Una alternativa a euro, Unione Europea, Nato. Possiamo provarci
Assemblea nazionale sabato 21 novembre a Roma per dire No a euro, Unione Europea e Nato, per discutere e dare seguito alla PIATTAFORMA SOCIALE PER IL LAVORO, LA DEMOCRAZIA E LA PACE
Oggi
tutti i governi europei, nessuno escluso, praticano le politiche di
austerità, di attacco ai diritti sociali e del lavoro, di
criminalizzazione dei poveri nativi e migranti, di restrizione della democrazia.
La breve
stagione di eresia della Grecia si è per ora conclusa con la resa di
quel governo
alla Troika e con l'accettazione di un memorandum che
sottomette il paese ad essa.
Non c'è nessun segnale oggi in Europa che faccia pensare ad una revisione o anche solo ad un allentamento della stretta delle politiche di austerità. Anzi i piccoli rimbalzi produttivi dopo anni di
recessione vengono utilizzati dal potere economico e politico nella UE
per sostenere la necessità di affrettare le riforme. Così la
disoccupazione di massa si consolida e accanto ad essa dilagano la
precarietà ed il super sfruttamento del lavoro, le privatizzazioni e il
dominio del mercato sui diritti e sulle vite.
Le
riforme altro non sono che l'adeguamento dei sistemi sociali e
costituzionali dei singoli paesi della UE alle esigenze di profitto
delle grande imprese multinazionali e della finanza. Tutti i Trattati UE
formalizzano la costituzione autoritaria del liberismo selvaggio, da
imporre in ogni paese.
La
corruzione sempre più diffusa in tutto il continente a tutti i livelli
del potere, viene usata dalle stesse classi dirigenti che la praticano
per esaltare la necessità delle riforme liberiste e autoritarie. I Mass
media sono tutti diventati megafoni chiassosi della messa sotto accusa
dei diritti sociali e del lavoro, che vengono accusati di essere la
causa della crescita del debito pubblico.
In
Italia la controriforma costituzionale, attuata con l'obbligo del
pareggio di bilancio e con il pacchetto di riforme del governo Renzi,
realizza il dettato dei trattati UE e le indicazioni politiche della
Troika .
Oggi
il sistema di potere che sta portando la condizione europea indietro di
un secolo, cancellando i risultati politici, sociali e morali della
sconfitta del fascismo, questo sistema di potere in mano alla finanza e
al capitalismo multinazionale si chiama Unione Europea. E il suo primo
strumento di potere e ricatto verso i popoli, in particolare quelli più
colpiti dalla crisi, è l'Euro
L'Unione
Europea di oggi non ha nulla a che vedere con gli ideali democratici
degli europeisti antifascisti. Essa è una costruzione autoritaria
dominata dalla grande finanza e dalle multinazionali, alle
quali vuole lasciare assoluta libertà d'azione con il TTIP che si vuole
firmare con gli USA. La UE oggi non incarna nessun ideale o politica di
pace, anzi sempre più si identifica con il militarismo aggressivo e
distruttivo della NATO, in Ucraina, come in Libia, come nel Medio
Oriente.
I
grandi sindacati, le forze socialdemocratiche, i movimenti sociali e
politici nelle loro maggioranze oggi rifiutano di prendere atto di
questa realtà, cioè che la UE e i suoi governi sono l'avversario.
Così
in Europa si è costruito un sistema di potere che ha messo assieme il
capitalismo multinazionale e le grandi borghesie dei paesi europei, le
sinistre convertite al liberismo ed i gruppi dirigenti dei sindacati
complici, tecnocrazie, cultura e informazione di regime. Le destre
neofasciste e xenofobe non sono un'alternativa a questo sistema di
potere, ma ne sono solo una versione più aggressiva e feroce, quando non vengono semplicemente utilizzate per rafforzarlo.
Il sistema di potere europeo non è riformabile, può solo evolvere ulteriormente in senso autoritario e socialmente iniquo. Le politiche di austerità non sono
separabili dalla moneta unica che le impone e sostiene. Non è vero che
questa Europa sia un mercato senza politica, al contrario essa è un
mostruoso sistema politico che impone passo dopo passo il privilegio
assoluto del mercato rispetto ai diritti delle persone. Questo sostiene
anche l'appello alle sinistre italiane di Oskar Lafontaine.
