mercoledì 2 ottobre 2019

pc 2 ottobre - L'affare soldi russi alla Lega - nuovi sviluppi

I sovranisti leghisti, il nazifaccendiere Savoini e il suo compagno di merende, Salvini, hanno preso i soldi di Putin. La prova è un "pizzino", la stessa tecnica di Provenzano
Il fascio-leghista Salvini, da ministro dell'Interno, ha mentito e ha snobbato il Parlamento. A fine luglio ha parlato in nome suo il presidente del consiglio Conte che rimarcava la "compattezza" della su maggioranza ("Ora non ci sono elementi per incrinare la fiducia con membri del governo") mentre i 5S erano usciti dall'aula del Senato.  Ora che questi elementi, invece, ci sono, se il Conte bis e il Parlamento oggi vorranno di nuovo archiviare il reato ministeriale, questo va denunciato tra le masse.
Salvini e tutti i faccendieri coinvolti nella vicenda dei rubli alla Lega vanno arrestati!

Soldi russi alla Lega, la prova in mano ai magistrati: spunta il “pizzino” di Meranda a Savoini
2 OTTOBRE 2019

Un foglio scritto a mano, fotografato e condiviso in chat tra i tre italiani che hanno partecipato all’incontro al Metropol
Uno schema, scritto a mano, ma dettagliato, su come 65 milioni di dollari sarebbero dovuti entrare nelle casse di via Bellerio. Un vero e proprio pizzino, fotografato, condiviso in chat e
recuperato dopo mesi dagli investigatori: nelle mani della procura di Milano, sarebbe diventato una prova fondamentale nel caso dei presunti fondi russi alla Lega.
Come riporta la Repubblica, il foglio sarebbe stato scritto dall’avvocato Gianluca Meranda, presente insieme a Gianluca Savoini e al consulente bancario Francesco Vannucci, all’incontro nell’hotel Metropol di Mosca. Lo scorso 18 ottobre, gli italiani incontrarono tre funzionari russi per discutere della compravendita di gasolio russo scontato, ai fini di destinare quel margine di 65 milioni di dollari alla campagna elettorale della Lega.

Il pizzino
Il foglio, scritto a penna da Meranda, è stato condiviso dall’avvocato nelle chat con gli altri due
presenti: «Farò solo uno screenshot qui e ve lo manderò in modo che siamo sincronizzati – afferma Meranda in riferimento al pizzino, non sapendo che qualcuno stesse registrando e che quella conversazione sarebbe stata poi pubblicata da BuzzFeed -. Ok, signori, penso che le cose stiano andando nella giusta direzione».

Le cifre dell’accordo
Sul pizzino ci sarebbero le cifre esatte della presunta tangente russa alla Lega. Della compravendita del gasolio con acquirente finale Eni, il 4% sarebbe dovuto andare al partito di Matteo Salvini, il 6% ai russi. Adesso quel foglio, sotto forma di file .jpg, sarebbe una prova in mano al procuratore aggiunto Fabio De Pasquale e ai pm Sergio Spadaro e Gaetano Ruta. La prova che, anche se non si è concretizzato, l’accordo al Metropol è stato «perfezionato».

La campagna della Lega
Il documento, recuperato dalla Guardia di Finanza nei telefonini dei tre italiani, indagati per corruzione internazionale, è importante perché i numeri sembrano confermare l’audio di BuzzFeed. «L’idea – diceva Meranda -, come concepita dai nostri ragazzi politici è che, con uno sconto del 4 per cento, 250mila più 250mila al mese per un anno, possono sostenere una campagna».

Le Fiamme Gialle speravano di trovare altro materiale nelle conversazioni di Savoini su Wickr, app di messaggistica che permette l’autodistruzione delle chat, ma l’ex presidente dell’associazione Lombardia-Russia si è rifiutato di consegnare le password.

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