"Negli incontri avuti dai comitati di esodati - ne sono
rimasti almeno 6mila esclusi dalle otto salvaguardie varate in questi anni - il
vicepremier Di Maio aveva garantito la nona salvaguardia per tutti.
A QUESTA MANCATA PROMESSA si sommano le beffe su «opzione
donna» e «Ape sociale», strumenti che potevano ovviare ai problemi degli
esodati. Per quanto riguarda l’Ape sociale - norma dei governi Pd che prevede
un’indennità fino alla pensione per chi ha 63 anni di età ed ha svolto lavori
gravosi - viene prolungata di un solo anno («fino al 31 dicembre 2019») e
continua a prevedere per «i disoccupati involontari » la clausola «di avere
concluso indennità di disoccupazione o Naspi da 3 mesi» e «30 di contributi»
escludendo quindi tutte le tipologie di esodati che – in quanto tali -non hanno
diritto alla Naspi.
PER «OPZIONE DONNA» - la norma voluta da Maroni nel 2004 che
permette alle lavoratrici di andare in pensione con 35 anni di contributi ma
col ricalcolo interamente contributivo dell’assegno e quindi un taglio di circa
il 30 per cento - viene prevista solo per le dipendenti nate entro il 31
dicembre 1959» e dunque 60enni e le lavoratrici autonome da un anno in più.
PER TUTTE QUESTE RAGIONI i comitati degli esodati hanno già
annunciato una mobilitazione per giovedì dalle 10 alle 13 di fronte al
ministero dello Sviluppo economico a Roma.
Infine c’è la beffa per la «pensione di cittadinanza». La
promessa di «aumentare le minime a 780 euro» varrà - parola di Di Maio - solo
per «500mila pensionati» rispetto ai quasi 5 milioni che se la aspettavano."
Nessun commento:
Posta un commento