Sono
quasi venti giorni che al freddo, col vento forte, senza bagno,
occupano(1) a decine di metri di altezza il tetto del Palazzo Blu,
confinante con la Piaggio di Pontedera. Da maggio scorso fanno i conti
con l'opportunismo della direzione aziendale, che con la scusa di voler
applicare alla lettera il decreto dignità, impone a questo gruppo di lavoratrici di rimanere a casa dopo quindici anni di contratti a tempo determinato.
Invece di assumerle in modo indeterminato, Piaggio preferisce
scaricare, dopo averle spremuto sulle linee di montaggio, questa forza
lavoro femminile, senza neanche rispettare le procedure di
stabilizzazione previste dal contratto integrativo del 2009, che dopo
1080 giornate lavorative dava diritto al tempo indeterminato con
part-time verticale. A fronte di
decine di milioni di euro di utili anche questo anno, chi comanda ha la necessità di tentare di infrangere qualsiasi possibile rigidità della parte lavoratrice. Non a caso, al posto di questa forza lavoro in esubero, sono stati ripetutamente assunti nuovi contrattisti tramite agenzie interinali, per lo più giovani neodiplomati, da reinvestire di nuove promesse di continuità lavorativa ai fini di estorcere la massima produttività sulle catene di montaggio.
decine di milioni di euro di utili anche questo anno, chi comanda ha la necessità di tentare di infrangere qualsiasi possibile rigidità della parte lavoratrice. Non a caso, al posto di questa forza lavoro in esubero, sono stati ripetutamente assunti nuovi contrattisti tramite agenzie interinali, per lo più giovani neodiplomati, da reinvestire di nuove promesse di continuità lavorativa ai fini di estorcere la massima produttività sulle catene di montaggio.
Questo piano
padronale di durezza contro la parte operaia si collega anche alle
enormi contraddizioni scoppiate tra gli iscritti e maggioranza di
delegati di fabbrica da una parte e le varie burocrazie sindacali della
Fiom stessa, da Landini in giù, circa l'accordo sulla recente firma del
nuovo contratto integrativo(2), che prevede sabati lavorativi in cambio
di...niente!
La necessità di riformare una disciplina interna
neocorporativa all'insegna di flessibilità e “sforzo” produce uno
scontro evidente, sia all'interno delle centrali sindacali, con
la defezione di poco meno di 100 tesserati Fiom dal loro sindacato(3),
complice di non aver sostenuto i delegati più combattivi né di opporsi
seriamente alle politiche aziendali, sia nei confronti delle precarie
sostenute e organizzate da USB, fatte fuori dall'azienda..
Da
più di quindici giorni sono salite gazebo e tende alla mano, sul tetto a
grande altezza da terra, dell'enorme edificio denominato “palazzo Blu”
che ospita un centro direzionale e confina con gli stabilimenti Piaggio.
Un'azione di denuncia delle violente condizioni di impoverimento
causato direttamente dall'avidità di Piaggio, che sta scuotendo i media e
la cittadinanza circa l'assenza di qualsivoglia tutela dentro le grandi
corporazioni presenti sul territorio, interessati solo a prendere forza
lavoro nei momenti di alta produttività, senza alcun riguardo per le
condizioni e le necessità di chi vi lavora. Questa azione proseguirà ad
oltranza fino all'ottenimento di un contratto a tempo indeterminato, e la determinazione di queste donne sta bucando l'iniziale chiusura da parte padronale,
sia a livello mediatico che sociale. Le istituzioni, dalla regione al
governo, hanno incontrato delle delegazioni operaie ma ad oggi non hanno
ancora impegnato seriamente Piaggio, un'azienda che tra l'altro
beneficia periodicamente di accordi con INPS e Stato su cassa
integrazione e accordi di solidarietà nonostante gli ingenti profitti
accumulati.
da infoaut
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