lunedì 20 ottobre 2014

pc 20 ottobre - India-Italia Modi-Renzi fascisti antioperai - PCI (M) - Jobs-act all'indiana -

PARTITO COMUNISTA dell'INDIA 

(MAOISTA)

COMITATO CENTRALE
COMUNICATO

Lottare contro la riforma anti-operaia delle Labour Laws 
del governo NDA Modi!
Il modello Vikas (sviluppo) di Modi è Vinash (devastazione) per il popolo 
dell’ India e Vistar (espansione) per gli imperialisti e compradori!
26-09-2014

Con le recenti modifiche alle leggi sul lavoro, il governo NDA di Modi ha ancora una volta mostrato il suo volto anti-operaio. Nella prima settimana di settembre 2014 ha proposto modifiche all’Industrial Disputes Act, 1947; al Contract Labour (Regolamento e Abolizione) Act, 1970; al Factories Act, 1948; all’Apprentices Act, 1961 e al Trade Union Act (leggi sulle controversie industriali, contratti di lavoro, lavoro in fabbrica e apprendistato).
Narendra Singh Tomar, il ministro del lavoro dell’Unione li ha annunciati senza batter ciglio, come se fosse il ministro responsabile del benessere dei padroni delle fabbriche, non degli operai. Queste modifiche hanno come unico scopo il super-sfruttamento dei lavoratori, aumentare i super profitti delle multinazionali imperialiste e indiane che si gettano come avvoltoi sul sangue e la carne dei nostri lavoratori.
Queste modifiche rendono parole morte i diritti sul lavoro straordinario e salario aggiuntivo e consentono ai padroni delle fabbriche di far lavorare gli operai per 12 ore invece della giornata lavorativa di otto ore. I turni di notte per le donne sono resi legali. È ora consentito ai padroni di fabbriche che impiegano fino a 300 lavoratori di ridurre il personale o chiudere la fabbrica senza passare attraverso alcuna procedura, secondo la loro volontà. La Legge sulle controversie industriali favorisce ora i padroni in tutte le vertenze relative al lavoro. La legge sui contratti di lavoro si applica ora alle imprese che occupano più di 50 dipendenti, invece che 20, il che significa che a tutte le aziende che impiegano meno di 50 lavoratori a contratto non si applicano neppure le tenui disposizioni di tutela previste dalla legge. Finora, il datore di lavoro principale era responsabile per qualsiasi violazione di legge, anche in caso di lavoratori dell’appalto impiegati da un altro imprenditore. Gli emendamenti ora lo liberano da ogni vincolo.
Ora i lavoratori hanno facoltà di formare un sindacato solo se hanno il consenso del 30% dei lavoratori, mentre in precedenza sette operai potevano fare una domanda di registrazione di un sindacato e potevano formarne uno anche solo col 15% dei lavoratori. Si dice che la misura ha lo scopo di ridurre l'onere di trattare con troppi sindacati, ma non è altro che un palese tentativo di impedire ai lavoratori di organizzarsi per i loro diritti, permettendo ai capitalisti di sfruttarli, opprimerli e reprimerli a loro piacimento. Che razza di democrazia è questa se i lavoratori non possono esercitare correttamente nemmeno il loro diritto di formare un sindacato? Dato che i sindacati revisionisti e borghesi, che vanno quasi sempre a braccetto con i padroni contro gli interessi dei lavoratori, hanno ancora una posizione dominante sulla classe operaia, è diventato estremamente difficile per gli operai per liberarsi da queste catene e formare loro sindacati indipendenti.