Le
persone e le organizzazioni che si riconoscono in questi giudizi
ritengono che per troppo tempo i diritti sociali e le conquiste
democratiche del popolo italiano siano state sottoposte al ricatto del
vincolo europeo e che sia giunto il momento di squarciare il velo
ipocrita che dietro la fraseologia europeista nasconde gli interessi dei
ricchi, delle banche, del capitalismo multinazionale.
Crediamo
che tutte la classi sociali subalterne d'Europa abbiano interesse a
liberarsi della gabbia liberista della Unione Europea. Per questo ci
sentiamo uniti e vogliamo allearci in un fronte comune con tutte le
forze democratiche e progressiste che in Europa stanno maturando una
critica radicale a Euro e UE. Non intendiamo però aspettare una magica
ora X, nella quale tutti i popoli si liberino assieme. Vogliamo cominciare qui e ora, anche perché oggi l'Italia è il paese più alla retroguardia nel confronto con i vincoli e con l'austerità europea.
I
decenni berlusconiani e poi l'affermarsi del sistema di potere PD hanno
allontanato l'italia dai grandi conflitti europei e così da noi c'è
stato il più pesante e meno contrastato arretramento nelle condizioni
sociali e di democrazia.
Proponiamo
quindi la costruzione di una piattaforma sociale No Euro No Ue No Nato
che abbia lo scopo di proporre una via alternativa alle politiche di
austerità, autoritarismo, guerre e che dia forza nel respingere il
ricatto economico, politico,
psicologico esercitato dal potere finanziario attraverso la UE e l'Euro.
Una piattaforma che serva come obiettivo politico generale, ma che sia
anche strumento e riferimento delle lotte quotidiane. Una piattaforma che serva ai movimenti, ai sindacati, alle organizzazioni politiche, nelle lotte del lavoro, in quelle sociali e per l'ambiente . Una piattaforma non tanto comune, ma IN comune tra forze che lottano e mantengono la loro identità in pratiche di campi diversi.
La piattaforma sociale si articola e distribuisce in quattro capitoli principali:
1)
Rottura della e con la UE e l'Euro, partendo dalla disdetta dei
Trattati, condizione per politiche di eguaglianza sociale e di diverso
sviluppo. Riconquista della sovranità democratica dei popoli sulle
scelte economiche partire dalla moneta. Nazionalizzazione delle grandi banche a partire dalla Banca Centrale, che deve essere dipendente diretta del potere
del governo democratico. Questo per poter finanziare direttamente la
spesa pubblica senza ricorrere al mercato finanziario. Revisione del
debito pubblico accumulato. Pubblicizzazione dei grandi impianti
strategici, delle reti, e dei beni comuni. Controllo dei capitali e
lotta all'evasione fiscale a partire dalle grandi ricchezze. Rottura dei
patti di stabilità e restituzione ai comuni e agli enti locali dei loro
poteri democratici.
2)
Priorità assoluta all'abbattimento della disoccupazione di massa e alla
lotta alla povertà. Programmi di investimenti pubblici in alternativa
alle grandi opere. Immediata cancellazione del programma Tav a partire
dalla Vallesusa. Riduzione
generalizzata dell'orario di lavoro sostenuta da finanziamento pubblico.
Reddito ai disoccupati. Ripubblicizzazione del lavoro nei servizi
pubblici col superamento della catena degli appalti. Casa scuola lavoro
per tutti, regolarizzazione dei migranti, cancellazione delle leggi che
precarizzano il lavoro a partire dal Jobsact.
3) Riconquista di un piena democrazia partecipata, affermando e sviluppando i principi della Costituzione Repubblicana del 1948, oggi cancellati dalle controriforme,
da quella dell'articolo 81 a quelle del governo attuale. Oggi la
Costituzione Repubblicana è stata soppressa in favore di un sistema autoritario e liberista, per questo parteciperemo
alla campagna per votare No al prossimo referendum sulle riforme.
