Nel tentativo di prendere e tempo
e liberare Nuova Delhi dall’assedio che oramai dura da due mesi, soprattutto in
vista della Festa nazionale dell’Indipendenza del 26 gennaio, il governo del
fascista indù Modi ha proposto ai contadini in lotta di congelare per un anno,
un anno e mezzo, l’applicazione delle leggi agricole. Nel frattempo, una
commissione si occuperebbe di discutere il contenuto e trovare un accordo con i
contadini.
C’è chi ha già sbeffeggiato il governo dicendo che si tratta di qualcosa mai visto: congelare una legge dopo che è stata emanata dal Parlamento! Ma, in realtà, questa operazione del governo indiano si
chiama “comprare tempo”, secondo la nuova versione della vecchia frase “prendere tempo”, usata adesso da politici e “giornalisti”, che significa sempre la stessa cosa: dare l’illusione che durante le discussioni ci possano essere cambiamenti, sperando di mettere in difficoltà l’avversario o che questo si stanchi.Ma anche a questa proposta i
contadini hanno detto ancora no: bisogna abolire le tre leggi! E mentre il
governo, pressato dalla lotta, comincia a fare la faccia feroce, attraverso il
suo ministro dell’agricoltura, dicendo che non c’è più niente da discutere, e
non conferma nemmeno una nuova data per l’incontro, i contadini continuano a
preparare la marcia dei trattori per il 26 gennaio. E annunciano, anche, che
per sottolineare l’impianto nazionale della protesta, che la marcia dei
trattori sfilerà con le insegne di ogni Stato dell’Unione… La solidarietà,
infatti, continua a farsi sentire, come nella capitale del Karnataka,
Bangalore, nel sud dell’India, dove c’è stata una grande manifestazione che la
polizia ha cercato di fermare.
Ma il governo non si ferma e usa
la mano pesante: stanno arrivando infatti a diverse personalità, soprattutto della
comunità Sikh, molto presente nel Punjab, guarda caso il cuore della produzione
agricola del Paese, “avvisi” da parte della NIA (National Investigation Agency)
con l’accusa di terrorismo. Tra coloro che hanno ricevuto avvisi ci sono leader
dei contadini, un attore e attivista punjabi, un giornalista televisivo con
sede nel Punjab…
A questo il governo aggiunge l’eterno
tentativo di conquistare l’opinione pubblica, usando i mezzi di comunicazione
di massa sotto il suo controllo, che pubblica “sondaggi” che sarebbero a favore
delle scelte del governo!
La Corte Suprema, da parte sua,
continua ad esprimersi, prima dicendo che non tocca ad essa, sarebbe
inappropriato, dice, impedire il corteo di trattori, come richiestogli dal
governo, perché si tratta di ordine pubblico e semmai se ne deve occupare la
polizia (cha ha “suggerito” ai contadini di spostare la protesta del 26 sulla
Superstrada Kundli-Manesar-Palwal invece della trafficata Tangenziale Esterna
di Delhi!) e poi non accetta di cambiare i membri della Commissione che si
occuperanno dell’esame delle leggi, anche se alcuni di essi avevano espresso
posizione favorevole alle scelte del governo!
Insomma, il governo fascista indù
di Modi, dopo ben undici incontri, di fronte alla determinazione dei contadini,
continua ad arrampicarsi sugli specchi, che, come tutti sanno, è una operazione
piuttosto difficile e pericolosa!
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