'Dietro i fischi alla Nazionale una diatriba su biglietti e Daspo. E il caso dello striscione sui fatti di Rieti
'Quel gruppo presente a Chisinau, ha cercato di assolvere chi ha commesso l’assurdo agguato di Rieti in occasione della partita di basket contro Pistoia. Felpe nere, bandiere tricolori con i nomi delle città di provenienza, ideologicamente legati alla destra estrema, per questo il cosiddetto presidente del Senato il fascista La Russa le ha appoggiate,
tutto il resto è normale amministrazione nell'attuale calcio malato
- Nel settore ospiti dello stadio Zimbru di Chisinau giovedì sera hanno trovato posto 571 tifosi italiani, di cui circa centocinquanta ultras. Di quel gruppo farebbero parte anche diversi daspati, convertiti (si per dire) al tifo per la Nazionale, perché al momento senza i requisiti e la possibilità di entrare negli stadi italiani dovendo scontare il provvedimento amministrativo. La contestazione, denunciata da Gattuso subito dopo la partita ai microfoni della Rai nell’intervista a bordo campo, era iniziata già durante il riscaldamento degli azzurri. Cori ostili nei confronti di Gravina e della Federazione, la solita forma di protesta a favore dei diffidati. Due i motivi della contestazione: riacquistare visibilità e protestare per la repressione che si sta attuando in Italia all’interno degli stadi. Peraltro non sono stati fatti entrare alcuni striscioni dalle forze dell’ordine moldave, mentre ne è apparso uno (disgustoso) sulla tragedia di Rieti. Gattuso, durante il secondo tempo, ha manifestato insofferenza e per questo motivo gli ultras, sullo 0-0, hanno alzato il livello della contestazione, prendendosela con i giocatori e riservando cori offensivi al ct.
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