Priorità alla lotta al sistema della corruzione politica ed economica e
alle mafie. Riconquista della democrazia e delle libertà sindacali oggi
messe in discussioni da accordi come quelli in Fiat o quello del 10
gennaio 2014. Difesa del diritto di sciopero e di quello a lottare e a
manifestare per i diritti e per l'ambiente
4) Rifiuto di ogni politica e di ogni azione di
guerra e sostegno alla modifica degli equilibri internazionali a favore
di paesi a emergenti . In questo contesto è necessario un nuovo quadro
politico ed economico in Europa che operi per l'unità tra tutte le
sponde del Mediterraneo, unica alternativa alle guerre e alle migrazioni
di massa. Priorità al sostegno alla liberazione del popolo palestinese
dal dominio coloniale di Israele . Una politica di disarmo che parta
dalla rottura della e con la NATO, dalla
fine di ogni sostegno alla guerra in Ucraina, dal ritiro delle missioni
militari in Afghanistan e nel Medio Oriente. Fine delle sanzioni alla
Russia e delle guerre economiche, per nuovi equilibri tra Occidente,
Brics, paesi in via di sviluppo. Per affermare ovunque i diritti dei
popoli contro ogni sfruttamento imperialista e neo coloniale.
Questa
proposta è la base di discussione per convocare un'assemblea pubblica
per avviare la costruzione e lo sviluppo della piattaforma sociale in
comune e delle necessarie mobilitazioni per sostenerla. In questo senso
si propone anche la costituzione nell’assemblea di quattro gruppi di
lavoro per sviluppare ed approfondire i punti di programma proposti.
L'assemblea
è aperta a persone e organizzazioni antifasciste, anticapitaliste,
antagoniste che, pur con diverse posizioni sui diversi punti qui
proposti, condividano il giudizio di fondo di irriformabilità della Unione Europea e che vogliano costruire un'alternativa democratica e progressista ad essa.
L'appuntamento è a Roma, sabato 21 novembre, dalle 10.00 alle 17.00 per una ASSEMBLEA NAZIONALE presso il Centro Sociale Intifada Via Casalbruciato 15 (zona Tiburtina)
Per informazioni eurostop.it@gmail.com
PRIMI FIRMATARI:
Campagna
Eurostop, Giorgio Cremaschi – Forum Diritti Lavoro, Nicoletta Dosio –
No Tav Valle Susa, Ernesto Screpanti - Università di Siena, Franco Russo
Ross@, Luciano Vasapollo – Università La Sapienza, Ugo Boghetta
direzione nazionale PRC, Simone Gimona - segretario PRC Bologna e coord. naz G. C., Dafne Anastasi - Direttivo Regionale FP Lombardia, Emidia Papi esecutivo USB, Giuseppe Aragno – Storico, Emilia Piccolo - Comitato 3 Ottobre Milano, Fabrizio Tomaselli esecutivo USB, Valerio Tradardi – SPI, Direttivo Camera del Lavoro Milano, Maria Pia Zanni – Direttivo nazionale CGIL, Antonella Stirati Università Roma 3, Nico Vox - Direttivo Nazionale FP, Guido Lutrario USB Roma, Angelo Baracca - Fisico, Mauro Casadio Rete dei Comunisti, Dario Filippini - direttivo nazionale SPI Cgil, Pierpaolo Leonardi esecutivo USB, Francesco Piobbichi - direzione nazionale PRC, Bruno
Steri – Direzione Nazionale PRC, Luca Cangemi – Direzione Nazionale
PRC, Nicola Vetrano – Giuristi Democratici, Andrea Genovese Università
di Sheffield (GB), Francesco Caruso Università di Catanzaro, Pietro
Rinaldi Consigliere Comunale Napoli, Valerio Evangelisti scrittore,
Sergio Cararo Contropiano, Roberto Sassi saggista, Ezio Gallori lotta
dei pensionati, Pasquale Vecchiarelli CPF Roma PRC, Gianni Vattimo
filosofo, Carlo Formenti giornalista, Dino Greco già direttore di
Liberazione, Nella Ginatempo Rete No War, Giorgio Gattei Università
Bologna, Unione Sindacale di Base, Centro Sociale 28 Maggio Brescia, CSO Ricomincio dal Faro, Campagna
Noi Restiamo, Rete No War, Ross@, Comitato Difesa Sociale – Cesena,
Coordinamento Sinistra contro l’ Euro, Associazione per la ricostruzione
del Partito Comunista, Collettivo Putilov Firenze, Noi Saremo Tutto,
Fronte Popolare, Movimento popolare di liberazione, Contropiano, Partito
Comunista d’Italia – Federazioni di Roma, Frosinone, Veneto, Rete dei
Comunisti,
Assemblea nazionale sabato 21 novembre a Roma per dire No a euro, Unione Europea e Nato, per discutere e dare seguito alla PIATTAFORMA SOCIALE PER IL LAVORO, LA DEMOCRAZIA E LA PACE
Oggi
tutti i governi europei, nessuno escluso, praticano le politiche di
austerità, di attacco ai diritti sociali e del lavoro, di
criminalizzazione dei poveri nativi e migranti, di restrizione della democrazia.
