da ORE 12 Controinformazione rossoperaia del 10.12.25
Riportiamo la trascrizione degli gli interventi di Rossana De Simone, autrice del dossier, e Stefania Maurizi, giornalista di inchiesta, estratti della conferenza stampa di presentazione del dossier nella sala stampa di Montecitorio
Rossana De Simone, autrice del dossier
Voglio di sviluppare velocemente tre punti che sono quelli che ritengo fondamentali per capire il senso di questo dossier. Il primo riguarda il linguaggio usato dal governo, dalle forze armate e dall'industria della difesa e sicurezza che dicono che viviamo in un periodo di guerra, legato non soltanto alle crisi ambientali, energetiche, ma legato anche alle minacce ibride, cioè questo è un periodo - che tutti datano all'inizio della guerra fra la Russia e l'Ucraina - che sarebbero quelle legate all'aspetto cognitivo, cioè le fake news, tutto ciò che riguarda, ad esempio, i video sviluppati con l'intelligenza artificiale che riescono a modificare la percezione della realtà, oppure tutto quello che ha a che fare con la cybersicurezza, la cosiddetta guerra di rete, l’attacco alle reti informatiche, idriche, ferroviarie, ai porti, ma anche alle banche, ai vari ministeri, tutto ciò che rappresenta le istituzioni civili ma anche le aziende.
Che cosa dice Leonardo? Prenderò sempre Cingolani come punto di riferimento che dice che siamo in un periodo in “no pace” - dice proprio “no pace”! - per cui bisogna passare dalla dottrina tradizionale della difesa a quella di global security. Vuol dire che bisogna mettere in sicurezza non soltanto le strutture nazionali, ma anche tutto ciò che ha a che fare con quelle che sono le reti soprattutto civili, quindi Leonardo, dal suo punto di vista, deve occuparsi sia dell'aspetto militare, sia di quello civile, deve coordinare e mettere in sicurezza, mentre sempre Cingolani dice che la governance politica deve mettere in sicurezza le politiche interne ed esterne - questo è importantissimo, il discorso interno/esterno è fondamentale perché si parla proprio di guerra infinita, sia interna che esterna, sia civile che militare.
Come si fa a connettere tutto questo apparato? attraverso la tecnologia digitale e attraverso la connessione con le applicazioni spaziali, cioè con i satelliti. Infatti Leonardo sta cercando di ristrutturare tutte le sue divisioni perché la tecnologia digitale deve entrare non soltanto a livello del processo produttivo interno, ma anche ai livelli di sistemi d'arma, anche inclusa la sfera sociale. Quindi vuol dire che ad esempio la “Cupola di Michelangelo” di cui si parla tanto adesso - lo scudo antimissile che Leonardo vorrebbe comprare, che pare che Crosetto abbia già pensato di mettere in finanza - sarebbe uno scudo, una piattaforma che mette in collegamento l'allerta preventiva, i radar, il GCAP che è il nuovo caccia e il SAMP/T 2 che sono le batterie antimissile.
Quindi, come vedete, si sta proprio creando una sorta di guerra totalizzante, questi vogliono veramente occupare tutti gli spazi civili e militari, a tutti i livelli, per cui abbiamo visto che ad esempio nella divisione velivoli Leonardo non solo ha creato questo consorzio con il Giappone, l’Inghilterra per il il GCCAP, questo caccia di sesta generazione che dovrebbe accompagnare sciami di droni, ma ha fatto una joint venture con la turca Baykar per quello che riguarda i droni.
Per quanto riguarda invece la divisione elicotteristica ha già tutte le tipologie di elicotteri per cui va avanti e poi arrivano le altre tre divisioni che hanno tantissimo a che fare anche con Israele.
La prima divisione è quella elettronica, cioè quella che ha comprato ai tempi di Guarguaglini per 5 miliardi, la DRS statunitense, e si è anche affibbiata tutti i debiti della DRS. Con la DRS ha siglato un accordo, un agreement proxy, che vuol dire che tutta la dirigenza di questa DRS che è in America deve essere statunitense, così come c'è tutta una parte che viene secretata a Leonardo, che dovrebbe essere tutta quella legata ai dati sensibili sul nucleare.
Dopodiché Leonardo compra anche la RADA che è israeliana, quindi praticamente si integra DRS con la RADA e in questo modo migliora gli accordi che ci sono con la Elbit, la Raphael che hanno dei siti proprio lì in America.
Il Pentagono chiede delle commesse che servono a Israele attraverso la DRS RADA e manda quello che serve a Israele cercando così di estraniare Leonardo in Italia, proprio per uscire dalla questione della legge 185/1990, in realtà, comunque tutto dovrebbe rientrare in capo a Leonardo perché oggi è ancora il maggiore azionista, quindi non ha venduto, perché si pensava che vendesse azioni proprio per rendere a quel punto maggioritaria la parte DRS ancora statunitense. In realtà ha detto che si vuol fermare perché la DRS RADA è fondamentale. Teniamo presente che Leonardo ha quattro mercati domestici, che sono quello statunitense, quello inglese, quello italiano e quello polacco, ma ha introdotto Israele come mercato strategico, tant'è che ha finanziato, ad esempio, delle startup proprio in Israele, attraverso l'ufficio innovazione, e con l'Università di Tel Aviv finanzia vari progetti tenendo per sé la proprietà intellettuale.
