Saluto alle masse e ai martiri e alle martiri brasiliane
Nel 50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, in Cina, vogliamo rendere innanzitutto onore alla compagna Chiang Ching, militante e dirigente del partito Comunista Cinese, la cui vita è stata sempre al servizio della lotta rivoluzionaria delle masse popolari per la costruzione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione del sistema dominante, per avanzare lungo la via che porta al comunismo.
Grande fu l'impegno di Chiang Ching sulla questione delle donne per svilupparne la lotta per una reale liberazione dall’oppressione sociale e familiare.
Le classi dominanti hanno volutamente distorto il significato della vita e della morte di Chiang Ching e, in generale, su di lei si conoscono le menzogne e le calunnie riportate dalla stampa borghese. È ovvio che gli oppressori l’abbiano odiata, perché oggi, come allora, Chiang Ching è un vivo e luminoso faro per tutti, una compagna e dirigente comunista che ha incarnato pienamente cosa significa “Ribellarsi è giusto” e che in quanto donna ha anche concretamente messo in atto la parola
d’ordine “scatenare la furia delle donne come forza poderosa per la rivoluzione’…” dimostrando che questo è possibile!
Chiang Ching dovette combattere non solo contro l’oscurantismo ed il patriarcalismo nella società cinese, ma anche contro quello interno allo stesso PCC che, a lungo, fino agli anni ’60, le impedì di avere un ruolo politico pubblico.
Sempre al fianco di Mao, lottò duramente contro tutto ciò che voleva ostacolare e impedire lo sviluppo rivoluzionario delle masse in Cina, la costruzione del socialismo; e fu soprattutto nella Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, lanciata da Mao nel Maggio del 1966, che mise in luce la sua grande fermezza e combattività ideologica, difendendola sempre e strenuamente fino alla sua morte, contro i revisionisti, anche interni al Partito, che miravano di fatto alla restaurazione capitalista in Cina.
Nella GRCP Chiang Ching fu in prima linea come compagna dirigente su diversi fronti. Animò e guidò i tantissimi giovani ribelli, le Guardie rosse, nella dura lotta contro i seguaci della via capitalista, difese sin nel più profondo il diritto delle masse a dare l’assalto al cielo, a sfidare la tradizione e spazzare via il vecchio della reazione in tutti i campi; lottò con grande ardore contro il revisionismo, intervenendo decisamente nel campo sovrastrutturale della cultura e dell’educazione, dando un grande contributo anche al rivoluzionamento delle arti, in particolare nell’ambito del teatro, secondo la linea proletaria e rivoluzionaria che poneva al centro l’azione delle masse contro la linea revisionista che dietro un apparente nuovo continuava a difendere i privilegi di classe.
Dopo la morte di Mao per 15 lunghi anni venne imprigionata dai revisionisti che, con un colpo di Stato, avevano preso il potere. Ma pure in carcere Chiang Ching con grande forza e orgoglio continuò a ribellarsi e a rivendicare la giustezza della Grcp, tenendo alta la bandiera rossa del mlm, del comunismo, fino a quando i suoi aguzzini, non potendo piegare la sua volontà, l'hanno lasciata morire.
Ma la sua morte non ne ha certo cancellato il suo incommensurabile valore ed esempio per le donne e l'umanità intera, il suo essere stata una delle maggiori dirigenti rivoluzionarie comuniste della nostra epoca, a cui bisogna che guardino le donne e soprattutto le compagne, le rivoluzionarie, le comuniste se davvero si vuole dare l'assalto al cielo.
Oggi in Cina, la sinistra maoista che lavora per riprendere la strada tracciata da Mao, guarda e si riferisce a Chiang Ching, e migliaia sono le testimonianze di amore rivoluzionario che pur con molta difficoltà vengono alla luce.