La breve
stagione di eresia della Grecia si è per ora conclusa con la resa di
quel governo
alla Troika e con l'accettazione di un memorandum che sottomette il paese ad essa.
alla Troika e con l'accettazione di un memorandum che sottomette il paese ad essa.
Non c'è nessun segnale oggi in Europa che faccia pensare ad una revisione o anche solo ad un allentamento della stretta delle politiche di austerità. Anzi i piccoli rimbalzi produttivi dopo anni di
recessione vengono utilizzati dal potere economico e politico nella UE
per sostenere la necessità di affrettare le riforme. Così la
disoccupazione di massa si consolida e accanto ad essa dilagano la
precarietà ed il super sfruttamento del lavoro, le privatizzazioni e il
dominio del mercato sui diritti e sulle vite.
Le
riforme altro non sono che l'adeguamento dei sistemi sociali e
costituzionali dei singoli paesi della UE alle esigenze di profitto
delle grande imprese multinazionali e della finanza. Tutti i Trattati UE
formalizzano la costituzione autoritaria del liberismo selvaggio, da
imporre in ogni paese.
La
corruzione sempre più diffusa in tutto il continente a tutti i livelli
del potere, viene usata dalle stesse classi dirigenti che la praticano
per esaltare la necessità delle riforme liberiste e autoritarie. I Mass
media sono tutti diventati megafoni chiassosi della messa sotto accusa
dei diritti sociali e del lavoro, che vengono accusati di essere la
causa della crescita del debito pubblico.
In
Italia la controriforma costituzionale, attuata con l'obbligo del
pareggio di bilancio e con il pacchetto di riforme del governo Renzi,
realizza il dettato dei trattati UE e le indicazioni politiche della
Troika .
Oggi
il sistema di potere che sta portando la condizione europea indietro di
un secolo, cancellando i risultati politici, sociali e morali della
sconfitta del fascismo, questo sistema di potere in mano alla finanza e
al capitalismo multinazionale si chiama Unione Europea. E il suo primo
strumento di potere e ricatto verso i popoli, in particolare quelli più
colpiti dalla crisi, è l'Euro
L'Unione
Europea di oggi non ha nulla a che vedere con gli ideali democratici
degli europeisti antifascisti. Essa è una costruzione autoritaria
dominata dalla grande finanza e dalle multinazionali, alle
quali vuole lasciare assoluta libertà d'azione con il TTIP che si vuole
firmare con gli USA. La UE oggi non incarna nessun ideale o politica di
pace, anzi sempre più si identifica con il militarismo aggressivo e
distruttivo della NATO, in Ucraina, come in Libia, come nel Medio
Oriente.
I
grandi sindacati, le forze socialdemocratiche, i movimenti sociali e
politici nelle loro maggioranze oggi rifiutano di prendere atto di
questa realtà, cioè che la UE e i suoi governi sono l'avversario.
Così
in Europa si è costruito un sistema di potere che ha messo assieme il
capitalismo multinazionale e le grandi borghesie dei paesi europei, le
sinistre convertite al liberismo ed i gruppi dirigenti dei sindacati
complici, tecnocrazie, cultura e informazione di regime. Le destre
neofasciste e xenofobe non sono un'alternativa a questo sistema di
potere, ma ne sono solo una versione più aggressiva e feroce, quando non vengono semplicemente utilizzate per rafforzarlo.
Il sistema di potere europeo non è riformabile, può solo evolvere ulteriormente in senso autoritario e socialmente iniquo. Le politiche di austerità non sono
separabili dalla moneta unica che le impone e sostiene. Non è vero che
questa Europa sia un mercato senza politica, al contrario essa è un
mostruoso sistema politico che impone passo dopo passo il privilegio
assoluto del mercato rispetto ai diritti delle persone. Questo sostiene
anche l'appello alle sinistre italiane di Oskar Lafontaine.
