Circa poi le promesse di investimento staremo a VEDERE!
L’istruttoria per la garanzia statale sul maxi-prestito a Fca si può ritenere conclusa.
L’istruttoria per la garanzia statale sul maxi-prestito a Fca si può ritenere conclusa.
Investimenti in Italia per 5,2 miliardi, tra progetti confermati e nuovi, impegni per evitare delocalizzazioni, piena occupazione entro il 2023 e mantenimento dei marchi sono tra gli impegni formalizzati.
La stima è che 800 milioni del prestito siano destinati ai costi del personale degli stabilimenti italiani, 4,5 miliardi al circolante compreso il pagamento della filiera, circa 1 miliardo alla ricerca e sviluppo. I fornitori della filiera interessati sono poco meno di 10mila, ma quasi 1.400 sono stranieri e per loro si pensa a un tetto di circa 1,2 miliardi.
Il primo impegno di Fca è confermare il piano di investimenti negli stabilimenti italiani pari a circa 5 miliardi presentato lo scorso dicembre, anche se alla luce degli effetti della pandemia le tempistiche potrebbero subire variazioni. A questo si aggiungono nuovi investimenti sempre in Italia che, secondo alcune fonti impegnate sul dossier, si aggirerebbero attorno a 200 milioni per il sito di Melfi di cui oltre la metà per la ricerca e sviluppo. Viene affrontato anche il temuto tema della delocalizzazione. Forse il più complesso. C’è l’impegno a non spostare all’estero la produzione di veicoli oggetto di quasi tutti i progetti industriali previsti (8 su 10) nelle versioni tecnologiche relative a motori a combustione interna, veicoli a
batteria elettrica, ibride plug-in, auto mild hybrid. Lo stesso discorso vale per aggiornamenti delle versioni ma non per veicoli di nuova generazione cioè con architettura di base e requisiti tecnici mutati in modo rilevante, anche se con la stessa denominazione. Per quanto concerne due dei 10 progetti (uno riguarda il Fiat Ducato) l’impegno si riferisce invece solo ad attività e strutture di progettazione, limitazione che non dovrebbe comunque incidere sul capitolo occupazione. Su questo fronte si indica la piena occupazione entro il 2023, come impegno di tutti i dipendenti senza ammortizzatori sociali.
batteria elettrica, ibride plug-in, auto mild hybrid. Lo stesso discorso vale per aggiornamenti delle versioni ma non per veicoli di nuova generazione cioè con architettura di base e requisiti tecnici mutati in modo rilevante, anche se con la stessa denominazione. Per quanto concerne due dei 10 progetti (uno riguarda il Fiat Ducato) l’impegno si riferisce invece solo ad attività e strutture di progettazione, limitazione che non dovrebbe comunque incidere sul capitolo occupazione. Su questo fronte si indica la piena occupazione entro il 2023, come impegno di tutti i dipendenti senza ammortizzatori sociali.
C’è poi l’impegno a non cedere i marchi Maserati, Alfa Romeo, Fiat, Fiat Professional, Abarth e Lancia, oltre alla quota partecipata in Sevel. Infine, ogni sei mesi l’azienda fornirà a Sace la rendicontazione del livello di implementazione dei progetti. La validità di tutti gli impegni è prevista anche con il completamento della fusione tra Fca e Psa (Peugeot SA).ri Autorganizzati su Facebook
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