Quindi Leonardo da un certo punto di vista sta cercando di fuori uscire da quello che è il sistema italiano proprio per sfuggire a questioni legali, andando proprio in Israele oppure puntando alla DRS siraeliana.
Però succede che l'Italia, come governo e come forze armate, aiuta proprio Leonardo nei suoi affari con Israele attraverso, ad esempio, il Memorandum sottoscritto e ratificato nel 2005 in cui si permette a Leonardo non soltanto di avere degli scambi commerciali industriali, ma anche scambi di informazione e altre cose e per il governo la possibilità di diventare hub nel Mediterraneo, perché non dimentichiamoci che il governo italiano ha ancora questo pallino di diventare un hub nel Mediterraneo, tant'è che, ad esempio, anche rispetto all'Africa, quando si parla del Piano Mattei c'è dentro anche Leonardo che va in Africa.
Non solo, Crosetto ha detto che vorrà mandare in Niger una nuova missione, perché quando si parla di forze armate non si deve soltanto pensare a quelle che sono le missioni, che sono fuori, che servono come peacekeeping (portare la pace), ma che, in certi casi, si tratta proprio di influenzare i luoghi dove si va e, per quanto riguarda l'Africa, questa sta diventando importantissima.
Inoltre, rispetto a Israele e a quel Memorandum, noi abbiamo cominciato proprio ad avere degli scambi molto forti, con Israele; ad esempio, tutti quanti saprete che nel 2002 ha venduto gli M-346, gli addestratori, oppure nel 2009 ha venduto anche degli elicotteri e questi scambi avvengono, ad esempio, con gli Spike che Israele ci dà in cambio, che sono dei missili, oppure, come è caduto anche quest'anno, abbiamo comprato due G550, che sono i cosiddetti “aerei spia”.
E che cosa ci dimostra proprio questo speciale legame? Il fatto che sia Israele che noi possiamo entrare e modificare quella che, ad esempio, è l’avionica di questi aerei, e questa cosa accade soltanto fra Israele e gli Stati Uniti, infatti con l'F-35 abbiamo visto come Israele ha modificato l’avionica ed è riuscito, ad esempio, ad andare in Iran senza fare rifornimento in volo.
Abbiamo comprato questi G550 che costano su 500 milioni, ne abbiamo comprati due quest'anno, questo per dire come si continuano le relazioni Italia-Israele.
E’ importantissimo anche sapere che l'Italia sta recependo quello che è il concetto di sicurezza nazionale israeliano. Cosa vuol dire? Vuol dire che noi dobbiamo avere più riservisti, dobbiamo fare accordi fra l'industria militare italiana e l'esercito, perché è così che succede in Israele, ci deve essere proprio una concordanza fra questi tre attori, industria, Stato, governo e Forze Armate, si devono intrecciare, noi l'abbiamo visto ad esempio anche attraverso tutti gli accordi che si fanno con le università, e sono tutti accordi che spesso sono legati ad accordi-quadro che prevedono la secretezza.
Ultime due cose: Israele ha dei rapporti fondamentali anche con la cybersicurezza e con lo spazio.
Rispetto alla cybersicurezza dobbiamo tener presente che anche il governo ha incensito Israele in quella che è la strategia nazionale sulla cybersicurezza, non solo, ma questo governo - attenzione - non vuole avere soltanto rapporti commerciali o anche militari, ma condivide anche i valori, che sono i valori di una cultura etnica, cultura anche proprio identitaria, uno Stato forte e rafforzato e soprattutto anche quello di una religione tradizionale.
Quindi tenete conto che in ballo c'è Israele, ma c'è anche l'America, ci sono tutti quegli Stati che in questo momento stanno aggredendo ad esempio un certo tipo di Europa e la democrazia.
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| Leonardo Grottaglie (TA) |
Stefania Maurizi
dobbiamo capire la gravità della situazione in cui ci troviamo e parlo della gravità del genocidio, del nostro coinvolgimento che è stato e che viene negato a lungo, nonostante l'evidenza, nonostante le organizzazioni di grande prestigio e competenza su cosa è un genocidio.
Come giornalista che fa un lavoro investigativo ho ritenuto importante andare a vedere le nostre complicità, perché l'aver lavorato su tutti i documenti segreti di WikiLeaks mi ha reso acutamente consapevole del ruolo dell'Italia nella macchina da guerra degli Stati Uniti e dei suoi alleati. C’è un documento fondamentale che dice qual è il ruolo dell'Italia, cioè la diplomazia americana, scrivendo con la convinzione che questi documenti non sarebbero mai usciti se non dopo 40 anni, raccontavano “l'Italia, che fornisce una piattaforma geostrategica unica all'interno dell'Europa per le forze armate americane che ci permette di raggiungere facilmente le aree problematiche del mondo nel Medio Oriente Africa e Europa.
