venerdì 31 gennaio 2014

pc 31 gennaio - Che cosa succede oggi a Roma sulla vertenza Fiat di Termini Imerese? Gli operai si preparano...

Oggi alle 15,30 ci sarà a Roma la prevista riunione al Ministero dello sviluppo economico con la presenza dei rappresentanti delle istituzioni, dei lavoratori e dell'azienda. Sarà presente in piazza anche un gruppo di operai di Termini partito ieri sera con i pullman per seguire da vicino l'incontro.
Sempre ieri a Termini Imerese si è svolta un'assemblea organizzata da Fim, Fiom Uilm alla quale hanno partecipato un centinaio di operai. I sindacalisti confederali, corresponsabili dell'attuale disastrosa situazione attuale perché negli anni hanno fatto ogni tipo di concessione al padrone in fatto di diritti degli operai, provano a correre ai ripari, ripercorrendo però esattamente la strada degli anni passati fatta di appelli alle istituzioni, passerelle di politici che "prendono impegni" e di preti che pregano per le famiglie. In questo caso un senatore del Pd, Lumia, che per anni si è presentato davanti ai cancelli a chiedere voti, è stato vivamente contestato da un operaio, come riporta il sole 24 ore di oggi:  "Ma il politico è stato contestato dai presenti: "mi fa rabbia sentirla – ha urlato un lavoratore -. Quello che proponete adesso perché non lo avete fatto quattro anni fa? Invece lo stabilimento è stato chiuso". Mentre l'operato della stessa Fiom è stato contestato da un'operaia dell'Irisbus, altro stabilimento chiuso.
Nel frattempo gli operai, organizzati al di fuori dei confederali, in presidio davanti alla presidenza della Regione hanno fatto il punto sulle "novità" in casa Fiat, adesso FCA, in particolare commentando due articoli pubblicati ieri dal quotidiano la Repubblica che dicono chiaramente come stanno le cose e indicano quali possono essere i risvolti futuri. Si tratta di due interviste: una a Pierre Carniti ex segretario nazionale Cisl, e l'altra al Professore della Bocconi, Berta. Le sottolineature sono nostre.

Il vecchio Carniti, oramai in pensione e convinto di non dover più pagare pegno per le sue malefatte passate, compresa l'abolizione della cosiddetta scala mobile, dice adesso chiaramente quello che sa e pensa: che l'operazione Chrysler significa che l'Italia è oggi "la periferia e vale solo il 10%..." e i numeri lo dicono chiaro: "… Dei 4 milioni e mezzo di auto che il gruppo produce, solo 400 mila si fanno in Italia. Il 10 per cento. Quindi l'Italia vale il 10 per cento. Siamo la periferia. Marginali. E anche negli investimenti e nelle linee di strategia varremo il 10 per cento."
Il giornalista domanda a questo punto se "poteva esserci un'alternativa a diventare il 10 per cento" e la riposta è: "Questo è un processo partito quindici, vent'anni fa. Ancora con l'Avvocato. Quando ha visto che le cose non andavano più bene ha fatto l'accordo con Gm… accordo poi saltato… Marchionne ha concluso il tutto, anni dopo, a modo suo,… nell'interesse degli azionisti di Fiat, non certo dei lavoratori in Italia." E ancora: "La radice del problema sta nel fatto che la Fiat era un'azienda sussidiata dallo Stato con soldi pubblici. Quando non si è potuto più fare, i sussidi non sono stati sostituiti con una politica industriale, ma con nulla. La politica in Italia ha preferito occuparsi d'altro". Ma al giornalista, infatti, come si dice, la domanda viene spontanea: "Questa è responsabilità della politica. Il sindacato non ha responsabilità?" La risposta prova a salvare la faccia: "[Il sindacato] Ha adottato una logica solo difensiva con l'obiettivo di salvare i posti di lavoro. Politica attuata anche un po' malamente, senza produrre risultati, visto che i posti si sono persi e Termini Imerese ha chiuso". Questa da sempre è la politica del sindacato confederale!!! Anche sugli investimenti promessi Carniti hai suoi dubbi e in particolare a proposito della fine che potrebbe fare Torino dice: "Spero di sbagliarmi, ma credo che Torino, lentamente, seguirà la parabola che ha caratterizzato Genova dopo la chiusura dell'Ansaldo…. D'altronde la vicenda Electrolux rappresenta l'inizio del declino del vivace Nord-Est. L'Italia per contrastare questa situazione deve mettere in campo strategie, programmi e risorse, anche pubbliche." Ancora una volta si chiedono risorse pubbliche da regalare ai padroni!!!

Il professore Berta, esperto di economia e industria, a sua volta non ha peli sulla lingua, a dispetto di tutti coloro, a cominciare da Letta e Saccomanni, che provano ad ingannare tutti quanti sul futuro della Fiat in Italia. Infatti alla domanda: "Professore Berta, l'Italia ha perso la Fiat?" risponde secco "Non c'è dubbio." E sul futuro dell'industria dell'auto che si sposta sulle auto di lusso, dice: "Ci vorrà meno occupazione… Certo i numeri sono destinati a diventare più modesti… Insomma, sta nascendo un gruppo che non ha più la vocazione alla produzione di massa. Di più: un gruppo che nega la produzione di massa e punta a diventare un atelier".

È chiaro dalla storia di questi ultimi anni e anche da queste battute di due "esperti" della borghesia, che gli operai di tutti gli stabilimenti Fiat, senza una lotta durissima non avranno la possibilità di salvare i posti di lavoro!

Intanto oggi pomeriggio gli operai dello stabilimento di Termini Imerese si stanno preparando ad agire secondo necessità in caso di risposta negativa dal "tavolo" di Roma.

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