Chi non valorizza il ruolo di Chiang Ching nella Grcp, non riconosce in realtà il ruolo del movimento rivoluzionario delle donne nella Rcp, e alza la bandiera della Grcp per affossare la Grcp
*****
La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è stata l’esperienza più moderna del proletariato, che ha indicato come portare la lotta rivoluzionaria in ogni ambito, non solo della struttura ma anche della sovrastruttura. Le donne durante gli anni precedenti la Rcp, con la rivoluzione democratica e socialista e la Repubblica popolare avevano già acquisito grandi i cambiamenti sociali: l’ingresso massiccio nel mondo del lavoro, nelle fabbriche, la riforma della legge sul matrimonio, la riforma del sistema d’istruzione, vedi i corsi di istruzione gratuita per le contadine, la riforma agraria, ecc che avevano portato le donne da una condizione di nera oppressione a “liberare i loro piedi, i loro corpi, il loro spirito”; ma è con la Grcp che le donne vengono chiamate per diventare loro protagoniste dell'assalto al cielo, per portare avanti in prima persona la “rivoluzione nella rivoluzione”.
Durante il vento della Grcp le donne dovettero lottare su tutti i campi, per conquistare la metà del cielo, Dalle case e fuori dalle case, ai quartieri, alle fabbriche, ad una nuova educazione dei bambini; contro la violenza sessuale organizzarono comitati di quartiere in cui facevano processi popolari contro i mariti, i padri violentatori; furono distribuite le pillole anticoncezionali tra le donne che potevano iniziare decidere della propria vita e maternità…
Ma per questo dovettero battersi contro le concezioni e gli ostacoli presenti anche tra i quadri del partito, ma soprattutto lottare strenuamente sempre contro i tentativi revisionisti di Liu Shao qi di estrometterle dal lavoro e relegarle di nuovo nel lavoro domestico.
“Liu Shao-chi era ostile ad una scelta che ponesse le donne in primo piano nella produzione, fuori dal focolare domestico, in coerenza con la scelta di un modo di accumulazione capitalistico, quale si è tradizionalmente sviluppato nel mondo, relegando la donna in immagini casalinghe ben precise.
Liu Shao-chi era per una politica di incentivi e di alti salari che consentissero all'uomo il mantenimento economico della donna ripristinata nel suo ruolo tradizionale di casalinga. (Dalla rivista Bandiera Rossa).
Nella rivista del partito, 'Bandiera Rossa" del 1971 si dice: un problema aperto in Cina è quello di «valorizzare la funzione rivoluzionaria delle donne". E viene fatto un bilancio della lotta tra le due linee e le due classi durante la rivoluzione culturale e come la linea controrivoluzionaria di Liu Shao-chi sul movimento delle donne sia stata spezzata. “Tuttavia - scriveva Bandiera Rossa - la lotta di classe non è finita. Durante la rivoluzione e l'edificazione socialista, esiste ancora una grave lotta di classe sul problema delle donne.
Il presidente Mao diceva: 'Bisogna lottare ancora contro le concezioni che disprezzano il movimento delle donne”. Per questo, il Comitato di Partito e i quadri hanno incitato i compagni a valutare l'importanza del lavoro delle donne partendo da tre aspetti:
1) muovere dalla concezione della lotta di classe per affrontare il lavoro delle donne: se il proletariato non si serve del pensiero di Mao Tse-tung per educare le donne, la borghesia userà allora il pensiero corrotto delle classi sfruttatrici per nuocere alle donne;
2) le donne sono piú della metà della popolazione, e senza una loro piena mobilitazione non può esistere un vero movimento di massa;
3) le donne rappresentano un grande potenziale umano.
Attraverso questi 'tre aspetti' tutti hanno capito meglio che per fare la rivoluzione è essenziale mobilitare le donne”.
“Si tratta di mobilitare le donne perché spezzino le catene spirituali e dispieghino uno spirito rivoluzionario. Attraverso l'influenza della millenaria ideologia feudale, fra le donne, colpite dal veleno della linea revisionista controrivoluzionaria di Liu Shao-chi, c'era una minoranza ancora
incatenata alle vecchie concezioni tradizionali".
“Le donne sostengono la metà del cielo" ha detto Mao. Ma le donne devono conquistare la metà del cielo" ha aggiunto. La rivoluzione culturale proletaria ha avuto anche in questo campo uno dei suoi fronti politici e ideologici proprio perché le donne non avevano ancora raggiunto la metà del cielo".
In “Bandiera Rossa" si affermava che durante la Grande rivoluzione culturale la mentalità delle donne “ha conosciuto grandi cambiamenti e piú numerose si fanno le donne che svolgono la loro funzione nella costruzione del potere."
