La contesa interimperialista trova ogni giorno azioni politiche, economiche e militari, che vanno in direzione di uno scontro mondiale. L'Italia imperialista, rappresentata oggi dal governo reazionario filoUSA, Meloni, è attiva nel ritagliarsi la sua parte in questa scellerata contesa. Per questo la lotta contro la guerra necessariamente diviene la battaglia politica principalmente contro il nostro imperialismo, contro il nostro governo.
I rappresentanti della borghesia imperialista italiana parlano come un disco rotto solo di affari e di respingimenti di migranti mentre scaricano sui lavoratori e masse le loro scelte politiche di guerra, facendole pagare sempre più a caro prezzo, peggiorando le condizioni di vita, trascinandoci in una spirale di guerra con spese folli per le armi e per tutto l'apparato militare.
Alla Conferenza nazionale “L’Italia e i Balcani Occidentali: crescita e integrazione” a Trieste, la stessa Meloni ha parlato dell'area balcanica come "di rilievo strategico per gli interessi nazionali".
"Vogliamo avere i Paesi dei Balcani nell'orbita europea, questo significa essere credibili, seri,
affidabili, fare investimenti. Il nostro Paese vuole andare a occupare uno spazio politico di mediazione che non va lasciato ad altri Paesi, come Russia e Cina", ha detto il ministro degli Esteri, Antonio Tajani. “Francia e Germania – ha detto – hanno cercato di essere gli unici interlocutori, noi abbiamo detto che non poteva esserci un’iniziativa europea e americana sui Balcani senza la presenza italiana”. “L’Italia è parte del Quintetto che si occupa delle relazioni fra Serbia e Kosovo. L’Italia conta una forte presenza militare nei Balcani ma questo deve essere messo a sistema. Abbiamo militari in Kosovo, in Bosnia-Erzegovina e in Albania. Dobbiamo fare in modo che anche la nostra presenza militare aiuti la nostra diplomazia”, ha spiegato il ministro.Quando poi parlano di "stabilità dei Balcani", i rappresentanti della borghesia non pensano di certo alla pace tra i popoli, al contrario, la "stabilità" per questi è sinonimo di "sicurezza" e, cioè, di respingimenti dei migranti.
Il ministro Tajani, nel corso del suo intervento, ha annunciato ci sarà una riunione dei ministri degli Esteri di Bulgaria, Macedonia del Nord e Albania a Roma nei prossimi mesi. Il primo appuntamento è per il 21 marzo al business forum di Belgrado, a cui ne seguirà un secondo a Pristina.
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