... Il 25 aprile 1945, l’Italia insorgeva. Il Comitato di Liberazione Nazionale Alta Italia proclamava l’insurrezione generale... Napoli, però, aveva già scritto la sua pagina di libertà. Due anni prima, nel settembre 1943, mentre l’esercito tedesco occupava la città in seguito all’armistizio tra Italia e Alleati, fu la popolazione stessa a insorgere. Dal 27 al 30 settembre, per quattro lunghi giorni, senza comandi centrali e con pochi mezzi, i napoletani combatterono contro i nazisti strada per strada. Migliaia di persone, tra cui donne, bambini, operai e militari sbandati, parteciparono a quella che sarebbe passata alla storia come le Quattro Giornate di Napoli. Il 1° ottobre, le truppe tedesche furono costrette alla ritirata. Napoli diventava la prima grande città europea a liberarsi da sola.
Nel 2025, questa eredità è ancora viva... Un corteo colorato e determinato è partito da Piazza Garibaldi, attraversando il centro storico fino al Maschio Angioino. Lungo il percorso, letture dedicate alla Resistenza meridionale e alla Costituzione hanno scandito il passo, coinvolgendo cittadini di ogni età...
Oggi, più che mai, ricordare il 25 aprile è un atto di resistenza culturale e civile... In tempi di rigurgiti autoritari, in cui si censura la storia o la si relativizza, il 25 aprile resta una bussola morale... E la memoria non è un peso del passato: è il fondamento del nostro futuro.
Per questo, ora e sempre, Resistenza.
IL 25 APRILE DEL MOVIMENTO DI LOTTA PER IL LAVORO

Dal Movimento di lotta per il lavoro 7 novembre di Napoli, ancora una presa di posizione che si demarca nettamente non solo dall’insopportabile retorica di regime (con il duo Meloni-Mattarella che
prende le distanze dal fascismo giusto dopo aver approvato un decreto manganello simil-fascista), ma anche da una certa retorica democratica di “estrema sinistra” che non arriva mai ad afferrare il nesso tra fascismo e capitalismo, e tra democrazia borghese e capitalismo. (Red.)IL NOSTRO 25 APRILE NON È QUELLO DELLE ISTITUZIONI E DEI PARTITI ELETTORALI.
CONTRO GUERRA E RIARMO.
LAVORO, SALARIO, SANITÀ!!!!
Noi sappiamo che l’uguaglianza non si trova nelle urne o nella finzione giuridica.
La società è divisa in classi antagoniste. Che lo scontro non è solo fra idee e valori, ma tra i conti in banca e la quantità di ricchezza materiale su cui riusciamo a mettere le mani. Il potere politico perpetua il suo potere economico. Noi siamo per lottare contro l’intera struttura di gestione, di controllo, di repressione e costruire una società dove il potere sia nelle mani della nostra classe.
L’involucro democratico nato dalla resistenza ha permesso forme di agibilità alle istanze dei proletari, ma queste sono state quasi sempre il frutto di durissime lotte contro la classe dominante e il suo stato, e non certo della “gentile concessione” dei governi e dei parlamenti, né tantomeno della “Costituzione più bella del mondo”.
Oggi che quei minimi spazi di agibilità vanno restringendosi fino a scomparire in conseguenza della crisi e della corsa al riarmo (vedi DL sicurezza), il nostro compito è di stare in piazza in tutte le mobilitazioni e le manifestazioni contro il governo Meloni, contro la guerra e contro il genocidio del popolo palestinese, ma in maniera autonoma e alternativa a ogni sirena elettoralista e istituzionalista, e in aperta contrapposizione a quei partiti e a quei sindacati che direttamente o indirettamente sostengono la guerra e il genocidio sionista.
Noi eravamo in piazza non per difendere questa democrazia in cui domina il profitto, ma per la lotta di classe, altrimenti è un non senso.
Per una nuova liberazione, per una nuova resistenza nelle fabbriche e nelle scuole, nelle piazze e nei quartieri.
Per questo lo spezzone di classe oggi a Napoli, da Bagnoli a Scampia, dal Rione Traiano alla Sanità è la strada che rafforzeremo.




Nessun commento:
Posta un commento