Le donne operaie nella Rcp affermavano che il loro impegno oltre che ad essere produttivo, oltre che ad utilizzare una forza-Iavoro che in altre società sarebbe rimasta disoccupata, era diretto a trasformare l'ambiente sociale in cui operavano. E al centro di questa trasformazione vi era non soltanto la mutata concezione della propria condizione di donne, ma la rivoluzionarizzazione nel quartiere e nella famiglia, del ruolo femminile.
“Anche nelle famiglie c'è una rivoluzionarizzazione da compiere" diceva una giovane compagna “c'è da farvi penetrare la critica rivoluzionaria, fondata sulla distruzione delle cinque vecchie concezioni, e immettervi le cinque nuove concezioni: distruggere la tesi dell'inutilità delle donne, instaurare la tesi che le donne si devono conquistare con coraggio la metà del cielo; distruggere la morale feudale della moglie sottomessa e della buona madre per instaurare invece l'ideale dei rivoluzionari proletari; distruggere la mentalità della dipendenza e della subordinazione all'uomo, e instaurare la ferrea volontà di liberarsi; distruggere le concezioni della borghesia e instaurare le concezioni proletarie; distruggere la concezione dell'interesse familiare per instaurare nella famiglia la concezione proletaria”.
“Il proletariato, con la rivoluzione culturale, ha fatto la sua irruzione nell'ideologia, rivoluzionarizzando anche l'apparato ideologico della famiglia, superando per sempre quella condizione che faceva esclamare a Engels che la donna è proletaria due volte, una della società e l'altra dell'uomo”.
“Quando le donne sono mobilitate, si possono fare cose enormi” . Diceva un'organizzatrice di un quartiere in Cina.
Per Mao la questione femminile si poneva sempre piú all'ordine del giorno nelle sue riflessioni.
Anche fuori dalla Cina, studiava le spinte dei movimenti femminili di emancipazione negli Stati Uniti e nelle altre società occidentali. E appoggiava le rivolte femminili che serpeggiavano nel mondo.
Nel percorso non facile ma entusiasmante della lotta rivoluzionaria, affinché la maggioranza delle donne si liberi dalla doppia oppressione prodotta da questo sistema capitalista che non può essere riformato ma solo rovesciato, la GRCP ci insegna che la rivoluzione è monca se non si sviluppa una “rivoluzione nella rivoluzione” necessaria, per spezzare tutte le catene economiche e ideologiche del sistema borghese che fa dell’oppressione delle donne una base per la sua esistenza.
Sono necessarie una e più Rcp, perchè le idee, le abitudini, le concezioni, la cultura borghese, i vecchi rapporti, le vecchie relazioni, che sono per le donne fonte di infinita oppressione, non cambiano da un giorno all'altro. Occorre continuare la rivoluzione per rovesciare la terra ma anche il cielo, fino ai rapporti tra uomo e donna, che sono ancora più dure a morire, ancora più dure ad essere rovesciate.
*****
Questi insegnamenti vanno impugnati oggi e ad ogni stadio:
Nella battaglia volta alla conquista delle donne, delle proletarie alla lotta rivoluzionaria, il maoismo, la Grcp sono una sfida al revisionismo, al femminismo borghese, perchè indicano la via affinchè tutte le istanze di ribellione contro il capitalismo, l'ideologia patriarcale e moderno fascista possano e debbano trovare la loro forme organizzate di combattimento nella lotta per la rivoluzione.
In Italia, ispirandoci alla battaglia di Chiang Ching, abbiamo alzato la bandiera della “rivoluzione nella rivoluzione”,
Il primo nucleo del mfpr, organismo generato dal Partito Comunista maoista Italia, nasce nel 1995 come “collettivo Chiang Ching”. Il riferimento a Chiang Ching, alla Grcp voleva dire impugnare la parola d'ordine: “Ribellarsi è giusto”, voleva dire lottare contro i neorevisionisti, gli economicisti, gli opportunisti, le femministe borghesi e piccolo borghesi; ma anche contro il maschilismo/patriarcalismo presente all’interno delle organizzazioni e partiti comunisti, ed il meccanicismo m-l che nega la necessità della rivoluzione nella rivoluzione delle donne per smuovere cielo e terra, e spezzare le doppie catene dell’universo femminile!
