sabato 5 novembre 2016

pc 5 novembre - INDIA: Fermare il genocidio messo in atto dal govenro fascista/indù di Modi con l'Operazione Green Hunt

Contro i massacri delle popolazioni indigene, degli attivisti rivoluzionari, dei combattenti maoisti, con la scusa degli scontri, riportiamo un comunicato stampa dell'Organizzazione indiana "Unione Popolare per la difesa delle Libertà Civili"

Comunicato stampa
Condannare gli scontri di Malkangiri! Fermare la guerra contro i propri cittadini!

Il PUCL [People’s Union for Civil Liberties – Unione Popolare per le Libertà Civili] esprime il più forte senso di indignazione e condanna per le uccisioni di circa 39 membri del PCI(Maoista) e altri Adivasi nei pressi del bacino di Balimela nel distretto di Malkangiri dell’Odisha vicino al confine con l’AP [Andra Pradesh]  il 24 ottobre 2016. Sebbene la polizia dica che le uccisioni sono state il risultato di uno scontro improvviso e della conseguente sparatoria, tutte le informazioni circostanziali a disposizione indicano che c’è motivo sufficiente per smentire la storia raccontata dalla polizia e dal Governo. Tutto ciò che è stato detto racconta di un falso scontro assassino e dà peso alla supposizione che molti dei leader maoisti uccisi erano già stati catturati in precedenza, uccisi a sangue freddo e poi è stato costruito l’episodio del falso scontro per spiegare l’uccisione di tutte queste persone che si dice fossero coinvolte. Si dice che ci siano anche segni di tortura sui corpi degli uccisi.
Questo incidente solleva ancora una volta tendenze concrete molto preoccupanti che si notano nelle riposte delle forze di sicurezza nelle aree di conflitto:
1.       Politica di annientamento, cattura di persone non militanti: Sovversione del Sistema Giudiziario Penale
Un dato da sottolineare di questi scontri a morte, come in molte altre uccisioni recenti, è che le forze
di sicurezza alla fine eliminano o uccidono tutti i membri del cosiddetto gruppo militante dicendo che non c’era alternativa. La pratica dell’eliminazione di tutti i militanti viene messa in atto per non lasciare vivi testimoni oculari del falso scontro. Questo potere sfrenato esercitato dalle forze di sicurezza con la connivenza/complicità della Stato o del Governo ha sostanzialmente criminalizzato le forze di sicurezza portando un colpo mortale all’esercizio della legge e al sistema giudiziario penale.
2.       Impunità della polizia, mancanza di responsabilità delle forze di sicurezza e Complicità di Stato – Fallimento del governo Costituzionale:
Le uccisioni di Malkangiri ancora una volta sottolineano fortemente il senso di impunità e mancanza di responsabilità con i quali le forze di sicurezza operano nel paese. Molto preoccupante è il ruolo dello Stato o del Governo nell’assicurare la stretta osservanza della costituzione indiana dalla parte delle forze di sicurezza dando peso all’affermazione che sono complici della sovversione della legge e del governo costituzionale.
L’ultima prova della complicità dello stato sul fatto che le forze di sicurezza agiscano senza legge e la messinscena degli scontri e l’effettiva commissione della violenza contro abitanti dei villaggi che non sono affatto coinvolti è apparsa alla Suprema Corte quando nel mese di ottobre 2016, il CBI [Ufficio Investigativo Centrale] presentò l’accusa per il caso dell’incendio di Tadmetla (del 2011 nel Chhattisgarh) che ha coinvolto 323 Ufficiali Speciali della Polizia (SPO)/Poliziotti e 114 membri del COBRA [COmmando Battalion for Resolute Action] e 30 della CRPF [Central Reserve Police Force] per aver partecipato alle operazioni dei villaggi di Morpalli, Tadmetla e Timapuram del Chhattisgarh in cui alla fine sono risultati uccisi 3 uomini, stuprate 3 donne e incendiate più di 250 case tra l’11 e il 16 marzo 2011 e l’attacco a Swami Agnivesh mentre portava soccorsi il 26 marzo 2011. La polizia e il governo del Chhattisgarh aveva nel 2011 duramente rifiutato il coinvolgimento delle forze di sicurezza nella violenza contro gli abitanti dei villaggi e invece continuavano ad insinuare che erano stati i maoisti e gli stessi abitanti dei villaggi a bruciare le case.
La verità adesso è venuta a galla grazie all’inchiesta indipendente del CBI incaricata dalla Suprema Corte dell’India sul caso Tadmetla. È utile notare che lo stesso gruppo d’inchiesta del CBI ha ricevuto serie minacce e intimidazioni dalla polizia di stato mentre era in corso l’indagine.
Il PUCL richiede che le linee guida emesse dalla Corte Suprema nel caso “Unione Popolare per le Libertà Civili con lo Stato del Maharashtra” (2014) dovrebbero essere applicate senza eccezione. Il mandato legislativo richiede che in ogni caso di scontro con uccisioni sia depositata una Prima Informativa e venga fatta una indagine da un ufficio di polizia indipendente.
In considerazione del fatto che le Forze Speciali di Polizia dei 2 Stati, Odisha e AP, sono stati coinvolti nei supposti scontri e la continua affermazione che i due governi statali hanno sostenuto e assicurato l’impunità e immunità alla polizia rispetto alle possibili indagini, ci sono abbastanza motivi per ritenere che una inchiesta indipendente, imparziale e credibile non possa essere fatta dalle stesse forze di polizia che ha partecipato agli scontri.
La PUCL perciò richiede:
(i)                  Che l’inchiesta giudiziaria sulle uccisioni venga aperta con la guida di un giudice della Corte Suprema e dell’Alta Corte cosicché la verità sulle uccisioni possa essere portata alla luce.
(ii)                Dovrebbe essere fatto un resoconto sugli scontri dove ci sono morti, dando i nomi di tutto il personale di sicurezza coinvolto, come richiesto dalla sentenza della SC nel Caso PUCL del 2014.
(iii)               Il Governo dell’AP e la Polizia di Stato dell’AP dovrebbero attenersi all’Ordinanza approvata dall’Alta Corte dell’AP il 31 ottobre 2016, e far comparire immediatamente in Tribunale Ramakrishna@Akkiraju Hargopal@AK, Gaajarla Ravi e 9 altri che si ritiene siano detenuti dalla Polizia dell’AP sin dallo scontro del 24 ottobre e assicurare che la loro salvaguardia personale, vita e benessere siano garantiti.

Sd/ –
Prof. Prabhakar Sinha                                                           Dr. V. Suresh,
National President, PUCL                                         National General Secretary, PUCL
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Dr. V. Suresh,
National General Secretary, PUCL – People’s Union for Civil Liberties,
270-A, Patparganj, Opp. Anandlok Apartments,
Mayur Vihar – I, Delhi 110091, India.
Ph.: +91-11-22750014; (Fax): +91-11-42151459.
Personal: +91-9444231497

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