Grazie a questo vantaggio l'Italia è la sede delle capacità militari più estese, dalla 173a brigata avio trasportata al Global Hawk, nido dei droni, che noi americani abbiamo in qualsiasi altra parte al di fuori degli Stati Uniti, ma soprattutto l’Italia ha dimostrato volontà, il desiderio di essere partner degli Stati Uniti nell’affrontare le più pressanti sfide globali del nostro tempo”.
Grazie a questi documenti si può capire il ruolo per esempio delle nostre basi, delle basi americane sul nostro suolo. Vedete quest'area sopra Gaza? questi sono i voli dal 7 ottobre 2023 al 7 ottobre 2024, voli per la raccolta di intelligence che poi consente con queste informazioni di attaccare.
Bene, le nostre basi in Sicilia, gli aeroporti, hanno un ruolo fondamentale, senza questa documentazione di WikiLeaks segreta non sarebbe possibile acquisire i dettagli proprio perché sono informazioni segrete.
E questa è una delle inchieste che ho portato avanti per cercare di capire quali sono le basi coinvolte, che cosa fanno quindi la base di Sigonella, gli aeroporti che portano nelle basi fondamentali sia del Regno Unito, dell’UK Royal Air Force, sia degli Stati Uniti.
Ma in aggiunta a questa, un'altra inchiesta e arrivo al sodo, arrivo a Leonardo.
Un'altra inchiesta che ho condotto, a ottobre, tira in ballo appunto Leonardo, il gigante degli armamenti e Cingolani, l'amministratore delegato che aveva dichiarato che “noi non vendiamo neanche un bullone a Israele”.C'è un famoso principio del giornalismo che dice non credere mai a niente fino a che non viene ufficialmente negato, cioè quando il potere nega qualcosa è il momento di andare all'attacco e dire che sicuramente non è così e allora sono andata a prendere i documenti che hanno condiviso con noi dei colleghi irlandesi che avevano semplicemente i dati (voi sapete che la società della sorveglianza globale produce una grande quantità di dati anche sui fatti che vengono mantenuti più segreti, se andate per esempio sui database dell'Istat o delle dogane voi riuscite a ricostruire alcune delle esportazioni made in Israele però spesso sono dati aggregati e non riuscite a sapere se è stato venduto dopo il 7 ottobre 2023 o prima, sono dati o secretati o aggregati quindi non è possibile).
Quando i colleghi hanno condiviso con me questi dati non aggregati che hanno ottenuto dalle loro fonti ho detto di verificarli, come nella favola di Hansel e Gretel, uno segue i sassolini e ricostruisce ciò che è venuto fuori da questa inchiesta, cioè che dopo il 7 ottobre Leonardo ha fornito dei pezzi degli F-15 che sono una tipologia di caccia molto datati ormai, però, nonostante siano molto datati, insieme agli F-35 e agli F-16 sono cruciali per le “operazioni”, per il massacro della popolazione civile a Gaza e l'esperto internazionale di armi. Andrew Feinstein, ha detto che l' F-15 è uno dei caccia più usati nel bombardamento di Gaza. Insieme agli F-16 e gli F-35 è in grado di trasportare bombe da 2000 libbre che sono state largamente usate.
Quindi questa esportazione è avvenuta anche in pieno genocidio di Gaza.
Ovviamente quando ci siamo presentati a Leonardo abbiamo detto che: “a noi risulta che avete fornito queste componenti degli F-15 anche dopo il 7 ottobre 2023 - quindi non è che non vendete neanche bullone, l'avete fornito anche dopo - e ci risulta che vengono trasportati dall'aeroporto di Fiumicino con un volo che fa avanti indietro Roma-Israele”. Abbiamo il numero del volo, abbiamo tutto, a quel punto poco potevano negare. Leonardo ci ha fornito questa nota in cui, di fatto, ammetteva quello che dicevamo (come potevano negare, avevamo tutti i dati, c'era poco da fare) che “auspicando di aver contribuito a ristabilire la verità dei fatti che in alcun modo legano Leonardo agli accadimenti israelo-palestinesi l'occasione ci consente di sottolineare ancora una volta la nostra totale estraneità, per cui ogni eventuale ulteriore accostamento alle accuse di genocidio, di non rispetto delle leggi in vigore, verrà considerato lesivo degli interessi e della reputazione del gruppo che intenderà far valere le sue ragioni tutelando i propri diritti nelle sedi competenti”.
Noi abbiamo scritto solo la verità, la loro nota lo conferma e noi abbiamo riportato semplicemente i fatti.




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