sabato 4 maggio 2024

pc 4 maggio-La repressione nelle università USA accende la ribellione e il contagio della solidarietà al popolo palestinese

 da Controinformazione rossoperaia del 3/04


Le proteste a favore del popolo palestinese stanno dilagando in tutto il mondo, dai giovani studenti in prima fila che in Italia stanno dando dimostrazione di una straordinaria e incessante solidarietà al popolo palestinese occupato, bombardato e massacrato, agli studenti in tutto il mondo e lo stanno facendo nelle scuole, nelle università e nelle piazze sia con la protesta sia con le azioni dirette contro i legami economici, accademici, militari dei paesi imperialisti con lo stato nazisionista israeliano e contro il genocidio in corso.

Proteste che sono nate all’interno del “ventre della bestia” imperialista – come si dice – che arma, appoggia e sostiene Israele, dall’imperialismo USA al governo Meloni in Italia. Proteste che polarizzano il sostegno: i popoli con la Palestina e i governi imperialisti con Israele.

Proteste che hanno ricevuto non certo l’attenzione dei governi ma da questi solo la brutale repressione con le cariche poliziesche come è successo in Italia, una repressione che però non piega le proteste studentesche ma che, anzi, le alimenta e fa divampare l’incendio che è arrivato fino agli USA.

Le proteste in questi giorni sono cominciate alla Columbia University di New York e si sono estese ad altri atenei con gli studenti che hanno allestito accampamenti all’interno dei campus universitari e tenuto manifestazioni contro il genocidio israeliano a Gaza e in solidarietà con gli studenti della Columbia, accampamenti che si sono diffusi nei campus non solo degli Stati Uniti, ma anche in Australia, Francia e in altri paesi ancora.

Oggi con la Palestina come ieri con il Vietnam, un movimento mondiale che ha appoggiato la resistenza e la guerra di popolo in Vietnam e ha contribuito non solo alla sua vittoria ma anche ad alimentare l’internazionalismo proletario e lo scontro di classe, antimperialista. Perchè la Palestina sia veramente il nuovo Vietnam dobbiamo organizzare comitati e, parafrasando una canzone degli anni ‘70 di Della Mea, dal titolo “creare uno-due-tre molti Vietnam”, potremmo dire

è nella tua fabbrica la tua Palestina/nel tuo padrone la tua Palestina/nella tua scuola la tua Palestina/nella carica della polizia la tua Palestina”.

La lotta solidale con la Palestina preoccupa il governo imperialista USA che manda la polizia a compiere un violento sgombero alla Columbia University. Ci sono stati diversi arresti e feriti tra gli studenti solidali con Gaza e, nell’irruzione, la polizia ha preso a calci gli studenti, li ha immobilizzati a terra e gettati giù per le scale, ci sono stati 300 arresti e le loro tende smantellate dai vigliacchi in divisa.

Osservatori e giornalisti non sono potuti entrare nella Hamilton Hall, ribattezzata Hind’s Hall in onore di Hind Rajab, una bambina palestinese di 6 anni uccisa dall’esercito israeliano a Gaza, che è diventata l’epicentro del movimento studentesco pro-Palestina negli USA.

Questa università ha una lunga storia di lotte: nell'aprile del 1968 Hamilton Hall fu il primo di cinque edifici ad essere occupato dagli studenti che protestavano contro la guerra del Vietnam e nel 1985 è stata il centro delle proteste contro l’apartheid in Sud Africa.

Ora il "normale svolgimento delle attività universitarie" è la protesta continua, 24 ore su 24, 7 giorni su 7, gli studenti hanno organizzato un luogo libero e liberato in cui anche il movimento più in generale può partecipare direttamente, imparare e discutere le questioni del giorno.

Ma prima di tutto c’è la popolazione di Gaza: oltre all’ampia richiesta di un cessate il fuoco e della fine dell’assalto genocida di Israele a Gaza, queste proteste chiedono alle università di recidere qualsiasi legame finanziario o accademico con Israele, rivelare i loro collegamenti finanziari e ritirare accuse o azioni disciplinari contro gli studenti.

Uno studente ha detto: “non penso che le preoccupazioni sulla nostra sicurezza personale siano in prima linea nelle nostre menti in questo momento. Penso che in prima linea nelle nostre menti ci sia la violenza che i palestinesi subiscono ogni giorno per mano dello Stato israeliano in questi ultimi sei mesi e che dura, ancora una volta, da quasi 80 anni. Quello che stiamo mettendo in gioco ha un rischio davvero minimo rispetto a quello che stanno attraversando gli abitanti di Gaza… Questo è il minimo che possiamo fare, come giovani in una situazione privilegiata, per assumerci la responsabilità della situazione”.

Una studentessa ha affermato: “non posso e non potrei sopportare di essere complice del continuo sostegno della nostra università alla campagna genocida di Israele. Non sono rimaste università a Gaza, quindi abbiamo scelto di rivendicare la nostra università per il popolo palestinese”.

Il 22 aprile, il presidente Biden ha calunniato e minacciato gli studenti, dichiarando: “Condanno le proteste antisemite”. Il presidente della Camera Mike Johnson e un gruppo di funzionari repubblicani fascisti hanno tenuto una conferenza stampa a Low Steps nel cuore del campus della Columbia. Johnson ha denunciato quella che ha definito “la preoccupante ascesa dell’antisemitismo virulento nei campus universitari americani” e ha avvertito che “agitatori e radicali senza legge” stanno “prendendo il sopravvento”. Gli studenti dell'accampamento di protesta dall'altra parte della piazza lo hanno fischiato sonoramente quando ha finito.

Gli studenti in tutto il mondo hanno chiaro cosa significa genocidio in Palestina e la solidarietà al popolo e alla sua resistenza, mettono in gioco sé stessi e speriamo siano l’incendio che divampi nei luoghi di lavoro perché gli operai e i lavoratori sono ancora molto indietro e dove manca l’organizzazione che forma le coscienze non sono ancora in grado di essere indipendenti, autonomi, critici rispetto alla propaganda di stampa e tv che sono nelle mani di chi li sfrutta, di chi li ha trascinati in una guerra per i profitti e che oggi li vuole complici del genocidio nazisionista.

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