Oggi alle 15,30 ci sarà a Roma la prevista riunione al
Ministero dello sviluppo economico con la presenza dei rappresentanti delle
istituzioni, dei lavoratori e dell'azienda. Sarà presente in piazza anche un
gruppo di operai di Termini partito ieri sera con i pullman per seguire da
vicino l'incontro.
Sempre ieri a Termini Imerese si è svolta un'assemblea
organizzata da Fim, Fiom Uilm alla quale hanno partecipato un centinaio di
operai. I sindacalisti confederali, corresponsabili dell'attuale disastrosa situazione
attuale perché negli anni hanno fatto ogni tipo di concessione al padrone in
fatto di diritti degli operai, provano a correre ai ripari, ripercorrendo però
esattamente la strada degli anni passati fatta di appelli alle istituzioni,
passerelle di politici che "prendono impegni" e di preti che pregano
per le famiglie. In questo caso un senatore del Pd, Lumia, che per anni si è
presentato davanti ai cancelli a chiedere voti, è stato vivamente contestato da
un operaio, come riporta il sole 24 ore di oggi: "Ma il politico è stato contestato dai
presenti: "mi fa rabbia sentirla – ha urlato un lavoratore -. Quello che
proponete adesso perché non lo avete fatto quattro anni fa? Invece lo
stabilimento è stato chiuso". Mentre l'operato della stessa Fiom è stato
contestato da un'operaia dell'Irisbus, altro stabilimento chiuso.
Nel frattempo gli operai, organizzati al di fuori dei
confederali, in presidio davanti alla presidenza della Regione hanno fatto il
punto sulle "novità" in casa Fiat, adesso FCA, in particolare
commentando due articoli pubblicati ieri dal quotidiano la Repubblica che
dicono chiaramente come stanno le cose e indicano quali possono essere i
risvolti futuri. Si tratta di due interviste: una a Pierre Carniti ex
segretario nazionale Cisl, e l'altra al Professore della Bocconi, Berta. Le sottolineature
sono nostre.
Il vecchio Carniti, oramai in pensione e convinto di non
dover più pagare pegno per le sue malefatte passate, compresa l'abolizione
della cosiddetta scala mobile, dice adesso chiaramente quello che sa e pensa: che
l'operazione Chrysler significa che l'Italia è oggi "la periferia e vale
solo il 10%..." e i numeri lo dicono chiaro: "… Dei 4 milioni e mezzo
di auto che il gruppo produce, solo 400 mila si fanno in Italia. Il 10 per
cento. Quindi l'Italia vale il 10 per cento. Siamo la periferia. Marginali. E
anche negli investimenti e nelle linee di strategia varremo il 10 per
cento."
Il giornalista domanda a questo punto se "poteva
esserci un'alternativa a diventare il 10 per cento" e la riposta è:
"Questo è un processo partito quindici, vent'anni fa. Ancora con
l'Avvocato. Quando ha visto che le cose non andavano più bene ha fatto
l'accordo con Gm… accordo poi saltato… Marchionne ha concluso il tutto, anni
dopo, a modo suo,… nell'interesse degli azionisti di Fiat, non certo dei
lavoratori in Italia." E ancora: "La radice del problema sta
nel fatto che la Fiat era un'azienda sussidiata dallo Stato con soldi
pubblici. Quando non si è potuto più fare, i sussidi non sono stati
sostituiti con una politica industriale, ma con nulla. La politica in Italia ha
preferito occuparsi d'altro". Ma al giornalista, infatti, come si dice, la
domanda viene spontanea: "Questa è responsabilità della politica. Il
sindacato non ha responsabilità?" La risposta prova a salvare la faccia:
"[Il sindacato] Ha adottato una logica solo difensiva con l'obiettivo di
salvare i posti di lavoro. Politica attuata anche un po' malamente,
senza produrre risultati, visto che i posti si sono persi e Termini
Imerese ha chiuso". Questa da sempre è la politica del sindacato
confederale!!! Anche sugli investimenti promessi Carniti hai suoi dubbi e in
particolare a proposito della fine che potrebbe fare Torino dice: "Spero
di sbagliarmi, ma credo che Torino, lentamente, seguirà la parabola che ha
caratterizzato Genova dopo la chiusura dell'Ansaldo…. D'altronde la
vicenda Electrolux rappresenta l'inizio del declino del vivace Nord-Est.
L'Italia per contrastare questa situazione deve mettere in campo strategie,
programmi e risorse, anche pubbliche." Ancora una volta si chiedono
risorse pubbliche da regalare ai padroni!!!
Il professore Berta, esperto di economia e industria, a sua
volta non ha peli sulla lingua, a dispetto di tutti coloro, a cominciare da
Letta e Saccomanni, che provano ad ingannare tutti quanti sul futuro della Fiat
in Italia. Infatti alla domanda: "Professore Berta, l'Italia ha perso la
Fiat?" risponde secco "Non c'è dubbio." E sul futuro
dell'industria dell'auto che si sposta sulle auto di lusso, dice: "Ci
vorrà meno occupazione… Certo i numeri sono destinati a diventare più modesti… Insomma,
sta nascendo un gruppo che non ha più la vocazione alla produzione di massa. Di
più: un gruppo che nega la produzione di massa e punta a diventare un atelier".
È chiaro dalla storia di questi ultimi anni e anche da
queste battute di due "esperti" della borghesia, che gli operai di
tutti gli stabilimenti Fiat, senza una lotta durissima non avranno la
possibilità di salvare i posti di lavoro!
Intanto oggi pomeriggio gli operai dello stabilimento di
Termini Imerese si stanno preparando ad agire secondo necessità in caso di
risposta negativa dal "tavolo" di Roma.
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