Come negli anni 70 contro il popolo vietnamita, il razzismo travestito di rosso dell'integrazione
La pioggia non ferma il primo maggio di Lotta comunista: “L’internazionalismo unica arma contro guerra e razzismo”
Niente corteo causa meteo ma pienone nella tensostruttura al Porto antico. Bandiere rosse, tanti stranieri e militanti di ogni età: "Oggi è una giornata di lotta"
Genova. Non basta certo la pioggia a fermare il tradizionale primo maggio di Lotta comunista a Genova. Il corteo, che doveva attraversare il centro città fino in piazza De Ferrari, è stato annullato a causa del maltempo, ma la macchina organizzativa si è mossa per tempo trasferendo nel giro di 24 ore la manifestazione sotto la tensostruttura del Porto antico.
Bandiere rosse, coccarde, militanti di ogni età e di ogni provenienza sociale e geografica, le filarmoniche di Cornigliano e di Sampierdarena a intonare L’Internazionale e Bandiera Rossa, l’entusiasmo dei più giovani e lo sguardo fiero di dirigenti e sostenitori dai capelli grigi che ritrovano
tra gli altri il senso dell’internazionalismo e di quella che che è soprattutto “una giornata di lotta”, come ricorda Piero Ferrazza.I temi centrali della manifestazione sono quelli della guerra e della lotta al razzismo: “Non vorremmo parlare di guerra e di razzismo – spiega – ma il mondo è fatto di queste cose e per questo il nostro messaggio ‘Proletari di tutti i paesi unitevi’ è sempre più attuale, perché vale in Palestina, vale a Kiev e vale in tutte le realtà del mondo dove la logica del profitto e della barbarie capitalista e imperialista continuano a dilagare senza freni”
“Noi non conosciamo aggressori né aggrediti – ribadisce il dirigente di Lotta comunista – ma lavoratori che pagano e capitale che colpisce. E questo deve essere chiarissimo soprattutto dove si colgono ancora delle derive che sono quelle di contrapporre il popolo palestinese al popolo ebraico, il popolo russo al popolo ucraino. Per noi ci sono borghesi e proletari”.
A parlare dal palco anche il segretario della Fiom genovese Stefano Bonazzi, nella sua veste oggi di funzionario di Lotta comunista “Sicuramente la guerra oggi infiamma il mondo e l’Europa. A partire dalla guerra in Ucraina noi abbiamo da subito alzato la bandiera rossa dell’internazionalismo a favore dei lavoratori russi e ucraini perché come sempre a patire la guerra non sono quelli che la fanno. Oggi come ogni primo maggio diamo un segnale internazionalista contro la guerra e il razzismo”. Oltre a Bonazzi, come sempre ci sono in piazza tanti dirigenti sindacali a partire soprattutto dalla Fiom perché proprio nelle fabbriche, oltre che in porto, Lotta comunista fin dalle origini del partito ha radicato la sua presenza formando politicamente generazioni di lavoratori sindacalisti. Il primo maggio di Lotta comunista: bandiere rosse e internazionalismo sotto il tendone al Porto antico
Per combattere il razzismo Lotta comunista ha da tempo messo in campo la sua organizzazione e i suoi militanti: “Il razzismo si combatte con l’integrazione che noi mettiamo in pratica ogni giorno con i nostri circoli operai, le nostre scuole di italiano e il nostro volontariato che va in aiuto dei più deboli e che vede ormai anche molti immigrati impegnarsi in prima persona. Sono attività pratiche che fanno vivere l’internazionalismo nella quotidianità dei nostri quartieri”.
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