per "semplice"
coincidenza, la polizia è scomparsa dalle strade della Zona Sud nei primi due
giorni del carnevale, permettendo un aumento della delinquenza nelle zone
vicine al mare che ha toccato partecipanti nazionali e stranieri. Questi
incidenti, tre o quattro, iniziarono ad apparire in tutta la stampa monopolistica
e i mezzi di comunicazione in forma ripetitiva da sabato al giorno in cui è
stato decretato l'intervento.
Naturalmente, non fu la denuncia
del Globo della violenza carnascialesca che portò al decreto di intervento
militare. La bancarotta dell'autorità del vecchio stato a Rio è un dato di
fatto. Il Globo ha solo creato l'umore dell'opinione pubblica perché accettasse
un intervento inevitabile e di buon grado.
Intervento militare che senza
dubbio causerà immensi problemi alla popolazione, principalmente delle favelas,
ma non solo. Il decreto autorizza l'invasione indiscriminata di tutte le
abitazioni nelle aree "di conflitto", con la carta bianca ai militari
per arrestare, torturare e uccidere, con la garanzia legale dell'impunità. E
per aggravare ulteriormente la difficile situazione della popolazione, il vendi-patria
di Meirelles ha proposto di ritirare risorse da altre aree per rafforzare la
repressione.
Questo è il costo che il popolo
deve pagare per la garanzia di "legge e ordine" stabiliti da uno
stato burocratico e genocida che si decompone davanti ai nostri occhi, sprofondato
nella crisi del suo sistema politico, nella crisi generale di un'economia
capitalista burocratica, nella crisi sociale e morale. Crisi che ha raggiunto
tutte le istituzioni del vecchio stato, trascinando nel suo alveo la sua ultima
riserva: le sue FF. AA. reazionarie formate e coltivate nell’anticomunismo più
velenoso. Questo evento rivela la crisi di dominio in cui è entrata la
situazione politica nazionale.
E questo ulteriore slancio della
guerra civile reazionaria, che il vecchio stato ha lanciato da lungo tempo
contro il popolo, porterà a un numero sempre maggiore di attacchi da parte
delle Forze armate contro le masse, che si tradurrà in più lotte e proteste e
intensificazione della violenza, nel mezzo di un'acuta crisi sociale. E proprio
al contrario dei risultati che propagandano gli araldi dell’intervento,
potrebbe portare la rabbia dell'opinione pubblica, più che mai, a sollevare in alto
la parola d'ordine di lottare, resistere!
L'inevitabile approfondimento del
genocidio contro il popolo e il conseguente coinvolgimento di membri delle Forze
Armate con il traffico di droga e armi porterà alla luce la realtà nascosta
della corruzione che prospera nelle alte sfere di queste e porterà alla loro
demoralizzazione, che è il presagio di rovina totale del vecchio stato. E
questo sarà provato prima di quanto pensano i falchi di questo decrepito
sistema di sfruttamento e di oppressione del popolo, così come i loro dirigenti
di turno, quelli attuali come Temer e la sua banda che si adoperano per
sfruttare a livello elettorale l’intervento.
Agli opportunisti - che fanno
parte del processo - nella patetica posizione di dar vanto e adulare le FF.AA.
reazionarie, che accusano Temer di utilizzarle dal punto di vista elettorale,
non resta che stare a guardare, mentre si vantano del proprio fluente discorso
di protesta.
Questa situazione non è altro che
l'inizio delle doglie del parto per una nuova realtà, un nuovo sistema economico
e sociale e un nuovo regime politico che emergerà dalla Rivoluzione
Democratica, Agraria e Antimperialista come unica soluzione per il riscatto dei
brasiliani e la liberazione della nazione nella costruzione del Nuovo Brasile.
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