La strombazzata visita della Meloni negli Stati Uniti ha avuto come risultato, dal punto di vista dell'imperialismo americano, un'ulteriore conferma che l'Italia della Meloni è saldamente nel suo campo e che serve i suoi interessi, sia in Italia che in Europa.
La Meloni ha avuto da questa visita la consacrazione di essere un alleato di punta, di prima linea, dell’azione dell'imperialismo americano in salsa Trump.
Quindi sotto questo punto di vista la visita ha confermato quello che già si sa: l'imperialismo americano a guida Trump, all'insegna di prima di tutto rifare “l'America grande”, lavora su scala mondiale in forme aggressive sia nel campo della guerra commerciale, sia nel campo dell'azione militare e il suo orientamento è subordinare agli interessi USA tutti i paesi imperialisti occidentali e utilizzare questa subordinazione per misurarsi direttamente con l'imperialismo russo di Putin, con il quale esiste un'intesa che va al di là dell'essere entrambi paesi imperialisti ma dell'essere due regimi che hanno come guida sostenitori estremi del fascio-imperialismo.
Nello stesso tempo, l'imperialismo americano punta ad accentuare la contesa verso l'altro competitor sul piano economico, politico e anche militare che è la Cina e in questo senso la presidenza Trump ha questi obiettivi a cui la Meloni dà la sua adesione.
Innanzitutto, come si diceva in televisione, “Trump ha accolto la Meloni come una della sua squadra” e, come ogni volta che Trump parla degli uomini della sua squadra - lo abbiamo ascoltato decine e decine di volte dall'insediamento della sua presidenza - di cui dice che sono persone fantastiche, eccezionali,
che fanno un buon lavoro, ecc ecc, questo è il modo con cui il padrone tratta i suoi servi più fedeli per legarli sempre più a sè stesso.La Meloni si è presentata con le mani piene da Trump senza averne nulla in cambio se non appunto questa attenzione e considerazione dell'imperialismo americano del ruolo che l'Italia svolge a suo fianco su scala mondiale e in particolare all'interno dell'Europa.
La Meloni ha annunciato investimenti italiani negli Stati Uniti dell'ordine di 10 miliardi da parte delle imprese italiane, anzi ha rivendicato questo suo ruolo dicendo che faceva opera di rappresentanza di questi interessi e, strizzando l'occhio a Trump, ha detto: “anche tu sei un uomo d'affari e capirai l'importanza di questo lavoro”; così come ha assicurato - senza citare la Starlink di Musk - il massimo sostegno ai piani di dominio economico politico militare dello spazio. Ha annunciato inoltre che continuerà e intensificherà la sua funzione per spingere l'Italia ad acquistare sempre più gas dagli Stati Uniti che è uno degli obiettivi di fondo dell'azione che Trump svolge e che ha la sua massima espressione nella cosiddetta “politica dei dazi”, con cui da un lato vuole rendere difficile e costosa la penetrazione sui mercati americani delle merci di tutto il mondo, dall'altro costringere i padroni dei diversi paesi imperialisti e non solo ad acquistare dall'America ed essere fattore di rilancio - questo sì - dell’imperialismo americano. E l'Italia si mette su questa strada ed è su questa strada che agisce anche in Europa per offrire una sponda all'imperialismo americano e spingere l'Europa su questa strada sapendo che l'avanzata delle coalizioni di estrema destra più omogenee agli interessi e all'azione dell’imperialismo americano trova credito crescente all'interno dei paesi europei.
Infine, come sempre, ha offerto il baciamano, il bacio della pantofola.
I giornali mettono in evidenza il carattere meno volgare con cui Trump ha affrontato il rapporto con la Meloni, con cui non ha usato quelle espressioni che hanno fatto il giro del mondo; in quest'occasione si è presentato meno sboccato e più moderato, ma ha sostenuto comunque la stessa impostazione, ed è su questa base che ha concesso gli elogi pubblici alla Meloni anche all'interno della conferenza stampa. C'è stata perfino una battuta diretta di Trump verso la Meloni: “va bene così? mi sto comportando bene?” e così via, proprio per mostrare chi stava tirando il gioco, che si è manifestato evidente nella conferenza stampa monopolizzata da Trump, peraltro destinata in diversi momenti ad affrontare problematiche interne agli Stati Uniti considerando la Meloni stessa come una dei tanti soggetti presenti in questi incontri.