Ma anche ora, senza una lotta/rottura continua contro le tante oppressioni/catene delle donne, in primis quelle familiari, ma anche di oppressione, abitudini borghesi ideologiche, le donne proletarie spesso, anche nei paesi imperialisti come il nostro, non potrebbero neanche partecipare ad una manifestazione, ad uno sciopero.
La lotta delle donne deve portare la classe a occuparsi del fatto che, se vuole dirigere tutto, e la classe operaia deve dirigere tutto, deve dirigere un movimento che riguarda anche l’insieme delle condizioni delle donne.
Ma soprattutto nella battaglia per la costruzione del partito comunista di tipo nuovo le compagne devono impugnare la concezione della “rivoluzione nella rivoluzione” per combattere in ogni ambito, anche nel partito, il permanere di concezioni borghesi, e prendere il Partito nelle loro mani.
W il 50° anniversario della GRCP
W la compagna Chiang Ching
Viva la rivoluzione nella rivoluzione
Scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione
In conclusione le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario vogliono esprimere anche qui, con dolore e amore rivoluzionario, un forte saluto alla compagna Sandra Lima, fondatrice e dirigente del Movimento Feminino Popular del Brasile e militante rivoluzionaria marxista-leninista-maoista.
Alcune di noi hanno avuto la gioia e l'onore di conoscere la compagna Sandra, la sua forza, il suo indomito spirito rivoluzionario.
Porteremo sempre con noi il suo ricordo, diffonderemo le sue parole, e sarà per noi un riferimento nella difficile ma entusiasmante lotta rivoluzionaria delle donne, in cui ancora una volta le compagne come Sandra danno un esempio di determinazione combattente, di coraggio fino all'ultimo momento della loro vita.
Ci uniamo al grido delle compagne e compagni del Brasile: "Companheira Sandra: Presente na luta!"
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia
Nel 50° anniversario della Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, in Cina, vogliamo rendere innanzitutto onore alla compagna Chiang Ching, militante e dirigente del partito Comunista Cinese, la cui vita è stata sempre al servizio della lotta rivoluzionaria delle masse popolari per la costruzione di una società libera dallo sfruttamento e dall’oppressione del sistema dominante, per avanzare lungo la via che porta al comunismo.
Grande fu l'impegno di Chiang Ching sulla questione delle donne per svilupparne la lotta per una reale liberazione dall’oppressione sociale e familiare.
Le classi dominanti hanno volutamente distorto il significato della vita e della morte di Chiang Ching e, in generale, su di lei si conoscono le menzogne e le calunnie riportate dalla stampa borghese. È ovvio che gli oppressori l’abbiano odiata, perché oggi, come allora, Chiang Ching è un vivo e luminoso faro per tutti, una compagna e dirigente comunista che ha incarnato pienamente cosa significa “Ribellarsi è giusto” e che in quanto donna ha anche concretamente messo in atto la parola
d’ordine “scatenare la furia delle donne come forza poderosa per la rivoluzione’…” dimostrando che questo è possibile!
Chiang Ching dovette combattere non solo contro l’oscurantismo ed il patriarcalismo nella società cinese, ma anche contro quello interno allo stesso PCC che, a lungo, fino agli anni ’60, le impedì di avere un ruolo politico pubblico.
Sempre al fianco di Mao, lottò duramente contro tutto ciò che voleva ostacolare e impedire lo sviluppo rivoluzionario delle masse in Cina, la costruzione del socialismo; e fu soprattutto nella Grande Rivoluzione Culturale Proletaria, lanciata da Mao nel Maggio del 1966, che mise in luce la sua grande fermezza e combattività ideologica, difendendola sempre e strenuamente fino alla sua morte, contro i revisionisti, anche interni al Partito, che miravano di fatto alla restaurazione capitalista in Cina.
