giovedì 10 gennaio 2019

pc 10 gennaio - Le morti operaie da amianto e l'aumento delle morti sul lavoro richiedono la ricostruzione della Rete nazionale per la salute e sicurezza sui posti di lavoro e sul territorio - Convegno nazionale a Taranto a marzo

Muore d’amianto anche Mario Giovanni Perin
di Vito Totire (*)

Morte prematura: un altro operaio è deceduto a 69 anni.
La strage dell’OGR chiede giustizia.
Occorre:
  1. Ricostruire l’intera storia di tutta la coorte dei lavoratori e risarcire TUTTE LE VITTIME DELL’AMIANTO E DELLA NOCIVITA’ COMPRESE QUELLE DISCONOSCIUTE O ADDRITTURA NON SEGNALATE all’Inail, alla Ausl e alla Procura della Repubblica;
  2. Incaricare un commissario ad acta che acceda agli archivi esistenti e contatti tutte le persone informate sui fatti; occorre una indagine epidemiologica più approfondita che rifocalizzi gli eccessi che pure erano comparsi anche di malattie da amianto cosiddette “non tabellate” (LNH, tumori del rene, tumori gastroenterici ed altro); devono essere riesaminate tutte la patologie a suo tempo non riconosciute dall’Inail che nel frattempo hanno mutato la loro collocazione in termini di evidenza del nesso eziologico; BISOGNA CHIARIRE DEFINITIVAMENTE LA ENORME DISCREPANZA TRA I CASI DI MALATTIA E MORTE PER I QUALI SI E’ PROCEDUTO SUL PIANO PENALE E QUELLI EFFETTIVI (UN NUMERO ENORMEMENTE PIU’ ALTO);
  3. Procedere sulla bonifica del sito; non basta l’inserimento del sito nei SIN (siti di interesse nazionale) operazione per la quale è stato stanziato un fondo a carico del bilancio pubblico; occorre andare avanti con la caratterizzazione e far pagare i costi della bonifica per intero alle ferrovie e comunque a chi detiene oggi la proprietà del sito stesso;
  4. Rilanciare e ampliare le richieste di indennizzo evitando assolutamente le elemosine; per esser chiari: i mesoteliomi “ambientali” devono essere risarciti esattamente come quelli occupazionali.
  5. Riconoscere la esposizione a tutti i lavoratori effettivamente esposti, compreso il personale viaggiante che sta pagando un costo enorme in termini sia di speranza di vita che di distress; ma il ceto politico risulta evidentemente non interessato a una così eclatante questione di sanità pubblica e di giustizia.
Dobbiamo sperimentare forme di pressione e di lotta nuove e più efficaci.
Lutto per la ennesima morte operaia, determinazione nel “continuare in quello che è giusto” senza chiedere elemosine.

(*) Vito Totire è presidente AEA, l’Associazione esposti amianto e rischi per la salute

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