Si combatte anche nelle aule giudiziarie la battaglia contro l’Alta Velocità. Stamattina è stato discusso, di fronte il tribunale amministrativo di Torino, il ricorso presentato dall’avvocato Vincenzo Enriches a nome della Comunità montana Valle Susa e Val Sangone e di alcuni residenti. Il legale ha chiesto al Tar di conoscere i progetti dell’opera, ribadendo che al momento «non risulta l’esistenza di alcun progetto esecutivo, né, tanto meno, ancor prima, nessun affidamento dei lavori di cantiere alla impresa realizzatrice dell’opera, di cui non si conosce neppure l’identità». E spiega l’avvocato: «Il fatto che non ci sia un progetto esecutivo significa che non c’è un cantiere. E gli avvocati di Ltf lo hanno confermato in aula. È tutto verbalizzato. Il progetto esecutivo non c’è, per tanto ho chiesto di produrre tutti gli atti e i documenti che autorizzano gli eventuali lavori preliminari già in corso, posto che anch’essi dovrebbero essere previsti da un progetto».
LTf si è presentata al Tar con un pool di legali di primo piano, determinati a dare battaglia. Si tratta degli avvocati: Piero D’Amelio, Riccardo Ludogoroff, Vilma Aliberti, Mario Sandretto. «Il cantiere non esiste - afferma l’avvocato D’Amelio - O meglio, in realtà esiste un cantiere nel senso della delimitazione territoriale. Non esiste un cantiere attrezzato e operativo». E aggiunge: «Il progetto esecutivo non c’è perché non può ancora esistere, fino a quando non saranno disponibili gli studi geologici. E per farli servono le prospezioni sulle aree, necessarie per sapere come è fatta la roccia. Di questo passo, però, rischiamo di pagare ingenti danni ai francesi per i nostri ritardi». L’udienza del Tar è stata rinviata al 28 giugno.
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