Tra gli organizzatori della protesta, andata in scena in Largo Giulio Cesare, il sindacato SiCobas: “Senza lotta e protagonismo assisteremo a un'ondata di licenziamenti e a un massacro sociale”
“Senza una ripresa delle lotte e del protagonismo dei
lavoratori assisteremo, entro l'inverno, a un'ondata di licenziamenti e a
un massacro sociale senza precedenti”: l'allarme è stato lanciato
questa mattina dalle lavoratrici e dai lavoratori che hanno aderito alla
manifestazione organizzata, tra gli altri, da SiCobas. Il presidio si è
svolto in Largo Giulio Cesare, nel quartiere Barriera di Milano.
Questo scenario è ipotizzato anche a causa dell'aggravarsi
della pandemia: “ Mentre in tutta Europa dilaga la seconda ondata -
fanno sapere dal sindacato - il governo e le amministrazioni locali si
trovano a fronteggiare la nuova emergenza con un sistema sanitario ancor
più disastrato di quanto non fosse in primavera. I padroni e il
governo, dopo aver provocato la mattanza negli ospedali e nelle Rsa
tenendo aperte migliaia di fabbriche senza garantire sicurezza e salute
ai lavoratori, si sentono talmente forti da far saltare i tavoli di
trattativa sui rinnovi contrattuali, come dimostra il caso del Ccnl
metalmeccanici”.
I manifestanti chiedono, in particolare, il rinnovo di tutti i
Ccnl con forti aumenti salariali, la riduzione dell'orario di lavoro a
parità di salario, no ai licenziamenti di massa, salario medio garantito
per lavoratori e disoccupati, permesso di soggiorno slegato dalla
situazione lavorativa, tutela della sicurezza e rigida applicazione
delle misure anti-covid nelle aziende.
A tutela delle fasce più in difficoltà, i SiCobas hanno
annunciato anche l'intenzione di avviare alcune iniziative di supporto
tra cui nuove azioni sui posti di lavoro e in città, l'incremento
dell'attività informativa e l'apertura di uno sportello salute, lavoro e
reddito in Corso Palermo 60: “In previsione - concludono – di un
aggravarsi disastroso della situazione economica e delle condizioni di
lavoro e di vita a danno di tutti i proletari e le loro famiglie, per
non rimanere isolati chiamiamo tutti e tutte a costruire una rete di
persone solidali e realtà di lotta”.
Nessun commento:
Posta un commento