È andato a vuoto anche l’incontro del 15 gennaio tra
rappresentanti dei contadini e rappresentanti del governo, con a capo il
ministro dell’Agricoltura, che continuano a confermare le proprie posizioni: i
contadini vogliono il ritiro delle tre leggi che riformano a favore delle
multinazionali il settore agricolo, e il governo che continua a dire che vuole
discutere solo su qualche clausola e ha invitato i contadini ad una ennesima
riunione che si dovrebbe tenere il 19 gennaio.
Nel frattempo, il governo ha denunciato le intenzioni
espresse dai contadini di fare una marcia il 26 gennaio, giorno della festa
della repubblica a Nuova Delhi.
La Corte Suprema ha accolto la richiesta del governo e domani
18 gennaio, ascolterà la protesta del governo che chiede alla Corte di impedire
la manifestazione.
Dalla stampa indiana si viene a sapere che “Il governo centrale,
in una denuncia presentata attraverso la polizia di Delhi, ha detto che
qualsiasi manifestazione o protesta che cerchi di disturbare le celebrazioni
della Festa della Repubblica causerà un "imbarazzo per la
nazione".”
Il governo centrale ha detto che “il diritto di protesta non
può mai includere la ‘diffamazione della nazione a livello globale’. E inoltre
ha chiesto alla Corte Suprema di impedire a chiunque di mettere in atto una “… qualsiasi
marcia di protesta sotto forma di marcia del trattore, marcia dei pullman, marcia
dei veicoli o qualsiasi altra modalità…” che entri nel Territorio della Regione
della Capitale Nazionale di Delhi.”
Il governo del fascista indù di Modi è di fatto spaventato
della dimensione che può prendere una tale manifestazione e mette le mani
avanti con la denuncia per cercare di conquistare a sé l’opinione pubblica, sia
nazionale (con comunicati che mettono in cattiva luce i contadini), che a
livello internazionale.
I contadini dalla loro parte, forti delle loro ragioni,
hanno deciso di sfidare il governo con i fatti...
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