venerdì 27 gennaio 2023

pc 27 gennaio - Guerra e affari: continua l’acquisto del diesel dalla Russia… nonostante sanzioni e propaganda imperialista

La propaganda martellante dei politici di turno, sia a livello europeo che dei vari singoli Stati, attraverso i mezzi di comunicazione di massa, sulla guerra interimperialista attualmente in corso in Ucraina, diffonde l’idea che con la Russia, paese che ha invaso un paese indipendente, non si può avere a che fare, anzi che bisogna mettere in pratica sempre più sanzioni economiche. La realtà però, anche se si cerca di confinarla in qualche articolo dal titolo ingannevole, ce la dice per esempio, il Sole 24 Ore di oggi, che fa il punto sui carburanti, dal gas al diesel, perché preoccupato dell’aumento dei prezzi!

Il titolo del pezzo che vuole sembrare neutrale è: “Diesel, prezzi lanciati verso mille dollari per tonnellata” ma leggendo leggendo si viene a sapere subito che la vendita dei carburanti da parte della Russia a tutta l’Europa dall’inizio della guerra non si è mai fermata: “Nonostante le sanzioni e lo sdegno per la guerra in Ucraina, l'Europa [quanta sensibilità!, ndr] ha addirittura accelerato gli acquisti da Mosca sul finire del 2022.” E “Solo a gennaio, con l'embargo ormai dietro l'angolo, c'è stata una relativa frenata: nei primi 18 giorni del mese Ue, Regno Unito e Norvegia hanno importato in media 448mila barili al giorno di diesel russo e prodotti assimilati…”

E il quotidiano continua, probabilmente mentre si tura il naso: “In vista dell'estensione dell'embargo Ue - che dal 5 febbraio fermerà anche l'importazione di prodotti raffinati dalla Russia”… in vista delle nuove sanzioni, cioè, qual è la preoccupazione principale del quotidiano dei padroni? Non certo quella che in questo anno ci sono stati, e continuano ad esserci, morti e distruzioni, ma quella del prezzo!

“… le quotazioni di riferimento del gasolio europeo si stanno di nuovo surriscaldando, con frequenti puntate questa settimana oltre la soglia psicologica dei 1.000 dollari per tonnellata.” Ma ciononostante i padroni sono ottimisti: “Dovremmo farcela” dicono, anche se “a caro prezzo.”

Il caro prezzo riguarda le masse, come conferma senza problemi lo stesso quotidiano: “Per il diesel in Europa si profila una situazione simile a quella del gas: fare a meno della Russia non ci lascerà a secco, ma comporterà costi più alti, che - salvo misure di compensazione da parte dei governi - finiranno sulle spalle dei consumatori, alimentando l'inflazione.”

Che cosa contribuisce a questo aumento? “… ad accentuare le tensioni sul mercato c'è l'interruzione delle consegne da alcune grandi raffinerie francesi, legata all'ondata di scioperi contro la riforma delle pensioni.” È la conferma, per chi non se ne accorgesse, di quanto incide la lotta di classe! “Ma sullo sfondo ci sono altri fattori rialzisti, che purtroppo sembrano avere carattere strutturale.” Gli “altri fattori” riguardano i nuovi venditori di diesel.

L'Europa acquistava dalla Russia oltre il 40% delle forniture di gasolio, carburante per cui non è autosufficiente: una dipendenza difficile da superare. Oggi molti analisti si sono convinti che ce la faremo senza soffrire carenze nemmeno nel breve termine (un esito che fino a poco tempo fa sembrava tutt'altro che scontato), ma l'emancipazione da Mosca comporterà spese maggiori perché dovremo rivolgerci a fornitori più lontani, mettendoci in competizione se necessario con altri acquirenti. Proprio come sta accadendo con il gas.”

La Russia, ricorda lo scribacchino dei padroni, è molto conveniente! “Mosca copre tuttora il 27% delle importazioni (1,69 milioni di bg in tutto) ma la quota - osserva S&P Global - si è ridotta dal 46% di inizio 2021, benché il diesel russo sia ormai venduto con sconti fino a 130 dollari per tonnellata rispetto alle forniture di origine diversa nel Nord Europa.”

Queste forniture a prezzi molto più alti arrivano dalle “potenze petrolifere mediorientali: Arabia Saudita, Emirati Arabi, Kuwait [che] stanno avviando grandi e moderne raffinerie, ben posizionate per servire l'Europa.” Ma anche dagli “Stati Uniti, su cui però potremo contare solo fino a un certo punto: ci sono difficoltà di rifornimento anche all'interno degli Usa, specie sulla costa orientale, e bisogna vedere se l'America Latina vorrà e potrà importare diesel russo, "lasciandoci" quello a stelle e strisce.”

In questo scontro generale non poteva mancare la Cina! “che con grande tempismo sta accelerando l'export di carburanti”, per tutto questo “Difficilmente avremo un sollievo dai rincari. Anzi, gli analisti prevedono il contrario.” “Sui mercati all'ingrosso «ci aspettiamo che i prezzi del diesel salgano in Europa, con una sorta di impennata tra febbraio e marzo», per i “margini di raffinazione” il 470% in più rispetto alla media dell'intero 2021.”

“In attesa che il mercato trovi un nuovo equilibrio…” E anche questo è ottimismo imperialista! Questo cosiddetto equilibrio dovrebbe sembrare a chiunque un po’ difficile, con una crisi e una guerra interimperialista in corso e un avanzamento ogni giorno di più verso una guerra mondiale… anche perché nel sistema capitalista-imperialista, la produzione delle merci è anarchica e concorrenziale per definizione.

Nessun commento:

Posta un commento