
L’edizione telematica della Stampa
di sabato diciassette febbraio riporta una lunga intervista al
commissario europeo ai Trasporti, la slovena Violeta Bulc: il tema è la
sedicente tratta ferroviaria ad alta velocità/alta capacità Torino-Lyon.
Secondo
la politicante europea, occorre che il collegamento veloce tra le due
città sopra menzionate venga completato: «In gioco 800 milioni di
prestiti. Confido che Francia e Italia porteranno a termine il
progetto».
Da tempo, la Francia ha
deciso di mettere fine - o meglio sospendere almeno fino al 2030 -
all’epoca dei trasporti ultraveloci su ferro, e non risulta che nel
frattempo abbia cambiato idea: per questo
motivo la pretesa linea sopra
citata, mancando del finanziamento da parte transalpina, obiettivamente
ha due sole possibilità di sviluppo.
O
sono l’Italia e l’Unione Europea a sobbarcarsi i costi che la Francia
non intende più sostenere – si parla, per il solo tunnel di base, da
Bussoleno a Saint Jean de Maurienne, di 8,6 miliardi di Euro – oppure la
vicenda si chude qui.
Il “rischio”,
fanno balenare lo scribacchino Marco Bresolin e la parlamentare europea,
è perdere gli 813 milioni già stanziati dall’Europa come propia quota
parte degli 1,9 miliardi del primo lotto.

Se
invece si vuole continuare a finanziare un’opera inutile, devastante, e
nociva per la salute e l’ambiente, i suoi fautori dovrebbero spiegare
agli italiani perché buttare via tutta quella montagna di soldi per
arrivare al confine con la Francia.
Tutto
questo senza dimenticare che, quando è stata progettata, questa linea
doveva essere parte del famigerato Corridoio Cinque - la tratta
ferroviaria che avrebbe dovuto collegare Lisbona con Kiev - la cui
realizzazione è impossibile perché molti Stati, che inizialmente avevano
aderito, si sono nel tempo ritirati, comprendendo bene
l'insostenibilità economica di questa vera e propria follia!
Bosio (Al), 15 marzo 2018
Stefano Ghio - Proletari Comunisti Alessandria/Genova
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