Una marcia come quella dei Quarantamila che nel 1980 pose fine alla protesta operaia della Fiat. È una delle ipotesi che il presidente del Piemonte, Roberto Cota, metterà sul tavolo nell’incontro con un gruppo di sindaci valsusini stufi delle proteste No Tav che stanno paralizzando la valle. «Decideremo insieme - spiega - ma quel che è certo è che è arrivata l’ora di dare voce all’indignazione crescente della maggioranza della popolazione che è stufa di vedere la Valsusa rappresentata come un territorio in rivolta impegnato nel costruire barricate e roghi notturni». Cota annuncia la decisione di dar voce «ad una valle che non riesce a farsi sentire» a conclusione di una conferenza stampa dove i parlamentari piemontesi di ogni schieramento annunciato il via libera definitivo della Camera all’utilizzo sul territorio olimpico del «tesoretto» dell’Agenzia 2006. Il presidente racconta di aver sentito al telefono diversi sindaci che «non ne possono più». E io credo che «questa indignazione pacifica e democratica deve uscire ed è giusto che questi sindaci che non sono d’accordo con chi protesta, alzino la testa. Ed è anche giusto che la gente alzi la testa e alzi la voce, manifestando tutta la propria indignazione, ovviamente in modo assolutamente pacifico e non violento».
Risponde il presidente della Comunità montana, Sandro Plano: «Abbiamo sempre detto, e lo ripeto anche questa volta, che la nostra opposizione al Tav è sempre stata, e sempre sarà, pacifica e legale. Per questo abbiamo chiesto e invitato i manifestanti ad attuare forme di protesta che non danneggino l’economia della valle». Detto questo, però, Plano aggiunge: «Qui si continua a girare intorno al problema. Non credo sia una buona mossa cercare il confronto con chi è già d’accordo ignorando chi democraticamente chiede di verificare l’utilità e l’opportunità di realizzare un’opera che il territorio non vuole».
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