venerdì 28 giugno 2019

pc 28 giugno - Dichiarazione di Georges Abdallah in occasione della manifestazione del 22 giugno 2019 a Parigi

da sri

Cari/e compagni/e, cari/e amici/amiche,
in tempi recenti, le masse popolari hanno fatto irruzione nella scena politica, affermandosi più che mai con entusiasmo e determinazione.

Da un Paese all'altro, e soprattutto nei Paesi della periferia sud del Mediterraneo, la protesta non smette di diffondersi e tradursi in rivolte quasi insurrezionali di tipo particolare. A ondate, decine di migliaia o addirittura centinaia di migliaia di donne, uomini, giovani e anziani di diverso orientamento scendono in strada e invadono i luoghi pubblici ...

Non riuscendo più a restare indifferenti di fronte all’aggravarsi delle loro precarie condizioni esistenziali, escono dal loro torpore come per magia e chiedono conto a coloro che si son creduti
intoccabili. E improvvisamente, va formandosi e strutturandosi una nuova epoca sotto i nostri occhi e tante speranze cominciano a profilarsi all'orizzonte.

Certo, le diverse espressioni caratterizzanti la lotta unitaria, così come l'entusiasmo e la determinazione evidenti delle masse popolari, non possono farci dimenticare le vere contraddizioni presenti nel movimento. La stratificazione della classe e la sua debolezza strutturale, la generalizzazione della precarietà esistenziale e soprattutto l’entità del lavoro informale su scala mondiale, specialmente nei Paesi del sud, fanno che la piccola borghesia e le sue varie proposte abbiano un peso considerevole a tutti i livelli e non solo in termini di leadership politica del movimento.

Ciò ci fa supporre che la transizione già in corso, per un tempo più o meno lungo sia sempre basata sulla capacità delle masse e dei soggetti rivoluzionari che lavorano per la riuscita della lotta contro l'egemonia delle proposte borghesi e per il rafforzamento dell'unità del movimento popolare.

Ovviamente, non è un compito facile ...

Naturalmente, questa situazione fa parte della prosecuzione e dello sviluppo di tutte queste proteste e di altre rivolte ("Hirak") che stanno riguardando il mondo arabo da un decennio.

S’inserisce anche e soprattutto in un contesto internazionale dove le contraddizioni interimperialiste sono esacerbate in una situazione di crisi globale del moribondo sistema capitalistico globalizzato. La perdita di egemonia da parte dell’imperialismo USA a livello mondiale spinge quest’ultimo nella sua fuga in avanti verso una maggiore aggressione nei confronti di altri poli imperialisti e in particolare una maggiore ostilità criminale rispetto a Stati indipendenti, che secondo la sua logica sono troppo contestatori.

Ciò che vediamo in questi giorni, sia nel Golfo rispetto all'Iran e al suo ritiro dell'accordo nucleare, sia in Palestina con la colonizzazione sionista, è solo un'espressione di questa perdita d’egemonia da parte di una superpotenza imperialista.

Quest'ultima d’ora in poi è incapace di gestire le mediazioni tra le varie componenti regionali in Medio Oriente. Si afferma, è costretta ad affermarsi come nemico di tutti i popoli di questa regione. Poco importano a questo proposito le sofferenze che possa causare, le masse popolari finiranno per spodestare tutti questi burattini e altri potentati ai suoi ordini nel Golfo e altrove nel mondo arabo.

Compagni, come vedete oggi, le masse sia in Algeria che in Sudan affermano senza esitazione che esiste sicuramente spazio per altri futuri che non la sottomissione ai diktat degli imperialisti e dei loro cani da guardia al potere.

Compagni, non possiamo essere indifferenti rispetto alle masse popolari palestinesi e ai combattenti della Resistenza che si oppongono coraggiosamente alla barbarie delle soldatesche sioniste e delle orde di coloni, in condizioni particolarmente difficili.

Non possiamo essere indifferenti rispetto ai nostri compagni comunisti e ai nostri compagni kurdi che affrontano il regime fascista in Turchia ...

Non possiamo essere indifferenti di fronte ai massacri orchestrati dagli imperialisti attraverso i potentati dell'Arabia Saudita e del Golfo, in Yemen ...

Solidarietà, tutta la solidarietà all'Algeria e alle sue masse popolari in lotta!

Solidarietà, tutta la solidarietà al Sudan e alle sue masse popolari in lotta!

Solidarietà, tutta la solidarietà ai resistenti nelle carceri sioniste e nelle celle d’isolamento in Marocco, Turchia, Grecia, Filippine e altrove nel mondo!

Solidarietà, tutta la solidarietà ai giovani proletari dei quartieri popolari!

Onore ai martiri e alle masse popolari in lotta!

Abbasso l'imperialismo, i suoi cani da guardia sionisti e altri reazionari arabi!

Il capitalismo è solo barbarie, onore a tutti/e coloro che si oppongono, nella diversità delle loro espressioni!

Insieme compagni e solo insieme vinceremo!
A tutti voi compagni/e e amici/amiche, i miei più calorosi saluti rivoluzionari.

Il vostro compagno Georges Abdallah

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