Ex Ilva, ArcelorMittal mette in cassa integrazione 130 lavoratori a Genova
GENOVA - ArcelorMittal nega ai lavoratori l'assemblea convocata per lunedì mattina, 9 marzo, spiegando che per ottemperare al decreto dell'esecutivo sull'emergenza sanitaria le assemblee potranno svolgersi solo a partire dal 4 aprile. L'assemblea era stata convocata dopo l'avvio da parte dell'azienda della procedura di cassa integrazione per 130 lavoratori
Il giorno dopo l'accordo tra la multinazionale dell'acciaio e il governo italiano che ha stoppato la causa civile e la rescissione del contratto, l'azienda comunica di aver aperto la procedura per mettere in cassa integrazione a zero ore 130 lavoratori dello stabilimento di Cornigliano, a Genova.
Nel dettaglio, si tratta di 32 tra quadri e impiegati, 14 intermedi e 84 operai. Le persone interessate dovranno stare a casa per 13 settimane, a partire dal 30 marzo, eventualmente anche a rotazione. L'azienda incontrerà il prossimo 13 marzo, alle 10.30, i sindacati che, nel frattempo, stanno gia' decidendo come muoversi e si riuniranno in assemblea nei prossimi giorni. La decisione, spiega Mittal, "è scaturita dal permanere delle criticita' di mercato e dall'insufficienza della domanda di acciaio, nonostante le iniziative gestionali, industriali e le strategie di marketing poste in campo, funzionali all'acquisizione di ulteriori quote di mercato".
Nello stabilimento di Genova, al momento, lavorano 1.013 persone, tra cui sei dirigenti, 222 tra quadri e impiegati, 105 intermedi e 680 operai. In particolare, prosegue l'azienda, "la cause che inducono alla richiesta di intervento dell'ammortizzatore sono riconducibili al progressivo deteriorarsi degli indicatori del mercato manifatturiero, che ha determinato negli operatori.
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