Nella GRCP Chiang Ching fu in prima linea come compagna dirigente su diversi fronti. Animò e guidò i tantissimi giovani ribelli, le Guardie rosse, nella dura lotta contro i seguaci della via capitalista, difese sin nel più profondo il diritto delle masse a dare l’assalto al cielo, a sfidare la tradizione e spazzare via il vecchio della reazione in tutti i campi; lottò con grande ardore contro il revisionismo, intervenendo decisamente nel campo sovrastrutturale della cultura e dell’educazione, dando un grande contributo anche al rivoluzionamento delle arti, in particolare nell’ambito del teatro, secondo la linea proletaria e rivoluzionaria che poneva al centro l’azione delle masse contro la linea revisionista che dietro un apparente nuovo continuava a difendere i privilegi di classe.
Dopo la morte di Mao per 15 lunghi anni venne imprigionata dai revisionisti che, con un colpo di Stato, avevano preso il potere. Ma pure in carcere Chiang Ching con grande forza e orgoglio continuò a ribellarsi e a rivendicare la giustezza della Grcp, tenendo alta la bandiera rossa del mlm, del comunismo, fino a quando i suoi aguzzini, non potendo piegare la sua volontà, l'hanno lasciata morire.
Ma la sua morte non ne ha certo cancellato il suo incommensurabile valore ed esempio per le donne e l'umanità intera, il suo essere stata una delle maggiori dirigenti rivoluzionarie comuniste della nostra epoca, a cui bisogna che guardino le donne e soprattutto le compagne, le rivoluzionarie, le comuniste se davvero si vuole dare l'assalto al cielo.
Oggi in Cina, la sinistra maoista che lavora per riprendere la strada tracciata da Mao, guarda e si riferisce a Chiang Ching, e migliaia sono le testimonianze di amore rivoluzionario che pur con molta difficoltà vengono alla luce.
Chi non valorizza il ruolo di Chiang Ching nella Grcp, non riconosce in realtà il ruolo del movimento rivoluzionario delle donne nella Rcp, e alza la bandiera della Grcp per affossare la Grcp
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La Grande Rivoluzione Culturale Proletaria è stata l’esperienza più moderna del proletariato, che ha indicato come portare la lotta rivoluzionaria in ogni ambito, non solo della struttura ma anche della sovrastruttura. Le donne durante gli anni precedenti la Rcp, con la rivoluzione democratica e socialista e la Repubblica popolare avevano già acquisito grandi i cambiamenti sociali: l’ingresso massiccio nel mondo del lavoro, nelle fabbriche, la riforma della legge sul matrimonio, la riforma del sistema d’istruzione, vedi i corsi di istruzione gratuita per le contadine, la riforma agraria, ecc che avevano portato le donne da una condizione di nera oppressione a “liberare i loro piedi, i loro corpi, il loro spirito”; ma è con la Grcp che le donne vengono chiamate per diventare loro protagoniste dell'assalto al cielo, per portare avanti in prima persona la “rivoluzione nella rivoluzione”.
Durante il vento della Grcp le donne dovettero lottare su tutti i campi, per conquistare la metà del cielo, Dalle case e fuori dalle case, ai quartieri, alle fabbriche, ad una nuova educazione dei bambini; contro la violenza sessuale organizzarono comitati di quartiere in cui facevano processi popolari contro i mariti, i padri violentatori; furono distribuite le pillole anticoncezionali tra le donne che potevano iniziare decidere della propria vita e maternità…
Ma per questo dovettero battersi contro le concezioni e gli ostacoli presenti anche tra i quadri del partito, ma soprattutto lottare strenuamente sempre contro i tentativi revisionisti di Liu Shao qi di estrometterle dal lavoro e relegarle di nuovo nel lavoro domestico.
“Liu Shao-chi era ostile ad una scelta che ponesse le donne in primo piano nella produzione, fuori dal focolare domestico, in coerenza con la scelta di un modo di accumulazione capitalistico, quale si è tradizionalmente sviluppato nel mondo, relegando la donna in immagini casalinghe ben precise.
Liu Shao-chi era per una politica di incentivi e di alti salari che consentissero all'uomo il mantenimento economico della donna ripristinata nel suo ruolo tradizionale di casalinga. (Dalla rivista Bandiera Rossa).
