giovedì 2 maggio 2024

pc 2 maggio - Report dal presidio dell'Aquila in solidarietà dei partigiani palestinesi


Si è tenuto il 30 aprile, in occasione dell'udienza di merito per l'estradizione di Anan Yaeesh, un nuovo presidio davanti al tribunale dell’Aquila, con la partecipazione di una ventina di compagni e compagne di L’Aquila e Roma.

Questa volta l'udienza è stata preceduta dalla inattesa novità del ritiro della richiesta di estradizione di Anan da parte dell’entità sionista.

Nella nota inviata dalle autorità israeliane al Ministero della giustizia si legge infatti che “Alla luce dell’esistenza di indagini italiane in corso le autorità israeliane desiderano in questa fase di ritirare la domanda di estradizione e si riservano il diritto di ripresentarla in una fase successiva nel caso scelgano di farlo. Vorremmo ringraziare le autorità italiane per il loro impegno e assistenza in questo caso e ribadiamo la nostra disponibilità a una continua collaborazione tra i due paesi”.

La rinuncia, peraltro temporanea, dello stato israeliano all’estradizione di Anan, se da un lato riconosce al governo italiano il ruolo di primo piano nella repressione della resistenza e nella collaborazione al genocidio del popolo palestinese, dall’altro omette di citare, tra le motivazioni con cui la Corte di Appello dell’Aquila ha rigettato la richiesta, le torture inflitte ai prigionieri politici palestinesi che hanno avuto un’eco internazionale, con tanto di timbro di una Corte italiana.

In un momento in cui i vertici del governo Netanyahu rischiano un mandato di arresto della Corte penale internazionale per crimini di guerra, e a fronte di una seconda sentenza negativa da parte di una Corte italiana, relativa questa volta anche al vigente sistema di apartheid che permette ai coloni di essere giudicati da Corti Civili, mentre impone Tribunali Militari ai nativi palestinesi, la procura di Telaviv prende tempo e toglie dall’imbarazzo il governo Meloni, che tramite la procura dell’Aquila tiene in ostaggio Anan, Ali e Mansour sulla base delle accuse mosse da Israele per giustificare la richiesta di estradizione.

Constatato il ritiro di quest’ultima, logica vorrebbe che i tre prigionieri palestinesi fossero prosciolti e scarcerati. Ma siamo in tempi di guerra, con l'Italia schierata con Israele e contro la resistenza palestinese, e alla Corte d'Appello de L'Aquila con è rimasto che chiudere il caso Anan con la formula del “non luogo a provvedere". Di una eventuale libertà se ne potrà riparlare solo dopo l'estate in Cassazione, nell'udienza del ricorso della difesa contro la conferma dell'arresto di Anan, Ali e Mansour, da parte del Tribunale della libertà de L'Aquila.

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