Per essere precisi, queste modifiche hanno con un tratto di penna reso legali diversi illeciti in materia di condizioni di lavoro in fabbrica, calpestando tutti i diritti conquistati dei lavoratori in secoli di dure lotte, che sono in un certo senso erano patrimonio di lotte che risalgono alle ribellioni degli schiavi contro lo sfruttamento assoluto del lavoro umano. La giornata lavorativa di otto ore, non far fare alle donne i turni di notte e la regolamentazione degli straordinari e del salario per lavoro straordinario erano tutte conquiste di decenni di lotta di classe tra capitalisti e lavoratori. Queste modifiche avranno un grave impatto sulla salute fisica e mentale dei lavoratori, porteranno a ulteriori disastri industriali e avranno anche un pesante impatto sociale. In un contesto in cui nel migliore dei casi le donne che lavorano sono oggetto solo di molestie sessuali al ritorno dal posto di lavoro di notte, e quando diverse ricerche hanno stabilito che la salute delle donne è gravemente e irrimediabilmente danneggiata dai di turni di notte, la legalizzazione del lavoro notturno per le donne non solo incide sulla loro salute fisica e mentale, creando patologie ginecologiche, ma le espone a gravi rischi sul posto di lavoro e lungo percorso al e dal lavoro.
Nel complesso, queste condizioni di lavoro portano all’invecchiamento precoce dei lavoratori e i capitalisti potranno cacciarli senza pietà e assumere nuovi lavoratori, che passeranno a loro volta attraverso lo stesso ciclo di sfruttamento per essere infine cacciati.
Molto sangue è stato versato per conquistare questi diritti, nelle lotte dei lavoratori in tutto il mondo e nelle rivoluzioni che miravano a mettere fine allo sfruttamento del lavoro e all'oppressione del proletariato e di tutte le masse lavoratrici. Sono stati conquistati come risultato accumulato delle lotte jn tutte le forme e nel loro insieme.
Ora con queste riforme il governo NDA vuole portare indietro l'orologio della storia. In realtà, sta seguendo la via aperta da tutti i precedenti governi in carica dal 1991 a oggi, da quando sono state adottate nuove misure economiche e hanno preso piede le politiche Globalizzazione, Privatizzazione e Liberalizzazione (GPL), che hanno imposto queste misure anti-operaie su sollecitazione degli imperialisti. In effetti, già Indira Gandhi aveva cercato di portare questi cambiamenti nelle leggi sul lavoro nel 1982, ma allora dovette ritirarle per le grandi resistenze incontrate. Il governo UPA ha all’attivo diverse misure antioperaie, tra cui alcune altrettanto gravi modifiche alle leggi sul lavoro. Tutte queste misure, possibili per dei governi di coalizione, sono ora rese ancora più possibili grazie alla 'maggioranza' di cui gode governo, che sostiene di avere il 'mandato' del popolo.
Il popolo gli ha dato il 'mandato' anche di negare i suoi diritti fondamentali?
Nei primi 100 giorni, il governo Modi/NDA ha ottenuto il record storico di adottare una o più misure antipopolari ogni giorno, questa sfilza di decreti contro i lavoratori sono solo le ultime. Modi e soci mettono in pratica l’ideale della borghesia dominante, aprendo ancor più alla penetrazione di investimenti diretti stranieri in settori finora non aperti o solo parzialmente aperti. Le Zone Economiche Speciali funzionano già come "paesi dentro il Paese", con proprie norme anti-operaie non vincolate alla stessa Costituzione indiana. Oltre a questo, i governi di quasi tutti gli stati dell'India si disputano il triste primato della brutale repressione delle lotte operaie e dei lavoratori quando scioperano e si mobilitano per le loro giuste rivendicazioni. L’attacco contro lo sciopero dei dipendenti pubblici dello Stato del Tamilnadu e la repressione contro i lavoratori di Gurgaon in Haryana sono solo i casi estremi. In realtà, è stato il governo BJP del Rajasthan che ha spianato la strada alla proposta governativa di riforma di modifica delle tre leggi fondamentali del lavoro, già il 5 luglio. A fronte della dura opposizione, l’ha ritirata, dicendo che erano "semplici proposte". Anche la magistratura sta facendo la sua parte nell’imporre l'agenda della globalizzazione imperialista adottando sentenze contro i lavoratori, tra cui la famigerata sentenza che vieta gli scioperi. I grandi media ripetono falsi argomenti per sostenere queste politiche anti-operaie, dicendo che andranno a creare “nuova occupazione, “posti di lavoro”,“aumento della quota manifatturiera del PIL” ecc.
