BERGAMO
Corteo grosso che ha superato per
presenze studentesche quello precedente, circa 5000.
I cartelli erano tantissimi, attivismo sfrenato, gli slogans (tanti in inglese) erano uguali a quelli delle altre città- effetto facebook.
Purtroppo, però, vi erano cartelli anche di tono maschilista e sessista molto visibili, compresi
alcuni portati da studentesse.
Abbiamo parlato, discusso, polemizzato anche vivacemente, distribuendo il materiale, per tutta
la durata del corteo. Bel confronto e contatti.
Apertura al confronto, sensibilità su
tanti punti, dal capitale
distruttore ai cartelli maschilisti da cacciare dal corteo, passando
per l’autorizzazione allo sciopero dei presidi, altra faccia della
repressione che si manifesta con le retate antidroga (in
quest’apertura di anno scolastico hanno praticamente eguagliato la
quantità dell’intero anno precedente in provincia). E ancora sulla natura di questo Stato, qualità
e finalità della scuola.
Non sono tutti "Gretini", ma per ora si
muovono in questo contesto. L’elemento associativo, collettivo ha una sua forza.
E ci sono poi i fascisti, abbastanza
intraprendenti. Non ho visto segni visibili nel corteo, ma gruppi di
giovani dichiararsi fermamente anticomunisti e agitare i peggiori
luoghi comuni della propaganda di destra alla vista dei volantini.
Altre presenze di
movimento, fino all’Usb che ha indetto uno sciopero generale, sono state
modeste, senza simboli e sono arrivate al massimo ad esprimere il
no all’autostrada Bergamo-Treviglio, nuovo cavallo di battaglia
locale interpretato in maniera arretrata e codista.
Diffuse in 600 copie le tre versioni dei disegni per
la rivoluzione, fatti da Taranto, e 100 della presa di posizione sulla non adesione di proletari comunisti alla giornata, dati in maniera più mirata.
Giornata interessante istruttiva che
conferma un grande lavoro che ci attende per niente scontato. E per
il quale dobbiamo attrezzarci.
TARANTO
Intervento al corteo molto grosso, circa 5mila, con volantino (di cui riportiamo stralci) e affissione di
"strisciate" lungo il percorso dei manifesti rivolti agli studenti.
Ai tantissimi ragazzi in corteo anche a Taranto al grido "il futuro del pianeta siamo noi", abbiamo detto: questo è senz'altro vero, in qualsiasi caso, ma quel futuro sarà
davvero diverso e migliore solo se riusciranno/riusciremo a essere i
becchini del presente.
Che sia solo l'inizio di uno sviluppo ben differente.
Non è accettabile che si chieda proprio ai responsabili di questa distruzione di mettere fine ad essa.
...Senza
rovesciare il capitalismo e l’imperialismo non è possibile rovesciare
il processo di devastazione e distruzione dell’ambiente da esso
procurato.
Il
capitalismo cerca nuove fonti di profitto e individua nella Green
Economy l’opportunità, fa leva sul movimento in corso per accelerare
questo processo. In ogni paese le grandiassociazioni
padronali, le multinazionali, i governi, la Finanza sono pronti come
lupi famelici a lanciarsi sul nuovo business del secolo e a costruire il
consenso intorno ad esso.
...
la enorme quantità di giovani scesa in piazza domanda a tutti un
impegno e un’attenzione, perché è fondamentale che la gioventù sia non
la massa di manovra del capitale e dell’imperialismo, non i costruttori
del consenso ad essi, ma i distruttori di questo sistema.
Il capitalismo prima fa profitti sulla distruzione, poi fa profitti sulla sua ricostruzione.
Il capitalismo prima fa profitti sulla distruzione, poi fa profitti sulla sua ricostruzione.
...Sempre
la gioventù è stata interessata ai grandi temi dell’ambiente, come in
altre occasioni della fame, della pace, e così via. E in generale per
tanti giovani, soprattutto giovanissimi, è la prima forma che assume il
loro impegno sociale diretto ed è la prima forma che contiene una
volontà radicale di cambiamento. C’è bisogno che questo movimento passi
attraverso l’esperienza diretta, c’è bisogno del tempo necessario perchè
in esso si definiscano le tendenze e si sviluppi lo scontro tra due
visioni e due vie.
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