Le
persone e le organizzazioni che si riconoscono in questi giudizi
ritengono che per troppo tempo i diritti sociali e le conquiste
democratiche del popolo italiano siano state sottoposte al ricatto del
vincolo europeo e che sia giunto il momento di squarciare il velo
ipocrita che dietro la fraseologia europeista nasconde gli interessi dei
ricchi, delle banche, del capitalismo multinazionale.
Crediamo
che tutte la classi sociali subalterne d'Europa abbiano interesse a
liberarsi della gabbia liberista della Unione Europea. Per questo ci
sentiamo uniti e vogliamo allearci in un fronte comune con tutte le
forze democratiche e progressiste che in Europa stanno maturando una
critica radicale a Euro e UE. Non intendiamo però aspettare una magica
ora X, nella quale tutti i popoli si liberino assieme. Vogliamo cominciare qui e ora, anche perché oggi l'Italia è il paese più alla retroguardia nel confronto con i vincoli e con l'austerità europea.
I
decenni berlusconiani e poi l'affermarsi del sistema di potere PD hanno
allontanato l'italia dai grandi conflitti europei e così da noi c'è
stato il più pesante e meno contrastato arretramento nelle condizioni
sociali e di democrazia.
Proponiamo
quindi la costruzione di una piattaforma sociale No Euro No Ue No Nato
che abbia lo scopo di proporre una via alternativa alle politiche di
austerità, autoritarismo, guerre e che dia forza nel respingere il
ricatto economico, politico,
psicologico esercitato dal potere finanziario attraverso la UE e l'Euro.
Una piattaforma che serva come obiettivo politico generale, ma che sia
anche strumento e riferimento delle lotte quotidiane. Una piattaforma che serva ai movimenti, ai sindacati, alle organizzazioni politiche, nelle lotte del lavoro, in quelle sociali e per l'ambiente . Una piattaforma non tanto comune, ma IN comune tra forze che lottano e mantengono la loro identità in pratiche di campi diversi.
La piattaforma sociale si articola e distribuisce in quattro capitoli principali:
1)
Rottura della e con la UE e l'Euro, partendo dalla disdetta dei
Trattati, condizione per politiche di eguaglianza sociale e di diverso
sviluppo. Riconquista della sovranità democratica dei popoli sulle
scelte economiche partire dalla moneta. Nazionalizzazione delle grandi banche a partire dalla Banca Centrale, che deve essere dipendente diretta del potere
del governo democratico. Questo per poter finanziare direttamente la
spesa pubblica senza ricorrere al mercato finanziario. Revisione del
debito pubblico accumulato. Pubblicizzazione dei grandi impianti
strategici, delle reti, e dei beni comuni. Controllo dei capitali e
lotta all'evasione fiscale a partire dalle grandi ricchezze. Rottura dei
patti di stabilità e restituzione ai comuni e agli enti locali dei loro
poteri democratici.
2)
Priorità assoluta all'abbattimento della disoccupazione di massa e alla
lotta alla povertà. Programmi di investimenti pubblici in alternativa
alle grandi opere. Immediata cancellazione del programma Tav a partire
dalla Vallesusa. Riduzione
generalizzata dell'orario di lavoro sostenuta da finanziamento pubblico.
Reddito ai disoccupati. Ripubblicizzazione del lavoro nei servizi
pubblici col superamento della catena degli appalti. Casa scuola lavoro
per tutti, regolarizzazione dei migranti, cancellazione delle leggi che
precarizzano il lavoro a partire dal Jobsact.
3) Riconquista di un piena democrazia partecipata, affermando e sviluppando i principi della Costituzione Repubblicana del 1948, oggi cancellati dalle controriforme,
da quella dell'articolo 81 a quelle del governo attuale. Oggi la
Costituzione Repubblicana è stata soppressa in favore di un sistema autoritario e liberista, per questo parteciperemo
alla campagna per votare No al prossimo referendum sulle riforme.
