Comunicato stampa
Condannare gli scontri di Malkangiri! Fermare la guerra
contro i propri cittadini!
Il PUCL [People’s Union for Civil Liberties – Unione
Popolare per le Libertà Civili] esprime il più forte senso di indignazione e
condanna per le uccisioni di circa 39 membri del PCI(Maoista) e altri Adivasi
nei pressi del bacino di Balimela nel distretto di Malkangiri dell’Odisha
vicino al confine con l’AP [Andra Pradesh] il 24 ottobre 2016. Sebbene la polizia dica
che le uccisioni sono state il risultato di uno scontro improvviso e della
conseguente sparatoria, tutte le informazioni circostanziali a disposizione
indicano che c’è motivo sufficiente per smentire la storia raccontata dalla
polizia e dal Governo. Tutto ciò che è stato detto racconta di un falso scontro
assassino e dà peso alla supposizione che molti dei leader maoisti uccisi erano
già stati catturati in precedenza, uccisi a sangue freddo e poi è stato
costruito l’episodio del falso scontro per spiegare l’uccisione di tutte queste
persone che si dice fossero coinvolte. Si dice che ci siano anche segni di
tortura sui corpi degli uccisi.
Questo incidente solleva ancora una volta tendenze concrete
molto preoccupanti che si notano nelle riposte delle forze di sicurezza nelle
aree di conflitto:
1. Politica
di annientamento, cattura di persone non militanti: Sovversione del Sistema
Giudiziario Penale
Un dato da sottolineare di questi scontri a morte, come in
molte altre uccisioni recenti, è che le forze
di sicurezza alla fine eliminano o uccidono tutti i membri del cosiddetto gruppo militante dicendo che non c’era alternativa. La pratica dell’eliminazione di tutti i militanti viene messa in atto per non lasciare vivi testimoni oculari del falso scontro. Questo potere sfrenato esercitato dalle forze di sicurezza con la connivenza/complicità della Stato o del Governo ha sostanzialmente criminalizzato le forze di sicurezza portando un colpo mortale all’esercizio della legge e al sistema giudiziario penale.
di sicurezza alla fine eliminano o uccidono tutti i membri del cosiddetto gruppo militante dicendo che non c’era alternativa. La pratica dell’eliminazione di tutti i militanti viene messa in atto per non lasciare vivi testimoni oculari del falso scontro. Questo potere sfrenato esercitato dalle forze di sicurezza con la connivenza/complicità della Stato o del Governo ha sostanzialmente criminalizzato le forze di sicurezza portando un colpo mortale all’esercizio della legge e al sistema giudiziario penale.
2.
Impunità della polizia, mancanza di
responsabilità delle forze di sicurezza e Complicità di Stato – Fallimento del
governo Costituzionale:
Le uccisioni di Malkangiri ancora una volta sottolineano
fortemente il senso di impunità e mancanza di responsabilità con i quali le
forze di sicurezza operano nel paese. Molto preoccupante è il ruolo dello Stato
o del Governo nell’assicurare la stretta osservanza della costituzione indiana
dalla parte delle forze di sicurezza dando peso all’affermazione che sono
complici della sovversione della legge e del governo costituzionale.
L’ultima prova della complicità dello stato sul fatto che le
forze di sicurezza agiscano senza legge e la messinscena degli scontri e
l’effettiva commissione della violenza contro abitanti dei villaggi che non
sono affatto coinvolti è apparsa alla Suprema Corte quando nel mese di ottobre
2016, il CBI [Ufficio Investigativo Centrale] presentò l’accusa per il caso
dell’incendio di Tadmetla (del 2011 nel Chhattisgarh) che ha coinvolto 323
Ufficiali Speciali della Polizia (SPO)/Poliziotti e 114 membri del COBRA [COmmando
Battalion for Resolute Action] e 30 della CRPF [Central Reserve Police Force]
per aver partecipato alle operazioni dei villaggi di Morpalli, Tadmetla e
Timapuram del Chhattisgarh in cui alla fine sono risultati uccisi 3 uomini, stuprate
3 donne e incendiate più di 250 case tra l’11 e il 16 marzo 2011 e l’attacco a
Swami Agnivesh mentre portava soccorsi il 26 marzo 2011. La polizia e il
governo del Chhattisgarh aveva nel 2011 duramente rifiutato il coinvolgimento
delle forze di sicurezza nella violenza contro gli abitanti dei villaggi e
invece continuavano ad insinuare che erano stati i maoisti e gli stessi
abitanti dei villaggi a bruciare le case.
La verità adesso è venuta a galla grazie all’inchiesta
indipendente del CBI incaricata dalla Suprema Corte dell’India sul caso
Tadmetla. È utile notare che lo stesso gruppo d’inchiesta del CBI ha ricevuto
serie minacce e intimidazioni dalla polizia di stato mentre era in corso
l’indagine.
Il PUCL richiede che le linee guida emesse dalla Corte
Suprema nel caso “Unione Popolare per le Libertà Civili con lo Stato del
Maharashtra” (2014) dovrebbero essere applicate senza eccezione. Il mandato
legislativo richiede che in ogni caso di scontro con uccisioni sia depositata
una Prima Informativa e venga fatta una indagine da un ufficio di polizia
indipendente.
In considerazione del fatto che le Forze Speciali di Polizia
dei 2 Stati, Odisha e AP, sono stati coinvolti nei supposti scontri e la
continua affermazione che i due governi statali hanno sostenuto e assicurato
l’impunità e immunità alla polizia rispetto alle possibili indagini, ci sono
abbastanza motivi per ritenere che una inchiesta indipendente, imparziale e
credibile non possa essere fatta dalle stesse forze di polizia che ha
partecipato agli scontri.
La PUCL perciò richiede:
(i)
Che l’inchiesta giudiziaria sulle uccisioni
venga aperta con la guida di un giudice della Corte Suprema e dell’Alta Corte
cosicché la verità sulle uccisioni possa essere portata alla luce.
(ii)
Dovrebbe essere fatto un resoconto sugli scontri
dove ci sono morti, dando i nomi di tutto il personale di sicurezza coinvolto,
come richiesto dalla sentenza della SC nel Caso PUCL del 2014.
(iii)
Il Governo dell’AP e la Polizia di Stato dell’AP
dovrebbero attenersi all’Ordinanza approvata dall’Alta Corte dell’AP il 31
ottobre 2016, e far comparire immediatamente in Tribunale Ramakrishna@Akkiraju
Hargopal@AK, Gaajarla Ravi e 9 altri che si ritiene siano detenuti dalla
Polizia dell’AP sin dallo scontro del 24 ottobre e assicurare che la loro
salvaguardia personale, vita e benessere siano garantiti.
Sd/ –
Prof. Prabhakar
Sinha
Dr. V.
Suresh,
National President,
PUCL
National General
Secretary, PUCL
—————————————–
Dr. V. Suresh,
National General Secretary, PUCL – People’s Union for
Civil Liberties,
270-A, Patparganj, Opp. Anandlok Apartments,
Mayur Vihar – I, Delhi 110091, India.
Ph.: +91-11-22750014; (Fax): +91-11-42151459.
Personal:
+91-9444231497
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