"Pestaggi nel carcere di Ivrea": la procura indaga
La direttrice: "Indignata, c'è chi strumentalizza". Ma il garante per i detenuti: "Segnalazioni purtroppo frequenti"
Un pestaggio oltre le sbarre. Denuncia grave, gravissima. Quasi incredibile. Ma supportata da una denuncia, da una lettera pubblica, firmata con nome e cognome da uno dei detenuti. Purtroppo non un caso isolato. "Le segnalazioni di episodi di violenza in questo carcere sono purtroppo frequenti", dice Armando Michelizza, garante dei detenuti del comune di Ivrea. La Procura della repubblica conferma di avere «diversi fascicoli» aperti su episodi di violenza. L’indagine è in corso. "Solo nell’ultimo anno - conferma Michelizza - le denunce di detenuti su episodi di sopraffazione oltre il cancello del carcere sono tre".
L’ultimo però è clamoroso. In una lettera pubblicata lunedì sul sito «Infoaut», il detenuto M.P. racconta che la notte del 25 ottobre scorso «le guardie hanno usato violenza indiscriminata... Chiamata la squadra di supporto da Vercelli e riuniti in forza armati di idranti e manganelli hanno distrutto dei compagni detenuti riducendone due quasi in fin di vita». Segue l’elenco dei detenuti picchiati, anche qui con nomi e cognomi. Che il pestaggio ci sia stato lo conferma, pur con tutta la prudenza del caso, lo stesso garante eporediese: "Sono stato in carcere nei giorni successivi e ho incontrato uno dei due detenuti che denunciano di essere stati malmenati. Effettivamente ho visto lividi e ferite al naso".
Ma che qualche cosa di grave sia accaduto quella notte lo ammette la stessa direttrice dell’istituto di pena, Assuntina Di Rienzo: "Già il 14 ottobre un gruppo di detenuti aveva incendiato carta e rotto suppellettili nelle celle per protestare contro le condizioni di vita avanzando diverse richieste. Ho esaminato il filmato e ho deciso alcuni trasferimenti di piano come provvedimento disciplinare. La notte del 25 ottobre la tensione è tornata a salire. Il comandante degli agenti è intervenuto insieme ad altro personale e ha riportato la situazione sotto controllo. Ci sono stati tre agenti feriti". Ma i detenuti picchiati? "Sono indignata per la versione che si legge sulla lettera firmata dal detenuto. Gli agenti sono intervenuti con i normali strumenti e lo hanno fatto anche per evitare conseguenze agli altri carcerati". In ogni caso, conclude la direttrice, "ci saranno le inchieste dell’ispettorato a chiarire le responsabilità di quel che accaduto".
Non c’è solo l’indagine dell’ispettorato. Ci sono anche i fascicoli aperti dalla Procura. "Certo - dice la direttrice - ma l’inchiesta tuttora aperta in Procura nasce dalla denuncia di un detenuto e siamo stati noi a girare la documentazione ai magistrati". La situazione è comunque molto delicata. Nei mesi scorsi un sindacato degli agenti penitenziari si erano spinto a chiedere esplicitamente la sostituzione della direttrice perché non avrebbe tenuto conto dei rapporti disciplinari scritti dagli agenti contro i detenuti. Ora la tegola delle inchieste che sembrerebbero scaturire non da un polso debole ma, semmai, da un pugno troppo duro. "La situazione di Ivrea emerge in questo periodo come una delle più delicate», dice Bruno Mellano, garante dei detenuti del Piemonte. Più in generale, osserva Mellano, "la situazione nelle carceri italiane è tornata tesa perché non si intravedono a breve provvedimenti in grado di migliorare la condizione dei detenuti. I progetti di riforma sono da tempo fermi al Senato. In Piemonte è salito recentemente il numero dei detenuti stranieri, oggi il 43 per cento della popolazione rispetto a una media nazionale del 33. Un particolare che ha aumentato le tensioni".
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