Purtroppo ieri,
nonostante un tentativo di opposizione della Fiom, e con il sostegno attivo di
Fim-Cisl e Uilm-Uil, come si può leggere benissimo nell’articolo che riportiamo
sotto, la Fincantieri ha fatto partire la cassa integrazione per oltre un centinaio
di operai.
Come è stato scritto
nel comunicato dello Slai cobas per il sindacato di classe diffuso tra gli
operai, la Fincantieri “non ha nessuna scusa
per l'ennesimo tentativo di mandare gli operai a casa. Non c'è nessuna ragione
dato che l'azienda, adesso pure quotata in Borsa, va benissimo, vanta profitti
e soprattutto un “portafoglio ordini” cioè navi di tutti i tipi da costruire,
per miliardi di euro.”
E ancora “Sono
tantissimi anni oramai che a Palermo la Fincantieri non dà commesse per la
costruzione di navi, ma si limita a riparazioni e trasformazioni (peraltro
sempre portate a termine con un lavoro eccellente da parte degli operai) che
non risolvono il problema dei carichi di lavoro, lasciando sempre
nell'incertezza gli operai, mentre dall'altra parte si caricano eccessivamente
gli altri stabilimenti con l'impiego massiccio dello straordinario.” E questo
ha portato al fatto che: “La Fincantieri in questo modo ha cambiato di fatto la
“missione produttiva” del cantiere di Palermo, prendendo di tanto in tanto la
scusa dei bacini che si devono rinnovare. E questo è un problema, che tirando in ballo le
competenze e gli impegni della Regione al riguardo, è di fatto diventato una
barzelletta e una ulteriore scusa per la direzione aziendale che non si capisce
seriamente che “progetto aziendale” abbia e che sembra invece oggettivamente e
da ogni punto di vista senza logica visto che lo stabilimento sembra progressivamente “abbandonato”!
L’arroganza dell’azienda
è percepibile anche dal fatto che “L'avviso della cassa integrazione è stato
preceduto, ma il “fenomeno” dura oramai da tempo, da una serie di pressioni
“disciplinari” intimidatori nei confronti degli operai che bisogna respingere e
rimandare seriamente al mittente.”
Lavoro. Fim e Uilm hanno firmato
l'accordo, la cig ordinaria parte domani. Ma riguarderà meno dipendenti
Fincantieri in... cassa l'accordo
Contraria a qualsiasi tipo di
accordo sulla cassa integrazione la Fiom Cgil, che ieri ha proclamato lo
sciopero
scattano da domani le tredici
settimane di cassa integrazione ordinaria a rotazione per gli operai del
Cantiere navale. Ieri mattina, nella riunione organizzata da Confindustria con
i sindacati dei metalmeccanici e Fincantieri, è arrivato il via libera da parte
di Fim Cis e Uilm Uil, dopo che avevano ottenuto il sì dei lavoratori
attraverso un referendum, contraria a qualsiasi tipo di accodo sulla casa
integrazione la Fiom Cgil, che ieri ha proclamato lo sciopero e ha chiesto
all'azienda più carichi di lavoro al posto degli ammortizzatori sociali.
L'accordo ha portato anche
qualche novità rispetto alla richiesta originaria dell’azienda, come la
riduzione del numero di lavoratori sottoposti alla cig, che passa da 160 a 148,
così come la punta massima di tute blu sotto paracadute sociale: da 105 a 95.
Ieri mattina, ad
attendere i lavoratori sotto la sede di Confindustria, in via XX settembre,
c’era un nutrito schieramento di forze dell’ordine. A parte qualche schermaglia
all’indirizzo dei sindacati che avevano già espresso la volontà di siglare
l’accordo, la situazione è rimasta sotto controllo.
La mancanza di carichi di
lavoro preoccupa tutti, non solo gli operai diretti. Nell’indotto, per esempio,
la situazione è ancora più tragica perché si ritrovano senza lavoro e senza
ammortizzatori sociali.
“A queste imprese in
emergenza si aggiunge la fine delle attività per tutti i saldatori, i carpentieri,
le imprese di pulizia e gli addetti alla mensa – dice Francesco Foti, della segreteria
provinciale Fiom Cgil -. Da domani 700 lavoratori sono fermi e senza un
reddito.” Al tavolo di Confindustria sono arrivate le proposte dei sindacati,
per tentare di migliorare l’accordo. Molte delle quali sono state accettate
dall’azienda, a cominciare dalla riduzione del numero degli operai che andranno
in Cassa. Sono previste anche trasferte in altri stabilimenti. A vedere il
bicchiere mezzo pieno è Vincenzo Comella, segretario provinciale della Uilm.
“La Cig riguarderà meno lavoratori del previsto – spiega Comella, ticket restaurant,
rimborso spese per i giorni di formazione durante la cassa e maturazione della
tredicesima mensilità. Inoltre l’azienda ha garantito un rilancio del cantiere
navale per i quattro anni oltre che corsi di formazione. Dire “no” è semplice –
conclude Comella -, lavorare e assumersi le proprie responsabilità è di certo
più difficile. Adesso chiediamo a Fincantieri di credere nel futuro del
cantiere navale e di fare buoni progetti di sviluppo e creare occupazione”.
C’è da dire che l’azienda,
a causa della carenza di lavoro e di infrastrutture strategiche – e qui entro
in gioco il ritardo sulla costruzione del nuovo bacino galleggiante di 80 mila
tonnellate – aveva deciso comunque l’avvio della procedura di cassa nei giorni
scorsi, infatti, nel bel mezzo della consultazione referendaria tra i
lavoratori, Fincantieri aveva già inviato la comunicazione agli operai. “Dopo
il sì espresso dai lavoratori con il referendum al qual, ribadiamo, abbiamo
invitato tutti a partecipare democraticamente come giusta consuetudine – commentano
il segretario Fim Palermo Trapani Ludovico Guercio e Nino Clemente Rsu Fim –
abbiamo firmato l’accorso sulla cig che l’azienda ava comunque già avviato unilateralmente.
È una fase che non ci lascia tranquilli. Ma con l’accordo le Rsu potranno far
di tutto per tutelare al meglio i lavoratori in questo passaggio”.
Per la Fim, inoltre, uno
dei passaggi fondamentali dell’accordo si basa sul fatto che “Fincantieri
precisa che Palermo, al pari degli altri stabilimenti del gruppo, farà parte
delle attività produttive del prossimo quadriennio e, a partire da febbraio, è
annunciata l’avvio di una sessione di costruzione”.
Dalla segreteria confederale
della Cisl Palermo Trapani arriva il monito del segretario Daniela De Luca: “Bisogna
subito realizzare l’infrastruttura per l’off-shore, il bacino da 80 mila
tonnellate, e garantire così quella ripresa delle attività per il secondo
semestre del 2016 annunciata da Fincantieri. Sia chiaro che questo resta il nodo
centrale della vertenza, per la quale faremo sentire la nostra voce in caso
contrario”. In casa Cgil arriva invece la condanna del segretario della Camera
del lavoro, Enzo Campo: “Sbaglia Fincantieri a non dare commesse al cantiere
navale di Palermo per garantire la piena occupazione, come è stato fatto in
tutti gli altri siti d’Italia – dice Campo – La cassa integrazione non ha una motivazione.
Sembra più che altro una decisione strumentale, per non affrontare il tema
della crescita, dello sviluppo e delle opportunità di lavoro nel Mezzogiorno,
in Sicilia e a Palermo in particolare”.
Giornale di Sicilia
8 novembre 2015
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