Uno degli elementi fondamentali delle attitudini servili della Meloni in quest'occasione è stata quella di affermare con nettezza, nonostante all'interno del suo governo stesso ci sono contraddizioni, che già al vertice della NATO di giugno l'Italia si impegnerà - non solo a parole - a portare le spese militari ai livelli del cosiddetto 2%. Qui Trump al massimo ha considerato la cosa oltre che scontata insufficiente, anche se in quest'occasione ha mancato di farlo rilevare, visto che l'imperialismo americano chiede aumenti delle spese militari che vanno ben al di là del 2% e che vanno ben oltre le possibilità finanziarie dell'imperialismo italiano e della sua economia.
La Meloni quindi ha mostrato di essere saldamente nel campo di Trump, in prima linea nel sostenere le sue ragioni in Europa e in questa visione nell’offrirsi di fare da sede in occasione di una visita di Trump annunciata già a fine incontro in Italia, di un incontro con la von der Leyen e la commissione europea ma sempre dentro la netta affermazione, fatta ripetutamente anche in questo incontro, che questi accordi alla fine ci potranno essere ma solo se rispecchiano gli interessi determinanti, economici, dell'imperialismo americano e della sua economia.
Infine, questa visita, sul piano delle relazioni dell'imperialismo americano con gli altri governi e stati imperialisti, assume un aspetto marginale; mentre la Meloni, con i suoi Ministri e tutto il suo apparato di consenso, attraverso la stampa, televisione, ecc, usa questa visita all'interno per dare forza al suo governo, al suo lavoro che è fatto di guerra, economia di guerra, repressione, attacco alle condizioni di vita e di lavoro, scaricamento sui lavoratori della crisi, della guerra commerciale, della contesa mondiale, dei piani di riarmo.
Quindi questa visita non aggiunge nulla sul piano internazionale alla collocazione dell'Italia e al suo ruolo che abbiamo già denunciato in diverse occasioni, anzi la conferma in maniera esplicita. In particolare la Meloni si è proposta come ben interna all'azione di Trump sul fronte dell'immigrazione, della lotta contro la cosiddetta cultura “woke” che altro non è che ai diritti civili, in particolare delle donne, attacco alle università sul fronte culturale, e così via. Per noi, che ci opponiamo al governo Meloni e ne denunciamo da tempo la sua natura fascista, reazionaria, oscurantista sul piano dei diritti civili, dei diritti delle donne, dei migranti; che denunciamo come l'imperialismo alimenta la marcia verso la guerra imperialista mondiale per uscire dalla sua crisi, puntando su governi sempre più reazionari e di stampo moderno fascista, anche la visita negli Usa mostra che la presidenza Trump costituisce l'ancoraggio strategico/internazionale di quello che avviene nel nostro paese.
Abbiamo già fotografato questo legame tra la Meloni e Trump sin dal primo giorno dell'insediamento della presidenza Trump. Sui muri delle città dove operiamo siamo stati i primi a fare scritte che parlano di governi fascio-imperialisti al servizio dei ricchi come carattere essenziale dei governi in questa fase; e ciò che è avvenuto con la visita a Trump conferma fino in fondo la giustezza di questo nostro giudizio e la necessità nel nostro paese di intensificare la lotta contro l'imperialismo americano, contro la tendenza alla guerra interimperialista che coinvolge gli altri due paesi imperialisti di riferimento che ha come teatro la stessa Europa e le sue contraddizioni.
Nello stesso tempo è fondamentale demolire l'immagine e l'illusione che vengono diffuse a piene mani col pensiero unico della televisione e di buona parte della stampa reazionaria sulla natura del governo Meloni. La Meloni ci offre su un piatto d'argento due delle questioni su cui è necessario sviluppare un movimento di lotta: la questione del riarmo imperialista, per cui ormai è ben chiaro - e tra le righe è detto esplicitamente dallo stesso ministro delle finanze Giorgetti - i soldi si possono solo prendere dalle spese sociali e l'indirizzo di tutta la spesa pubblica è quindi fondamentalmente verso le armi.
L'altra questione è l'annuncio della visita di Trump. Noi siamo contenti di questa visita più della stessa Meloni e pensiamo che essa possa essere l'occasione di una grande giornata di lotta sia laddove Trump verrà sia in tutta Italia per mostrare l'altra faccia dell'Italia, quella proletaria, antifascista, antimperialista, contraria alla guerra, contraria alla dittatura volgare, reazionaria, che l'imperialismo americano ci propone e al cui seguito si muovono i governi dei padroni in Italia.
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