Nella rivista del partito, 'Bandiera Rossa" del 1971 si dice: un problema aperto in Cina è quello di «valorizzare la funzione rivoluzionaria delle donne". E viene fatto un bilancio della lotta tra le due linee e le due classi durante la rivoluzione culturale e come la linea controrivoluzionaria di Liu Shao-chi sul movimento delle donne sia stata spezzata. “Tuttavia - scriveva Bandiera Rossa - la lotta di classe non è finita. Durante la rivoluzione e l'edificazione socialista, esiste ancora una grave lotta di classe sul problema delle donne.
Il presidente Mao diceva: 'Bisogna lottare ancora contro le concezioni che disprezzano il movimento delle donne”. Per questo, il Comitato di Partito e i quadri hanno incitato i compagni a valutare l'importanza del lavoro delle donne partendo da tre aspetti:
1) muovere dalla concezione della lotta di classe per affrontare il lavoro delle donne: se il proletariato non si serve del pensiero di Mao Tse-tung per educare le donne, la borghesia userà allora il pensiero corrotto delle classi sfruttatrici per nuocere alle donne;
2) le donne sono piú della metà della popolazione, e senza una loro piena mobilitazione non può esistere un vero movimento di massa;
3) le donne rappresentano un grande potenziale umano.
Attraverso questi 'tre aspetti' tutti hanno capito meglio che per fare la rivoluzione è essenziale mobilitare le donne”.
“Si tratta di mobilitare le donne perché spezzino le catene spirituali e dispieghino uno spirito rivoluzionario. Attraverso l'influenza della millenaria ideologia feudale, fra le donne, colpite dal veleno della linea revisionista controrivoluzionaria di Liu Shao-chi, c'era una minoranza ancora
incatenata alle vecchie concezioni tradizionali".
“Le donne sostengono la metà del cielo" ha detto Mao. Ma le donne devono conquistare la metà del cielo" ha aggiunto. La rivoluzione culturale proletaria ha avuto anche in questo campo uno dei suoi fronti politici e ideologici proprio perché le donne non avevano ancora raggiunto la metà del cielo".
In “Bandiera Rossa" si affermava che durante la Grande rivoluzione culturale la mentalità delle donne “ha conosciuto grandi cambiamenti e piú numerose si fanno le donne che svolgono la loro funzione nella costruzione del potere."
Le donne operaie nella Rcp affermavano che il loro impegno oltre che ad essere produttivo, oltre che ad utilizzare una forza-Iavoro che in altre società sarebbe rimasta disoccupata, era diretto a trasformare l'ambiente sociale in cui operavano. E al centro di questa trasformazione vi era non soltanto la mutata concezione della propria condizione di donne, ma la rivoluzionarizzazione nel quartiere e nella famiglia, del ruolo femminile.
“Anche nelle famiglie c'è una rivoluzionarizzazione da compiere" diceva una giovane compagna “c'è da farvi penetrare la critica rivoluzionaria, fondata sulla distruzione delle cinque vecchie concezioni, e immettervi le cinque nuove concezioni: distruggere la tesi dell'inutilità delle donne, instaurare la tesi che le donne si devono conquistare con coraggio la metà del cielo; distruggere la morale feudale della moglie sottomessa e della buona madre per instaurare invece l'ideale dei rivoluzionari proletari; distruggere la mentalità della dipendenza e della subordinazione all'uomo, e instaurare la ferrea volontà di liberarsi; distruggere le concezioni della borghesia e instaurare le concezioni proletarie; distruggere la concezione dell'interesse familiare per instaurare nella famiglia la concezione proletaria”.
“Il proletariato, con la rivoluzione culturale, ha fatto la sua irruzione nell'ideologia, rivoluzionarizzando anche l'apparato ideologico della famiglia, superando per sempre quella condizione che faceva esclamare a Engels che la donna è proletaria due volte, una della società e l'altra dell'uomo”.
“Quando le donne sono mobilitate, si possono fare cose enormi” . Diceva un'organizzatrice di un quartiere in Cina.
Per Mao la questione femminile si poneva sempre piú all'ordine del giorno nelle sue riflessioni.
Anche fuori dalla Cina, studiava le spinte dei movimenti femminili di emancipazione negli Stati Uniti e nelle altre società occidentali. E appoggiava le rivolte femminili che serpeggiavano nel mondo.
