giovedì 24 luglio 2025

Speciale 2 ORE 12 - Innanzitutto con la Resistenza palestinese, speranza dei senza speranza

 Speciale 2-da Ore12/Controinformazione rossoperaia del 21/07

La guerra genocida condotta dallo Stato sionista di Israele, con il sostegno diretto e indiretto dell'imperialismo americano, con la complicità di tutti i governi dei paesi imperialisti, di tutti i governi reazionari di borghesia asservita nei paesi oppressi dall'imperialismo, in primis americano, ha raggiunto uno stadio senza precedenti.

Le centinaia di morti sotto ogni veste, con tanti bambini, utilizzando la corsa, a volte disperata, del popolo palestinese e delle masse palestinesi agli aiuti umanitari, ha superato ogni livello di crimini di guerra, almeno negli ultimi cinquant'anni. A fronte di questo è necessaria una continuità della mobilitazione proletaria, popolare, antiimperialista in tutto il mondo e nel nostro paese, così come è necessaria ogni forma di pressione contro le istituzioni e tutti gli enti para-istituzionali e associativi che possono fare qualcosa e giocare un ruolo.

Le parole d'ordini generali sono: basta con il genocidio; no alla deportazione del popolo palestinese; cessate il fuoco permanente; massicci e liberi aiuti umanitari alla popolazione distribuiti attraverso le organizzazioni del popolo palestinese, nella prospettiva della cacciata dai Territori occupati dalle truppe sioniste, nella marcia per la “liberazione della Palestina dal fiume al mare”.

In questa generale mobilitazione è fondamentale affermare con chiarezza che il popolo palestinese per liberarsi dall'oppressione sionista genocida dello Stato di Israele deve innanzitutto contare sulle proprie forze, così come sta di fatto facendo.

Contare sulle proprie forze significa contare sulla forza della resistenza. Per questo la denuncia di tutto questo, l'appello e l'azione per metter fine all'orrore senza fine che si consuma a Gaza va rivolta a tutti e tutti coloro che lo fanno giocano un ruolo positivo. Ed è fondamentale per noi comunisti, internazionalisti, proletari avanzati, antiimperialisti e anti sionisti coerenti, considerare come principale il sostegno alla resistenza palestinese.

La resistenza palestinese è il presente, è la prospettiva per il futuro del popolo palestinese.

Il presente perché senza la resistenza il popolo palestinese non esisterebbe e il piano di genocidio e deportazione sarebbe attuato dall'oggi a domani, dato che comunque lo Stato sionista, comunque l'imperialismo conta sulla quinta colonna in seno al popolo palestinese, sia nella striscia di Gaza e ancora più in Cisgiordania, rappresentata dall'autorità governativa, l'ANP, che sempre di più svolge un ruolo di intermediario tra il regime sionista e il suo piano genocida e di deportazione, e il popolo palestinese. Esso è alleato nell'idea, assolutamente da respingere, che cancellando la resistenza palestinese, la lotta armata del popolo palestinese, i palestinesi potranno avere uno Stato, una libertà, dei diritti. Questo è un inganno atroce che fa da sponda a tutti i falsi amici del popolo palestinese, che sono in generale i parlamenti degli stati imperialisti, i regimi asserviti all'imperialismo e gli stessi Stati arabi, che in una maniera o nell'altra, con profonde contraddizioni anche al loro interno, alla fine a questa soluzione accedono o accederebbero.

Servono manifestazioni in cui si affermi chiaro che il futuro della Palestina dipende dal popolo palestinese e il futuro del popolo palestinese dipende dalla forza della sua resistenza.

Sempre più si impone come unica strada la resistenza; non per una pura difesa dagli attacchi genocidi, massacratori e criminali del popolo condotti dal Stato sionista e dalle sue forze armate, ma secondo una strategia e una tattica capaci di fare il tesoro delle esperienze passate e future e che riescano a ricostruire la forza della resistenza su basi rinnovate e più avanzate di quelle che pur eroicamente si attuano attualmente. Ed è l'eterna e irrinunciabile via della guerra di popolo di lunga durata, applicata a una realtà assolutamente anomala e particolare come quella della Palestina oggi.

In questo senso noi vogliamo che nelle prossime manifestazioni sia forte il sostegno alla resistenza palestinese e che ogni ambiguità si rompa su questo. Non è sempre necessario che tutte le forze agiscano insieme, in cui numericamente certamente i numeri crescono, ma vengono appiattite alla sola denuncia del genocidio e delle drammatiche condizioni di vita del popolo palestinese. Serve che si levi netta e chiara la voce della resistenza, sia direttamente attraverso le organizzazioni palestinesi che anche in un paese come il nostro, comunque ad essa si rifanno, sia attraverso il fatto che tutte le forze proletarie, comuniste, realmente antimperialiste e solidali diano voce alla resistenza. “Voce alla resistenza” significa voce ai suoi comunicati, alla sua azione, alle sue motivazioni con cui conduce la sua battaglia anche tattica per fermare il genocidio, ottenere il cessate il fuoco, trattare in forme necessarie gli aiuti umanitari indispensabili a questo stadio dello scontro.

In questo senso sono ambigue tante forze che pure si muovono sul nostro campo.

Non solo tutto lo schieramento dei partiti parlamentari d'opposizione e parte del movimento pacifista e solidale di carattere istituzionale e associazionistico, ma soprattutto nel campo delle forze coerenti il problema vero che abbiamo oggi è di coalizzare e far agire - come un tutt’ unico all'interno del movimento più generale, quindi non con un altro movimento - la piena solidarietà e voce alla resistenza palestinese che è all'interno della piena solidarietà e voce a tutte le resistenze che si sviluppano innanzitutto nei paesi oppressi dall'imperialismo contro i governi asserviti all'imperialismo - pensiamo a quello che succede in India, a cui dedicheremo uno speciale, perchè si annuncia una settimana internazionale chiamata “onore ai martiri della rivoluzione/basta con l'operazione repressiva e genocida Kagaar/sostegno alla guerra di popolo in questo grande paese che è l'India”, ma ciò vale in tutti i territori del mondo e in tutti i paesi del mondo dove si lotta e resiste.

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