Priorità alla lotta al sistema della corruzione politica ed economica e
alle mafie. Riconquista della democrazia e delle libertà sindacali oggi
messe in discussioni da accordi come quelli in Fiat o quello del 10
gennaio 2014. Difesa del diritto di sciopero e di quello a lottare e a
manifestare per i diritti e per l'ambiente
4) Rifiuto di ogni politica e di ogni azione di
guerra e sostegno alla modifica degli equilibri internazionali a favore
di paesi a emergenti . In questo contesto è necessario un nuovo quadro
politico ed economico in Europa che operi per l'unità tra tutte le
sponde del Mediterraneo, unica alternativa alle guerre e alle migrazioni
di massa. Priorità al sostegno alla liberazione del popolo palestinese
dal dominio coloniale di Israele . Una politica di disarmo che parta
dalla rottura della e con la NATO, dalla
fine di ogni sostegno alla guerra in Ucraina, dal ritiro delle missioni
militari in Afghanistan e nel Medio Oriente. Fine delle sanzioni alla
Russia e delle guerre economiche, per nuovi equilibri tra Occidente,
Brics, paesi in via di sviluppo. Per affermare ovunque i diritti dei
popoli contro ogni sfruttamento imperialista e neo coloniale.
Questa
proposta è la base di discussione per convocare un'assemblea pubblica
per avviare la costruzione e lo sviluppo della piattaforma sociale in
comune e delle necessarie mobilitazioni per sostenerla. In questo senso
si propone anche la costituzione nell’assemblea di quattro gruppi di
lavoro per sviluppare ed approfondire i punti di programma proposti.
L'assemblea
è aperta a persone e organizzazioni antifasciste, anticapitaliste,
antagoniste che, pur con diverse posizioni sui diversi punti qui
proposti, condividano il giudizio di fondo di irriformabilità della Unione Europea e che vogliano costruire un'alternativa democratica e progressista ad essa.
L'appuntamento è a Roma, sabato 21 novembre, dalle 10.00 alle 17.00 per una ASSEMBLEA NAZIONALE presso il Centro Sociale Intifada Via Casalbruciato 15 (zona Tiburtina)
Per informazioni eurostop.it@gmail.com
PRIMI FIRMATARI:
Campagna
Eurostop, Giorgio Cremaschi – Forum Diritti Lavoro, Nicoletta Dosio –
No Tav Valle Susa, Ernesto Screpanti - Università di Siena, Franco Russo
Ross@, Luciano Vasapollo – Università La Sapienza, Ugo Boghetta
direzione nazionale PRC, Simone Gimona - segretario PRC Bologna e coord. naz G. C., Dafne Anastasi - Direttivo Regionale FP Lombardia, Emidia Papi esecutivo USB, Giuseppe Aragno – Storico, Emilia Piccolo - Comitato 3 Ottobre Milano, Fabrizio Tomaselli esecutivo USB, Valerio Tradardi – SPI, Direttivo Camera del Lavoro Milano, Maria Pia Zanni – Direttivo nazionale CGIL, Antonella Stirati Università Roma 3, Nico Vox - Direttivo Nazionale FP, Guido Lutrario USB Roma, Angelo Baracca - Fisico, Mauro Casadio Rete dei Comunisti, Dario Filippini - direttivo nazionale SPI Cgil, Pierpaolo Leonardi esecutivo USB, Francesco Piobbichi - direzione nazionale PRC, Bruno
Steri – Direzione Nazionale PRC, Luca Cangemi – Direzione Nazionale
PRC, Nicola Vetrano – Giuristi Democratici, Andrea Genovese Università
di Sheffield (GB), Francesco Caruso Università di Catanzaro, Pietro
Rinaldi Consigliere Comunale Napoli, Valerio Evangelisti scrittore,
Sergio Cararo Contropiano, Roberto Sassi saggista, Ezio Gallori lotta
dei pensionati, Pasquale Vecchiarelli CPF Roma PRC, Gianni Vattimo
filosofo, Carlo Formenti giornalista, Dino Greco già direttore di
Liberazione, Nella Ginatempo Rete No War, Giorgio Gattei Università
Bologna, Unione Sindacale di Base, Centro Sociale 28 Maggio Brescia, CSO Ricomincio dal Faro, Campagna
Noi Restiamo, Rete No War, Ross@, Comitato Difesa Sociale – Cesena,
Coordinamento Sinistra contro l’ Euro, Associazione per la ricostruzione
del Partito Comunista, Collettivo Putilov Firenze, Noi Saremo Tutto,
Fronte Popolare, Movimento popolare di liberazione, Contropiano, Partito
Comunista d’Italia – Federazioni di Roma, Frosinone, Veneto, Rete dei
Comunisti,
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