giovedì 25 giugno 2020

pc 25 giugno - FORMAZIONE OPERAIA - DOMANI VIDEO CONFERENZA

E' proprio bello che i capitalisti, che gridano tanto contro il “diritto al lavoro”, ora pretendano dappertutto “pubblico appoggio” dai governi... facciano insomma valere il “diritto al profitto” a spese della comunità”. (Marx ed Engels)

“Nelle contraddizioni, crisi e convulsioni acute si manifesta la crescente inadeguatezza dello sviluppo produttivo della società rispetto ai rapporti di produzione che ha avuto finora. La distruzione violenta del capitale, non in seguito a circostanze esterne ad esso, ma come condizione della sua autoconservazione, è la forma più evidente in cui gli si rende noto che ha fatto il proprio tempo e che deve far posto ad un livello superiore di produzione sociale”. (Marx)


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Nell'incontro telematico di domani, 26 giugno:

1) Sull'Ilva si gioca tuttora una partita di importanza mondiale, in cui gli operai sono le pedine di un gioco che riguarda l'economia mondiale. 
Perchè Mittal non andrà via da Taranto. Perchè la "soluzione" non sta ne in un altro padrone, ne nell'intervento pubblico, ma nella guerra di classe.
Mittal è il 4° capitalista più ricco del mondo, e fino a poco tempo il primo produttore mondiale di acciaio. Mittal rispetto agli altri capitalisti è il “padrone vero”, che trae ancora buona parte dei suoi soldi non tanto dalla finanza ma dalla produzione, quindi da chi la realizza questa produzione, gli operai. Questo ci fa capire come sono importanti gli operai dell'Ilva. Sul lavoro degli operai dell'Ilva si costruiscono le fortune di uno degli industriali più ricchi del mondo.
Ma dobbiamo andare a vedere cosa è l'impero Mittal, come Mittal se li è fatti i soldi, che succede nelle sue fabbriche.

2) Il problema della crisi della siderurgia, della riduzione delle fette di mercato dell'acciaio a livello mondiale, viene usato da padroni, governo, sindacati confederali per giustificare misure di taglio dei posti di lavoro, ristrutturazioni che attaccano le condizioni di lavoro degli operai e per scaricare le colpe su altri paesi, spingendo gli operai a fare corpo unico con i padroni italiani contro altri padroni e lavoratori.
Su tutto questo, gli operai devono invece avere una loro autonoma lettura, una visione di classe, assolutamente necessaria per avere una chiara rotta della strada di lotta da percorrere.
La crisi non è neutra, non è qualcosa determinata da cause tutte esterne o contingenti, non prevedibili, ma è la "normale" conseguenza - come tutte le crisi - del modo di produzione capitalista, oggi nella sua fase imperialista.

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