Salvini è tornato a parlare dell’immigrazione via terra attraverso il confine tra Italia e Slovenia. Dal 1 luglio inizieranno i pattugliamenti misti delle rispettive forze di polizia, ma il ministro dell’Interno ha annunciato che se non dovesse bastare “non si esclude nessun altro tipo di intervento”, compresa la costruzione di “barriere fisiche”.
Il Friuli Venezia Giulia valuta il muro anti-migranti di Salvini
27 GIUGNO 2019 - 12:38
di Alessandro Parodi
Il presidente leghista della regione Friuli-Venezia Giulia sposa l’iniziativa proposta da Matteo Salvini
Dopo la proposta del ministro dell’Interno Matteo Salvini di erigere un muro sul confine con la Slovenia per bloccare l’immigrazione clandestina sul modello di quello fra Ungheria e Serbia, arriva il via libera del presidente leghista della regione Friuli-Venezia Giulia Massimiliano Fedriga.
Il governatore ha commentato l’iniziativa a margine dell’evento Porti, logistica, grandi opere: «Alzare barriere ai confini per fermare gli arrivi è un’ipotesi al vaglio, testimonia l’attenzione del Viminale per gli ingressi irregolari dal confine orientale, ovvero dal Fvg. Su questo ci confronteremo
– ha aggiunto Fedriga – con il ministro Salvini la prossima settimana, per mettere in campo tutti gli interventi necessari per fronteggiare l’immigrazione clandestina».
Fedriga, in tema di controllo dei flussi migratori, ha parlato anche della cooperazione con la vicina Slovenia, Paese che «continua a dimostrare grande collaborazione e grande disponibilità nei nostri confronti. Non a caso dal primo luglio partiranno i controlli bilaterali. Spero che questi
possano funzionare e ritengo possano essere una soluzione positiva, dato che hanno funzionato in altre circostanze, ma in una situazione come questa – ha precisato – è necessario mettere insieme più misure in
contemporanea. Verranno potenziati quindi i controlli delle nostre forze dell’ordine sui confini, e la prossima settimana mi vedrò con il ministro Salvini con il quale valuteremo le migliori misure da intraprendere».
Il merito alla sospensione del trattato di Schengen da parte dell’Italia, ipotizzata sempre da Salvini dopo il braccio di ferro con la nave Sea Watch, il presidente della regione Friuli-Venezia Giulia sostine che sia «realizzabile, ovviamente se c’è l’impegno di tutti i Paesi coinvolti nella rotta balcanica a fare il loro dovere e soprattutto se c’è l’impegno dell’Unione europea ad aiutarli a fare il loro dovere». Ha inoltre ricordato che «ci sono Paesi come la Croazia che sono stati accusati dall’Unione quando hanno messo in atto misure di blocco dei flussi migratori irregolari – ha specificato – Serve un aiuto ai Paesi di confine da parte dell’Ue, non una condanna».
Fedriga ha poi detto di ritenere «inaccettabile che l’Italia, non essendo via terra un Paese di confine dell’Unione europea, subisca l’immigrazione clandestina». Con l’eventuale sospensione di Schengen potrebbero «esserci ripercussioni», ma «non vedo alcun svantaggio dal punto di vista
economico», ha precisato il governatore, sottolineando: «Non saremmo contenti di sospendere Schengen, ma è altrettanto vero che i muri non si alzano se le regole vengono rispettate».
Fedriga ha inoltre annunciato che «verranno potenziati i controlli delle nostre forze dell’ordine sui confini», ricordando che la prossima settimana si incontrerà con il ministro Salvini. Con lui «valuteremo le migliori misure da intraprendere». Il Governatore ha poi risposto alle domande sulla presenza dei militari italiani: «Spostare dei militari italiani lungo i confini della Bosnia o della Bulgaria non dipende da noi – ha detto – abbiamo iniziato una collaborazione con la Slovenia ma andare su territori esteri con le proprie forze armate non è mai facile, e in ogni caso dovrebbe avvenire con l’aiuto dell’Unione europea».
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