giovedì 27 agosto 2020

pc 26/27 agosto - Cava dei Tirreni/Castelli Romani - contestare ovunque i comizi elettorali Salvini/Meloni

Cava De’ Tirreni. Cariche della polizia contro chi contesta Salvini



Cariche della polizia in Piazza Duomo e caccia all’uomo su corso Umberto I. In questo momento il corso di Cava de’ Tirreni (Salerno, ndr) è totalmente blindato. È impossibile accedere da qualsiasi lato della città e il clima che si respira è inaccettabile.
Salvini e suoi pochi seguaci hanno militarizzato un’intera città. È necessario prendere parola contro questo Stato di Polizia!
Guarda il video: La contestazione a Salvini

Castelli Romani. Fascisti e Salvini sono “una rottura de cojoni”



Ci risiamo! Sembra che alla fine di agosto i Castelli Romani divengano particolarmente attrattivi per certi personaggi. E così oggi, come facemmo due anni fa a Rocca di Papa, ci ritroviamo a dover ribadire che nei nostri territori i fascisti non hanno nessuna possibilità di dimora.
Una vera scocciatura, o meglio “UNA ROTTURA DE COJONI” come ben sintetizzò un antifascista dei Castelli in occasione del tentativo di strumentalizzazione da parte dei fascistelli di Forza Nuova e CasaPound dell’arrivo a Rocca di Papa dei migranti della Diciotti.
Una rottura de cojoni tanto più che questa volta, sullo sfondo di una campagna elettorale dai contorni noiosi e avvilenti, ad arrivare ad Albano è Salvini in persona, un personaggio ormai giunto al capolinea della sua parabola politica, se non fosse tenuto in vita dalle vicissitudini giudiziarie che lo riguardano e dai suoi ancora in auge famigerati decreti sicurezza che nessuno ancora si è preso la briga di abrogare.
E già! perché se Salvini si distingue per essere il fomentatore di odio quale è, c’è anche chi si è messo sul solco delle sue infami politiche (se non addirittura ne ha spianato la strada) e oggi scende in piazza armato di un antifascismo di facciata per soli fini elettorali.
Giovedì 27 agosto saremo nelle nostre strade e nelle nostre piazze a ribadire che noi i fascisti a casa nostra non li vogliamo. Che i nostri fratelli sono gli ultimi e gli sfruttati di ogni angolo della terra. Che nella nostra visione di città, di territorio, di mondo non c’è spazio per l’odio verso i più deboli, ma che sappiamo odiare sia chi si arricchisce impoverendo gli altri, e sia chi fomenta la guerra tra poveri.
È proprio una rottura de cojoni.

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