È stato tre lustri fa, che con il suo L’ora di religione, Sergio Castellitto protagonista, Marco Bellocchio denudò crudelmente il commercio vaticano sulle canonizzazioni,
raccontando la storia di una famiglia romana decaduta che cerca di
risollevarsi economicamente investendo tutto sul processo di santità
della mamma morta. Ed è propria la causa per la canonizzazione il
segreto per moltiplicare il denaro. In merito, uno dei libri del nuovo Vatileaks, quello di Gianluigi Nuzzi, Via Crucis (Chiarelettere) contiene una notizia clamorosa.
Quattrocento conti per 40 milioni di euro
Quando papa Bergoglio, appena eletto, dispone un’inchiesta sui traffici milionari della Congregazione che si occupa di portare sugli altari uomini e donne di fede – e retta da un
fedelissimo bertoniano, il cardinale Angelo Amato – la neocommissione per la riforma delle finanze (la fatidica Cosea) ordina il blocco di 409 conti dello Ior, la banca vaticana, per un totale di 40 milioni di euro. Tra questi c’è anche un nome pesantissimo, quello di monsignor di Georg Gänswein, storico segretario di Benedetto XVI
e rimasto al servizio di papa Bergoglio. Il numero dell’importante
cliente, presso la banca vaticana, è 29913. Scrive Nuzzi: “La
disposizione dunque coinvolge anche il conto corrente di monsignor Georg
Gänswein, già segretario personale di Benedetto XVI e ora prefetto della casa pontificia. C’è anche il conto corrente di padre Antonio Marrazzo, postulatore per la beatificazione di papa Paolo VI, Giovanni Battista Montini; e quello di monsignor Vincenzo Paglia, presidente del Pontificio consiglio per la famiglia. Si
rischia un incidente diplomatico già dopo i primi passi della
commissione”. Alla fine del 2013, la Cosea fa sbloccare 114 dei 409
depositi.
Diventare santi e fatturazione
Il processo per diventare santi è particolarmente lungo, anni se non decenni. La figura chiave è il cosiddetto postulatore, una sorta di pm che deve indagare sulla presunta santità e mostrarne le prove sotto forma di miracoli. In Vaticano sono due avvocati laici ad avere il monopolio delle cause. Il più noto e prestigioso si chiama Andrea Ambrosi ed è un legale che fa solo questo. Per avere il patentino di postulatore
c’è un corso parauniversitario da frequentare e superare. La famiglia
Ambrosi, poi, è anche proprietaria della tipografia che stampa in
esclusiva gli atti delle cause. Si tratta di montagne di carta, un altro
affare a tantissimi zeri. Insieme allo studio Ambrosi, altra
postulatrice è Silvia Correale. In media, la santità costa tra i 400mila e i 500mila euro. Per il filosofo Antonio Rosmini,
si è arrivati a ben 750mila euro, di cui la metà solo per organizzare
la cerimonia di beatificazione in piazza San Pietro. Avviare una causa
presuppone già un anticipo di 20mila. Poi ci sono i costi di trasferte e
di studio di documenti più la traduzione della mole di atti in latino, lingua ufficiale della Santa Sede.
Mezzo milione per la beatificazione
Nel secondo libro che esce oggi, quello di Emiliano Fittipaldi, Avarizia (Feltrinelli), c’è un ampio elenco di cause costate centinaia di migliaia di euro. A gestire i soldi sono i postulatori, con conti dello Ior,
e quando la Cosea ha chiesto i bilanci o un rendiconto delle spese, il
cardinale Amato ha risposto che questa certificazione non esiste. Un
pozzo senza fondo. Nell’autunno di due anni fa, per esempio, una
congrega spagnola di Palma di Maiorca ha messo 482.693 euro sul conto della banca vaticana per la canonizzazione della beata Francisca Ana de los Dolores. La fabbrica dei santi, nata nel 1588 su impulso di Sisto V,
ha ricevuto un formidabile impulso alla produzione sotto il pontificato
dell’ultimo papa magno, Giovanni Paolo II: 1.338 beati e 482 santi
proclamati in 27 anni di regno. I più attivi e dispendiosi sono gli
americani. Solo dal 2008 al 2013, la beatificazione dell’arcivescovo e
telepredicatore Fulton John Sheen è lievitata a 332mila
euro, pagati da una fondazione intestata all’“esaminando”. Il grosso
della cifra rappresenta gli onorari di Ambrosi, che si è
giustificato così nel gennaio del 2014: “La stesura della positio (la
relazione finale, ndr) si basa sullo studio e l’elaborazione di oltre
settanta volumi. Essendo poi stato monsignor Sheen uno dei più fecondi
scrittori di Gesù e Maria, ho dovuto farmi mandare e leggere – per
trovare spunti aggiunti sull’esercizio virtuoso – la sua opera omnia,
ammontante a ben ottantatré volumi”. La vita dei “cacciatori di
miracoli” è senza dubbio durissima. Iniziata nel 2002, la beatificazione
di Sheen è stata sospesa a tempo indeterminato perché l’arcidiocesi di New York non ha voluto spostare le spoglie del monsignore nella sua città natale, Peoria.
Le trattative con i re del tabacco
Dai santi alle sigarette, la disinvoltura della curia vaticana non ha confini. Nuzzi pubblica una bozza di accordo segreto tra la Santa Sede e una multinazionale del tabacco, la Philip Morris
in cui quest’ultima si impegna a dare compensi per la promozione della
vendita delle sigarette tra le mure leonine, dove c’è un autentico duty free.
da Il Fatto Quotidiano del 5 novembre 2015
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