Con la disoccupazione, precarietà e sotto-occupazione che raggiungono livelli sempre più alti, nel quadro della crisi economica mondiale, e con l'inflazione alle stelle, i salari reali dei lavoratori sono sempre più compressi. Il popolo sprofonda sempre più nel classico pantano capitalista, dove quelli che riescono a trovare lavoro lavorano per lunghissime ore in condizioni di lavoro orribili mentre fuori dai cancelli della fabbrica circolano lavoratori affamati che non riescono a lavorare neppure un'ora per mantenere se stessi o le loro famiglie. L’enorme esercito industriale di riserva dei disoccupati spinge ancor più verso il basso i salari dei lavoratori, a causa della spietata concorrenza per il lavoro. In combinata con le ultime misure anti-operaie, questa situazione diventa sempre più preoccupante per le masse lavoratrici del nostro paese.
Nonostante i giochi delle classi dominanti sulle cifre del tasso di crescita, che puntano il dito sull’aumento degli investimenti di capitale speculativo nel mercato azionario e cercano di farlo passare come indice di sviluppo del paese, tutti sanno molto bene che la vera ricchezza viene dal lavoro degli operai. Tutti sanno molto bene che solo sfruttando gli operai fino all’ultima goccia di sangue possono riempire i loro conti bancari e sguazzare nel lusso.
Per la classe operaia la necessità immediata è comprendere più chiaramente questa realtà, organizzarsi e condurre una dura lotta di classe contro i loro sfruttatori e i politici della borghesia che gli leccano gli stivali.
In tutto il mondo c’è stata una impennata di lotta classe, in particolare nel quadro della crisi economica mondiale. Perfino negli Stati Uniti e in Europa abbiamo assistito a movimenti come Occupy Wall Street, per non parlare delle grandi manifestazioni e lotte in tutta Europa contro i licenziamenti, il taglio del welfare e la perdita dei risparmi a causa dei crack delle banche. Anche in India crescono le lotte della classe operaia per migliori condizioni di lavoro e i diritti dei lavoratori, come il diritto di formare sindacati e anche solo a tenere riunioni o dharnas (marce). Operai e impiegati non stanno subendo passivamente le riforme alle leggi sul lavoro. Ci sono state forti proteste, militanti e pacifiche, tra cui un bandh Bharat (sciopero generale) indetto da tutti i sindacati contro il precedente tentativo del governo UPA. Anche i sindacati tradizionali hanno criticato le riforme alle leggi sul lavoro. Per tutti i sindacati e associazioni di lavoratori la necessità del momento è di mettersi insieme per combattere questa offensiva della classe dominante contro le masse lavoratrici.
Il CC del PCI (Maoista) chiama i lavoratori del nostro paese a sollevarsi uniti contro le ultime riforme anti-operaie adottate dal governo NDA di Modi e a piegarlo con le loro lotte e mobilitazioni militanti. Ci rivolgiamo a tutte le organizzazioni e individui democratici e progressisti perché stiano dalla parte dei lavoratori nelle loro lotte e diano loro voce contro il super-sfruttamento da parte dei padroni compradori che dominano il nostro paese per nutrire la bestia imperialista.
Smascherare il modello Vikas del governo Modi come svendita anti-popolare e antinazionale. Non è altro che il modello degli imperialisti che mirano a sfruttare, opprimere e reprimere le masse lavoratrici del nostro paese. Uniamoci e combattiamo questo falso modello di sviluppo e traditore degli interessi del popolo denominato Vikas e lottiamo per costruie un modello di sviluppo indipendente, autosufficiente, a favore del proletariato e del popolo.

(Abhay)
Portavoce,
Comitato Central, PCI (Maoista)

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