Nel percorso non facile ma entusiasmante della lotta rivoluzionaria, affinché la maggioranza delle donne si liberi dalla doppia oppressione prodotta da questo sistema capitalista che non può essere riformato ma solo rovesciato, la GRCP ci insegna che la rivoluzione è monca se non si sviluppa una “rivoluzione nella rivoluzione” necessaria, per spezzare tutte le catene economiche e ideologiche del sistema borghese che fa dell’oppressione delle donne una base per la sua esistenza.
Sono necessarie una e più Rcp, perchè le idee, le abitudini, le concezioni, la cultura borghese, i vecchi rapporti, le vecchie relazioni, che sono per le donne fonte di infinita oppressione, non cambiano da un giorno all'altro. Occorre continuare la rivoluzione per rovesciare la terra ma anche il cielo, fino ai rapporti tra uomo e donna, che sono ancora più dure a morire, ancora più dure ad essere rovesciate.
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Questi insegnamenti vanno impugnati oggi e ad ogni stadio:
Nella battaglia volta alla conquista delle donne, delle proletarie alla lotta rivoluzionaria, il maoismo, la Grcp sono una sfida al revisionismo, al femminismo borghese, perchè indicano la via affinchè tutte le istanze di ribellione contro il capitalismo, l'ideologia patriarcale e moderno fascista possano e debbano trovare la loro forme organizzate di combattimento nella lotta per la rivoluzione.
In Italia, ispirandoci alla battaglia di Chiang Ching, abbiamo alzato la bandiera della “rivoluzione nella rivoluzione”,
Il primo nucleo del mfpr, organismo generato dal Partito Comunista maoista Italia, nasce nel 1995 come “collettivo Chiang Ching”. Il riferimento a Chiang Ching, alla Grcp voleva dire impugnare la parola d'ordine: “Ribellarsi è giusto”, voleva dire lottare contro i neorevisionisti, gli economicisti, gli opportunisti, le femministe borghesi e piccolo borghesi; ma anche contro il maschilismo/patriarcalismo presente all’interno delle organizzazioni e partiti comunisti, ed il meccanicismo m-l che nega la necessità della rivoluzione nella rivoluzione delle donne per smuovere cielo e terra, e spezzare le doppie catene dell’universo femminile!
Ma anche ora, senza una lotta/rottura continua contro le tante oppressioni/catene delle donne, in primis quelle familiari, ma anche di oppressione, abitudini borghesi ideologiche, le donne proletarie spesso, anche nei paesi imperialisti come il nostro, non potrebbero neanche partecipare ad una manifestazione, ad uno sciopero.
La lotta delle donne deve portare la classe a occuparsi del fatto che, se vuole dirigere tutto, e la classe operaia deve dirigere tutto, deve dirigere un movimento che riguarda anche l’insieme delle condizioni delle donne.
Ma soprattutto nella battaglia per la costruzione del partito comunista di tipo nuovo le compagne devono impugnare la concezione della “rivoluzione nella rivoluzione” per combattere in ogni ambito, anche nel partito, il permanere di concezioni borghesi, e prendere il Partito nelle loro mani.
W il 50° anniversario della GRCP
W la compagna Chiang Ching
Viva la rivoluzione nella rivoluzione
Scatenare la furia delle donne come forza poderosa della rivoluzione
In conclusione le compagne del Movimento femminista proletario rivoluzionario vogliono esprimere anche qui, con dolore e amore rivoluzionario, un forte saluto alla compagna Sandra Lima, fondatrice e dirigente del Movimento Feminino Popular del Brasile e militante rivoluzionaria marxista-leninista-maoista.
Alcune di noi hanno avuto la gioia e l'onore di conoscere la compagna Sandra, la sua forza, il suo indomito spirito rivoluzionario.
Porteremo sempre con noi il suo ricordo, diffonderemo le sue parole, e sarà per noi un riferimento nella difficile ma entusiasmante lotta rivoluzionaria delle donne, in cui ancora una volta le compagne come Sandra danno un esempio di determinazione combattente, di coraggio fino all'ultimo momento della loro vita.
Ci uniamo al grido delle compagne e compagni del Brasile: "Companheira Sandra: Presente na luta!"
Movimento Femminista Proletario Rivoluzionario - Italia
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