SOLIDARETA' AGLI ATTIVISTI DI ULTIMA GENERAZIONE COLPITI INGIUSTAMENTE DALLA REPRESSIONE con fogli di via, per avere protestato con un'azione simbolica e giusta per mettere in evidenza il grave problema della siccità in Sicilia: ci sono città come Agrigento e comprensorio in cui da anni la popolazione soffre il razionamento pesante dell'acqua anche per le necessità più basilari, o Palermo dove in alcuni quartieri l'acqua potabile ora nuovamente è già razionata e potremmo continuare.
Il tutto nel più totale disinteresse dei governi regionali che si sono succeduti fino a quello attuale Schifani che a fronte di più che ipocriti lanci di allarme, e soprattutto in tempi elettorali, sul problema emergenza acqua e cambiamenti climatici, non hanno invece mai messo in atto politiche serie di manutenzione, di prevenzione per porre soluzioni per l'emergenza idrica, visto che in Sicilia e in particolare in alcune zone non piove da mesi e mesi, continuando ad arricchirsi sulle loro poltrone d’oro a danno delle masse popolari.
La rete idrica siciliana è un vero colabrodo, oltre il 50% dell’acqua immessa nelle tubature va persa. Secondo recenti stime del report dell’Istat sulle infrastrutture idriche in Italia, a Siracusa si disperde il 67 per cento dell’acqua immessa nella rete. Segue Messina con il 52 per cento e poi Catania con il 51 per finire a Palermo con una perdita stimata del 42 per cento.
Non vi è mai una seria opera di manutenzione verso le dighe, diverse dighe sono insicure e riversano in mare l’acqua, o la disperdono nei campi incolti, mentre seminativi e allevamenti affrontano una lunga emergenza, in Sicilia ci sono 26 dighe, molte non collaudate, quasi tutte incompiute. A Licata per esempio la diga Gibbesi è inutilizzata, alla Regione hanno ben due progetti pronti per metterla in funzione, ma servono 22 milioni di euro. A Caltanissetta, la diga Comunelli è piena di fango e non può invasare acqua, inutilizzata anche la diga Pasquasia…
Gridano ora all’allarme i padroni siciliani del settore alberghiero “non possiamo rischiare di avvicinarci all'estate e chiedere ai turisti di razionare l'acqua. Sarebbe una follia”, che andrebbe naturalmente ad intaccare i loro lauti profitti…mentre il Presidente della Regione Schifani, che difende schifosamente il piano del governo Meloni/Lega del ponte sullo stretto contro popolazioni e di devastazione dell’ ambiente, chiede aiuto al governo Meloni con l’intervento delle navi cisterna alle Forze armate, a proposito di militarizzazione dei territori…
Il tutto mentre le popolazioni dovrebbero plaudire alle ridicole ordinanze che arrivano da parte di alcuni Sindaci alla Lagalla maniera, Sindaco di Palermo, che ha emesso in questi giorni un’ordinanza, sulla quale ci sarebbe da ridere a crepapelle se il problema non fosse serissimo, che stabilisce il divieto per gli abitanti di Palermo di innaffiare le piante nelle case dalle ore 5 alle ore 23 di ogni giorno, pena multe di centinaia di euro da parte dei vigili urbani … meno male però che il Comune si affretta a specificare che “i controlli saranno impossibili”.
Ribellarsi e lottare è l’unica via per i proletari, i lavoratori, la popolazione, organizziamoci per farlo!
La repressione di questo Stato non può fermare le giuste lotte per la garanzia di beni primari per le masse popolari - Ritiro immediato dei provvedimenti repressivi verso gli attivisti di Ultima Generazione.
Slai Cobas per il sc Palermo
Contro gli sprechi d’acqua lavarono i panni nella fontana del porto. Foglio di via per tre attivisti.
Il provvedimento riguarda tre componenti del movimento Ultima Generazione che organizzarono la protesta al Molo trapezoidale
Lo scorso 2 aprile si erano immersi nella piscina del molo trapezoidale del porto di Palermo e avevano simulato attività domestiche, come lavare panni e stoviglie, con l’obiettivo di accendere i riflettori sulla crisi climatica e in particolar modo sulla siccità, definita “drammatica” dallo stesso presidente della Regione siciliana Renato Schifani. Un’azione simbolica che però è costata cara a Erica, Gesualdo e Davide, attivisti di Ultima Generazione, a cui proprio alla vigilia del 25 aprile è stato notificato un foglio di via obbligatorio.
Erica verrà allontanata dal capoluogo siciliano per un anno, mentre Gesualdo e Davide per trentasei mesi: «Ho appena ricevuto un foglio di via obbligatorio di ben tre anni per aver fatto un bagno e per aver lavato simbolicamente i piatti alla fontana pubblica del molo trapezoidale del porto di Palermo – ha raccontato Gesualdo Busacca, trentacinque anni, siciliano, professore di archeologia – Un provvedimento che secondo me è sproporzionato e ingiusto, basti pensare che si tratta di una misura del codice antimafia. La cosa più grave però è che un foglio di via obbligatorio è stato dato anche a Erica, una giovane studentessa dell’Università di Palermo, alla sua prima azione, che adesso non potrà più tornare nella città in cui sta studiando, almeno fino alla revoca del provvedimento, per il quale ovviamente abbiamo presentato ricorso. Intanto, però, non potrà più seguire le lezioni e perderà il diritto allo studio. Un provvedimento riservato ai mafiosi».
Busacca ha spiegato e raccontato i motivi dell’azione: «Cosa c’è di illegale nel chiedere un Fondo Riparazione per tutte le persone che stanno subendo disastri climatici? Abbiamo l’acqua razionata. Cosa succederà in estate, quando ci saranno quarantacinque gradi? E cosa faranno gli abitanti dei quartieri di Borgo Vecchio e della Calza? Vogliamo esercitare il nostro diritto democratico di chiedere un sistema più giusto – conclude – e vogliamo una democrazia vera. In cui le persone vengano ascoltate. Quando qualcuno decide di fare qualcosa però è questo il risultato. Il governo non ci sta tutelando e sta abbandonando un milione di siciliani che in questo momento hanno l’acqua razionata.
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